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Embrioni in fuga sul display


Un videogioco italiano, disponibile gratis in Internet, per protestare contro la legge 40 sulla fecondazione assistita. Lha ideato il 10 maggio Molle Industria, un gruppo di game designer che in ques

Un videogioco italiano, disponibile gratis in Internet, per protestare contro la legge 40 sulla fecondazione assistita. L'ha ideato il 10 maggio Molle Industria, un gruppo di game designer che in questi mesi è finito spesso sulle pagine dei giornali, noto per avere pubblicato giochi caratterizzati da una forte venatura politica. E ora quest'ultima provocazione con 'Embrioni in Fuga', scaricato già da 5.000 utenti nelle prime 24 ore. Lo scopo è "invitare il pubblico a votare sì al referendum che si terrà tra il 12 e il 13 giugno, in modo da bloccare questa legge oscurantista, che sta ostacolando la ricerca sulle cellule staminali", spiega a Repubblica.it Paolo Pedercini, portavoce di Molle Industria.
'Embrioni in Fuga' ha il valore di un manifesto politico, ma è anche a tutti gli effetti un gioco, dinamico e divertente. È un po' puzzle game e un po' gioco su piattaforme: la protagonista, una ricercatrice, salta, sposta oggetti, muove leve per risolvere gli enigmi che, di livello in livello, diventano via via più difficili. Lo scopo è permettere ad alcuni embrioni che rimbalzano nello schermo di raggiungere sani e salvi la meta (il laboratorio), spianando loro il percorso dagli ostacoli. Il tutto sembra svolgersi in una caverna.
Molle Industria immagina che sarà questo il futuro, se la legge 40 non sarà bloccata: "I ricercatori sono ormai costretti a vivere nelle catacombe braccati da clero e burocrazia.
Ma la dottoressa Betty non si dà per vinta...", si legge infatti sul loro sito.
I nemici del giocatore sono un prete, che giunge le mani e biascica "ora pro nobis", cercando di fare del male a Betty; e un burocrate, che saltando mira a schiacciare gli embrioni. Chiaro il riferimento all'alleanza che, nella visione di Molle Industria, ci sarebbe stata tra clero e centro-destra per promuovere la legge sulla fecondazione assistita.
Il gioco segna anche un passo avanti nella produzione di Molle Industria: "E' il nostro primo gioco open source: gli utenti ne possono scaricare il codice sorgente e modificarlo, per creare nuovi livelli o versioni ambientate in scenari diversi", dice Pedercini. E', anche questa, una scelta di parte: a favore della libera circolazione delle idee e dei prodotti dell'ingegno (la cosiddetta filosofia del "copyleft", opposta al copyright).
Anche altri giochi di Molle Industria contengono un messaggio politico. "Tuboflex", per esempio, è una protesta contro il precariato e il lavoro flessibile. I giochi di maggiore successo sono stati scaricati centinaia di migliaia di volte, finora. "Però solo con 'Embrioni in Fuga' abbiamo voluto esprimere il nostro pensiero in modo esplicito. La ragione è che quella legge riguarda tutti, non soltanto una fascia della popolazione. Ha una portata biopolitica: tocca la vita, il ruolo della donna nella società...".
Molle Industria non si identifica con un partito, ma simpatizza per le idee e i filosofi che hanno ispirato buona parte della sinistra antagonista sessantottina: "Foucalt, Toni Negri, Deleuze e Guattari. Questi ultimi sono citati in un gioco dedicato alla pluralità dei sessi. Inoltre ci sentiamo vicini ai movimenti dei precari, alle post femministe. Quest'ultimo gioco è dedicato proprio a un gruppo post femminista e cyber femminista: Contrazione, attivo a Bologna".
Ma i videogame sono un mezzo adatto a divulgare con efficacia messaggi politici e filosofici? La gente è abituata a vederli come i media dell'intrattenimento fine a se stesso; presterà attenzione ai contenuti sottesi o si limiterà a giocare a tempo perso? "Un videogioco serve allo scopo, perché raggiunge un vasto pubblico, anche fette di popolazione a cui altri media non riescono a parlare. Soprattutto i giovani, che magari non sanno nemmeno di questa legge perché non leggono i giornali. Con questo gioco li si invita alla riflessione. È un mezzo potente, a maggior ragione poiché è su Internet: si può diffondere in modo virale, tra gli utenti, passando di mano in mano e di sito in sito. Anche altri portali lo possono pubblicare liberamente, infatti".

Fonte: LaRepubblica (20/05/2005)
Pubblicato in Percezione e problemi biotech
Tag: fecondazione assistita, referendum
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