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Usa. Servono nuove linee embrionali: Bush lo sa ma nega


E tempo che lamministrazione Bush si arrenda allidea, e permetta la creazione di nuove linee di cellule staminali embrionali. Gli scienziati lo ripetono da mesi: quelle cellule non bastano, il loro

E' tempo che l'amministrazione Bush si arrenda all'idea, e permetta la creazione di nuove linee di cellule staminali embrionali. Gli scienziati lo ripetono da mesi: quelle cellule non bastano, il loro orologio biologico corre e non sono adatte a soddisfare le esigenze della ricerca.
Il 24 gennaio la prestigiosa rivista Nature Medicine ha pubblicato un lungo articolo in cui gli scienziati del Salk Institute (UCSD) di La Jolla, hanno dimostrato l'inutilita' di quelle cellule, per lo meno dal punto di vista delle possibili sperimentazioni umane. Quelle linee sono state coltivate con l'aggiunta di fattori di crescita di provenienza animale, per l'esattezza da roditori e dal siero di bovini.
Ajit Varki, autore dello studio, spiega: "Sulla superficie delle cellule e' stata trovata la presenza di un acido, chiamato N-glicolilneuraminico (Neu5Gc), della categoria degli acidi sialici, che fanno parte dei cosiddetti ingredienti del terreno. Sono acidi presenti negli alimenti, ma che il nostro corpo non produce. Produce anzi degli specifici anticorpi, che se riconoscessero la presenza di quest'acido nelle staminali potrebbero rigettarle". In conclusione, "questa scoperta potrebbe compromettere tutto il loro potenziale terapeutico".
La notizia non suona nuova, se non per i dettagli tecnici. Il problema e' che negli Usa si sta diffondendo la possibilita' di estendere la ricerca sulle staminali, e l'utilizzo di embrioni sopranumerari; nello stesso momento in cui Bush rifiuta questa politica nonostante l'evidenza della necessita'.
Gli scienziati stanno cercando possibili alternative, ipotizzando soluzioni per purificare le cellule e privarle di quest'acido, "ma nessun metodo si rivelerebbe sicuro al 100%. Con particolari tecnologie abbiamo trovato una percentuale totale di Neu5Gc dal 2,5 al 10,5".
L'unico modo possibile di studiare su linee embrionali incontaminate e' quello di crearne di nuove. Il team di Varki non ha analizzato tutte le 22 linee, ma, come spiega il neurobiologo Fred Gage "Ci sono seri motivi per i quali preoccuparci. Anche se non abbiamo esaminato tutte le linee, e' altamente improbabile che queste siano state coltivate senza additivi animali. Non stiamo dicendo di gettare via questo materiale, o accantonarlo del tutto, ma occorre cautela se si intende farne un uso terapeutico".
Le voci di dissenso politico hanno colto l'occasione per rilanciare il tema ricerca, e per chiedere direttamente alla Casa Bianca come intende risolvere la questione. La leader dei Democratici alla Camera, Nancy Pelosi, ha dichiarato in una conferenza stampa: "Il presidente Bush deve aumentare il numero di linee embrionali che possono godere dei finanziamenti federali. Questa frontiera della medicina e' troppo importante perche' venga bloccata da politiche sbagliate". Ma il portavoce del presidente, Scott McLean, ha evitato altre possibili obiezioni dicendo: "I vertici del governo sanno che le linee di proprieta' federale non possono essere utili per finalita' terapeutiche. Ma per le conoscenze attuali sull'argomento, e per portare avanti una ricerca di base quel materiale e' sufficiente. Gli scienziati del NIH che si occupano di quelle cellule sono consapevoli di queste contaminazioni da molto tempo, ma continuano a sostenerne la validita', proprio perche' la ricerca e' ancora all'inizio".
Chissa' perche' allora, nei giorni successivi alla notizia, numerose compagnie biotech hanno fatto dei comunicati stampa dichiarando che le cellule utilizzate dalle singole compagnie "non sono coltivate con fattori di crescita animali, e non hanno nulla a che fare con quelle del NIH". Per garantire la sicurezza della propria ricerca si prendono le distanze da quel materiale, che dovrebbe essere, "sufficiente per i bisogni della scienza".
Il governatore del New Jersey, Richard Codey, gia' promotore di un disegno di legge per l'allargamento della ricerca a livello statale, ha interpellato direttamente il presidente inviandogli una lettera aperta. "Perche' forzare i nostri scienziati a spendere anni di tempo e risorse per ripulire le cellule contaminate, piuttosto che utilizzarne di nuove?"
Il consiglio e' pressoche' lo stesso. E piu' che un consiglio, a questo punto appare un passaggio obbligato, la fase necessaria per dare una svolta alla ricerca medica e ad un nuovo senso culturale della scienza. La rielezione di Bush a presidente rallentera' questo percorso, ma c'e' una classe di persone specializzate, medici, pazienti e giudici che non hanno intenzione di perdere il passo della storia.

Fonte: Aduc (15/02/2005)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag: Bush, Usa, staminali
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