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L'enigma del carbonio nel terreno


Una nuova teoria risolve le apparenti contraddizioni degli esperimenti

Un enigma che da tempo disorienta i ricercatori climatici che indagano sul destino del carbonio immagazzinato del suolo è stato finalmente risolto. Uno studio pubblicato sul numero del 20 gennaio della rivista "Nature" suggerisce che il riscaldamento globale potrebbe verificarsi anche più in fretta di quanto si ritiene attualmente.
Recenti esperimenti in laboratorio avevano mostrato che i microrganismi responsabili della decomposizione del carbonio nel suolo si acclimatano gradualmente a un incremento di calore e modificano il tasso col quale liberano biossido di carbonio nell'atmosfera, in modo da continuare a rilasciarlo con un tasso costante. Tuttavia, questo non si accorda con le regole della chimica, che prevedono un'accelerazione di queste reazioni man mano che il clima si riscalda, provocando un incremento della quantità di biossido di carbonio liberato.
Questa apparente contraddizione fra gli esperimenti e le previsioni teoriche è stata ora risolta.
Un gruppo internazionale di ricercatori, guidato da scienziati dell'Università di Bristol, ha dimostrato che l'apparente adattamento biologico dei microrganismi che disgregano il carbonio può essere spiegato in effetti dalle caratteristiche contraddittorie del carbonio organico presente nel suolo. Le sue componenti spaziano da composti simili a zuccheri, estremamente digeribili (labili), a composti simili a carbone, quasi stabili e che i microrganismi hanno difficoltà a decomporre. Una mistura così estrema ha finora impedito di interpretare teoricamente gli esperimenti condotti in laboratorio.
La nuova teoria è stata poi applicata in complesse simulazioni climatiche al computer (i cosiddetti modelli del sistema terrestre), che finora usavano soltanto le proprietà del carbonio labile perché sono più facili da misurare. Ma le stime indicano che il 90 per cento del carbonio immagazzinato nel terreno è costituito dalle componenti più stabili. Secondo i nuovi risultati, poiché i microrganismi non mantengono il rilascio di biossido di carbonio a un tasso stabile come si pensava in precedenza, un aumento delle temperature provocherebbe un incremento del tasso di decomposizione delle componenti stabili. Ciò porterebbe a un maggiore rilascio di biossido di carbonio nell'atmosfera, e a cambiamenti climatici più rapidi.

Fonte: Le Scienze (02/02/2005)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
Tag: carbonio
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