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Valutazioni sul trasferimento nucleare come sorgente di cellule staminali.


Riporto alcuni passaggi dei lavori della commissione inerenti le valutazioni sul trasferimento nucleare come sorgente di cellule staminali.
Questa relazione è il risultato dei lavori della Commis

Riporto alcuni passaggi dei lavori della commissione inerenti le valutazioni sul trasferimento nucleare come sorgente di cellule staminali.
Questa relazione è il risultato dei lavori della Commissione ministeriale sull’utilizzazione delle cellule staminali, al fine di esaminare le problematiche relative all’uso di cellule staminali a scopi terapeutici e di chiarire il reale potenziale di sviluppo e di applicabilità di questo settore della ricerca in Italia.
La Commissione si è insediata il 20 settembre 2000, alla presenza del Ministro, Professor Umberto Veronesi, come da Decreto Ministeriale del 6 settembre 2000.
TRASFERIMENTO NUCLEARE (TNSA)
In questo caso le cellule staminali embrionali (ES) sono isolate da cellule dell’embrioblasto derivato dal trasferimento del nucleo di una cellula somatica adulta del paziente in una cellula uovo enucleata. Queste cellule ES posseggono quindi lo stesso genoma nucleare dell’individuo donatore della cellula somatica il quale, quindi, non le rigetterebbe qualora queste cellule ES clonate venissero trapiantate, dopo differenziamento, in un suo organo. Da queste considerazioni emerge come questo procedimento avrebbe l’enorme vantaggio di stabilire cellule ES immunologicamente compatibili per autotrapianto. Nel caso di malattie genetiche, queste cellule potrebbero essere geneticamente ‘curate’ in vitro prima del trapianto. Nell’esaminare le tecniche di derivazione di cellule ES autologhe assumiamo quale scopo finale esclusivo quello di sviluppare metodologie per l’ottenimento di cellule per il trattamento di pazienti. In breve, si tratta di riprogrammare il nucleo di cellule somatiche prelevate dal paziente,
tramite il contatto con il citoplasma di un oocita. Nella pubblicistica contemporanea questa procedura è stata chiamata clonazione terapeutica, un termine, di fatto, chiaramente opinabile. Infatti, un oocita ricostituito con il nucleo di una cellula somatica adulta non può considerarsi uno zigote in senso classico, in quanto non deriva dall’unione di due gameti. A riprova di ciò sta il fatto che l’oocita così ricostituito non dà spontaneamente luogo allo sviluppo embrionale, poiché ciò può avvenire solo grazie a stimolazioni artificiali che lo forzano a svilupparsi in blastocisti. Solo poche tra queste blastocisti hanno l’effettiva capacità di formare un embrione e quindi un feto se trasferite in utero.
Si noti, che l’oocita ricostituito può, invece, essere indotto a proliferare ed incanalarsi verso la formazione delle sfere embrioidi (non di blastocisti) la cui differenziazione può essere indirizzata verso specifici stipiti cellulari.
Quindi, in ultima analisi, l’oocita ricostituito con il nucleo di una cellula somatica del paziente è assai più simile ad una potenziale forma di espansione cellulare (per via asessuata) del paziente stesso, analoga a quella già oggi praticata quando prelievi bioptici di derma vengono amplificati per la produzione di ‘cute artificiale’, tecnica preziosa nella terapia dei grandi ustionati.
Infatti, il processo per cui il nucleo di una cellula somatica, trovandosi nel citoplasma dell’oocita, riacquista le capacità di cellula staminale non è molto dissimile da quelli che si attuano quando cellule normalmente quiescienti prelevate dal corpo di un paziente adulto vengono indotte a proliferare “in vitro” stimolandole con ‘fattori di crescita’.
E’ perciò prevedibile ed auspicabile che la attuale dipendenza dagli oociti di donna possa venire rimpiazzata da tecniche che prevedono l’impiego di estratti citoplasmatici di altre specie animali, o citoplasti prodotti artificialmente, così da poter effettuare in provetta la riprogrammazione genetica dei nuclei delle cellule somatiche.
Prevenendo possibili pressioni sulla salute della donna (come ricordato
dal recente documento europeo Ethical aspects of human stem cell research and use), tale approccio risulta particolarmente interessante.
QUESITI ETICI EMERSI DAGLI ASPETTI TECNICI
La Commissione ha riconosciuto esenti da problemi etici irrisolvibili:
