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Fecondazione, con la legge 40 calano i nati, aumentano gli aborti spontanei


Chi l’ha difesa si è sentito un «ex embrione» ma a guardar bene la legge 40 sulla fecondazione medicalmente assistita, così com’è stata congegnata, non ha aumentato questa popolazione. Tutt’altro. Cos

Chi l’ha difesa si è sentito un «ex embrione» ma a guardar bene la legge 40 sulla fecondazione medicalmente assistita, così com’è stata congegnata, non ha aumentato questa popolazione. Tutt’altro. Così risulta alla prova della scienza e dei numeri ad un anno dall’entrata in vigore della normativa strenuamente difesa dalle gerarchie cattoliche e costata, recentemente, una sommossa al leader di An Gianfranco Fini per averne messo in dubbio l’utilità. La Società italiana di embriologia ha raccolto e analizzato i dati, da cui emerge un quadro desolante. Dall’entrata in vigore dei nuovi divieti e obblighi su tecniche di riproduzione assistita e impianti, i casi di aborto spontaneo sono aumentati del 44% e le gravidanze portate a termine sono calate del 30%.
Il che significa che se prima della nuova regolamentazione il fallimento della tecnica riguardava una donna su dieci che si sottoponeva al bombardamento di ormoni e alla fecondazione in vitro, ora è una su quattro a non riuscire a coronare il suo sogno di maternità.
E gli “ex embrioni”, almeno quelli in provetta, diminuiscono vertiginosamente.
Paolo Giovanni Arpini, presidente della Società Italiana di Embriologia Riproduzione e Ricerca (Sierr) spiega che questa allarmante situazione emerge dal confronto dei risultati di 1000 cicli di fecondazione assistita eseguiti in circa 20 centri italiani prima dell'entrata in vigore della legge, con 800 cicli eseguiti dopo. Il motivo di questo importante aumento, spiega l'embriologo, è che oggi non è più consentita la selezione pre-impianto dell'embrione. E visto che l’assurda legge italiana obbliga comunque a impiantare tutti gli embrioni fecondati, quindi anche quelli più “deboli” o malati, la percentuale di esiti positivi diminuisce.
Complessivamente con la legge 40 è aumentato del 59% il numero di embrioni di cattiva qualità trasferiti in utero. Oggi, aggiunge l'esperto, la normativa consente di evitare il trasferimento in utero solo di quell'embrione che risulti gravemente alterato, ovvero con un assetto cromosomico visibilmente anomalo (per esempio embrioni frutto di un ovulo fecondato da più spermatozoi).
L'obbligo di trasferire tutto quello che viene prodotto, ribadisce infine Arpini, si ripercuote sui casi di aborto precoce e, naturalmente, ha un forte peso sulla salute psicologica della donna che si sottopone alle pratiche di fecondazione assistita.

Fonte: l'Unità (06/07/2005)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: fecondazione
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