- l’uso delle cellule staminali adulte e da cordone ombelicale, fatto salvo che sia stato ottenuto il consenso informato del donatore e che la sua salute non ne venga compromessa.
- l’uso di cellule staminali da materiale abortivo.
- l’uso di cellule staminali da trasferimento nucleare. Queste cellule staminali vengono ottenute mediante riprogrammazione genetica per trasferimento di nuclei di cellule somatiche in citoplasti artificiali umani e/o animali, purchè non comporti lo sviluppo di embrioni umani (TNSA). Nel caso di citoplasmi umani, viene previsto esclusivamente lo sviluppo di stipiti cellulari tessuto specifici.
La nuova tecnica del trasferimento nucleare per la produzione di cellule staminali autologhe (TNSA) viene raccomandata perché offre la prospettiva di risolvere le esigenze quantitative così come di superare i problemi di compatibilità immunologica. La Commissione ha riconosciuto che questa tecnica, essendo in grado di evitare l’avvio della formazione dell’embrione, appare esente da problemi etici.
Relativamente all’accettabilità etica in relazione alla sorgente delle cellule staminali la commissione considera quale sorgente eticamente accettabile:
- staminali embrionali 18 membri a favore 7 contrari
- staminali da TNSA, fetali, da cordone ombelicale e adulte tutti i membri risultano favorevoli all’unanimità.
Per concludere un’occhiata ai membri della Commissione Dulbecco
Presidente:
Prof. RENATO DULBECCO Premio Nobel per la medicina;
President Emeritus The Salk Institute for Biological Studies
Vicepresidenti:
Prof. CLAUDIO BORDIGNON Direttore Scientifico H. S. Raffaele
Prof. SILVIO GARATTINI Direttore Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri"
Membri:
Prof. ADRIANO BOMPIANI Presidente Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Presidente On. Comitato Nazionale Bioetica
Prof. EDOARDO BONCINELLI Presidente della Società Italiana di Biofisica e Biologia Molecolare
Prof. RICCARDO CORTESE Presidente Istituto di Ricerche di Biologia Molecolare P. Angeletti (IRBM); Coordinatore Commissione MURST per il Progetto IPERGEN sul post-genoma
Prof. BRUNO DALLAPICCOLA Presidente Società Italiana di genetica umana Direttore Scientifico "Casa Sollievo della Sofferenza" di San Giovanni Rotondo
Prof. DOMENICO DI VIRGILIO Presidente Associazione Medici Cattolici Italiani Accademico Pontificio
Prof. CARLO FLAMIGNI Direttore Istituto di Clinica Ostetrica e Ginecologica I° "P. Sfameni" di Bologna Membro Comitato Nazionale per la Bioetica
Prof. UMBERTO GALIMBERTI Ordinario di Filosofia della storia
Prof. ENRICO GARACI Presidente Società Italiana di microbiologia
Prof.ssa RITA LEVI MONTALCINI Premio Nobel per la medicina
Prof. LUIGI LORENZETTI Direttore della "Rivista di Teologia Morale"
Prof. LUCIO LUZZATTO Direttore Scientifico Istituto nazionale per la ricerca sul cancro
Prof. GIACOMO MARRAMAO Ordinario di Filosofia della politica
Prof. MAURIZIO MORI Segretario Consulta di Bioetica
Prof. DEMETRIO NERI Ordinario di Bioetica
Prof. GIUSEPPE NOVELLI Docente di genetica umana
Prof. PIERGIUSEPPE PELICCI Direttore Dipartimento di oncologia sperimentale, Istituto Europeo di Oncologia
Dott.ssa LIVIA POMODORO Presidente del Tribunale per i Minorenni – Milano
Prof. CARLO ALBERTO REDI Dipartimento di biologia animale, Università degli Studi di Pavia
Prof. STEFANO RODOTA’Garante per la protezione dei dati personali
Prof. SERGIO ROSTAGNO Docente di teologia sistematica presso la Facoltà Valdese di Teologia, Roma; Coordinatore del Gruppo di lavoro sui problemi etici presentati dalla scienza della Tavola Valdese
Prof. LEONARDO SANTI Presidente Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie
Prof. GIROLAMO SIRCHIA Direttore Centro Trasfusionale e di Immunologia dei Trapianti, Ospedale Maggiore di Milano
Card. ERSILIO TONINI Arcivescovo Emerito di Ravenna
Segretario:
Prof. RICCARDO POLI Dirigente Medico Dipartimento della Programmazione, Ministero della Sanità
Spero che questo stimoli una discussione costruttiva, ricordo che l’attuale legge 40 vieta l’utilizzo di cellule staminali derivate dal processo di trasferimento nucleare.
Fabrizio Ferraro

Fonte: Corriere (26/06/2005)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare
Tag: TNSA, trasferimento nucleare, staminali, clonazione
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