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Dibattito sulle staminali in Italia


Lopinione di Gaetano Romano, oncologo e ricercatore presso lUniversità di Temple

Guarda al dibattito italiano sulle cellule staminali e alla confusione che si è venuta a creare intorno al dibattito Gaetano Romano, oncologo e ricercatore impegnato presso l'Università di Temple e all'Istituto Thomas Jefferson di Philadelphia, che vive da 20 anni negli Stati Uniti. "Il dibattito etico-morale sul possibile impiego di cellule embrionali staminali umane - spiega Romano - sembra essere ancora dominante in Italia". A suo parere, l'opinione pubblica potrebbe aver ricevuto il messaggio secondo cui il principale ostacolo alla ricerca sul possibile impiego terapeutico sia principalmente causato da rigide posizioni di principio del sistema politico e sociale del Bel Paese. "A questo va aggiunto che i fondi in Italia sono gestiti da pochi gruppi forti che non lasciano spazio a una migliore perequazione nella distribuzione delle risorse".
Quali sono i veri problemi legati allo studio e all'applicazione delle stesse?
Negli ultimi anni negli USA e in Paesi Europei Nord-Occidentali si è analizzata l'effettiva rilevanza clinica dei progetti di ricerca finalizzati all'impiego di cellule staminali per trapianti, a prescindere da valori di natura etica e morale. Effettivamente, la biologia delle cellule staminali non è stata ancora studiata a sufficienza e studi preliminari condotti in modelli animali hanno fatto sperare in una possible applicazione clinica in tempi abbastanza brevi, ma così non è stato. Un esempio è lo studio di malattie neurodegerative, in cui un trapianto di cellule staminali sembra essere in grado di correggere, sebbene parzialmente, gli effetti delle malattie indotte negli animali in modo più o meno artificiale. Ma ancora non si sa in quale misura i vari modelli animali siano in grado di riprodurre determinate patologie, soprattutto se si riferisce al sistema nervoso centrale.
Su questa base, ci sono quindi due importanti aspetti che vanno considerati con molta attenzione: la carenza di adeguate informazioni riguardanti la biologia delle cellule staminali e la limitata conoscenza delle patologie del cervello umano.
Da dove vengono estratte queste cellule?
I vari tipi di cellule staminali possono essere ricavati da feti abortiti, embrioni ottenuti mediante fecondazione in vitro e da tessuti umani di vario genere (sangue, tessuti adiposi, eccetera). Queste ultime sono denominate cellule staminali adulte. Negli Stati Uniti d'America ci sono delle agenzie autorizzate a fornire cellule staminali embrionali estratte da feti derivanti da gravidanze interrotte e queste cellule possono essere usate soltanto per scopi di ricerca. Un'altra questione spinosa deriva dalla produzione di cellule embrionali staminali mediante fecondazione di ovuli umani in vitro. Le cellule staminali adulte potrebbero, almeno in linea di principio, essere la soluzione ai molti dilemmi di natura etico e morale associate all'impiego di cellule embrionali staminali umane, dal momento che la produzione di cellule staminali adulte non comporta la soppressione di un embrione. Ad ogni modo, le cellule staminali adulte non sono facili da individuare, sono molto rare e si dubita della loro capacità di rigenerare tessuti in maniera efficiente, per non parlare dei rischi legati ai trapianti con cellule staminali.
Ci possono essere legami tra cellule staminali e casi di tumore nell'uomo?
Ci sono degli studi che indicano la possibilità che cellule staminali possano avere un ruolo se non provocare alcuni tumori. Inoltre si è riscontrato che esistono delle cellule cangerogene simili alle staminali nei comportamenti, che sembrano essere persino immuni alle normali terapie come la chemioterapia e che, seppur parzialmente soppresse, si rigenerano in modo aberrante divenendo più resistenti. Ma saperlo è già un passo in avanti per la ricerca.
C'è un caso di applicazione con successo delle staminali sull'uomo?
Sì, nella osteogenesi imperfetta, una malattia che colpisce le ossa provocando effetti devastanti. Si è visto che ai bambini a cui è stato fatto un trapianto di sangue, queste cellule ematopoietiche hanno provocato dei miglioramenti, funzionando da vettori genetici. Dunque una terapia genetica e non rigenerativa dei tessuti come inizialmente si sperava.
Quali le applicazioni più frequenti?
Trapianti di cellule umane embrionali neuronali sono già stati condotti in Paesi Nord Europei, nella speranza di trattare pazienti affetti dal morbo di Parkinson. Le cellule neuronali sono state ricavate dal cervello di feti derivati da gravidanze interrotte. Questo tipo di cellule non sono staminali e non dovrebbero produrre tumori o altri tipi di frammenti di tessuto, in quanto sono già programmate a formare tessuti celebrali. Comunque, alcuni pazienti hanno sviluppato dischinesia (movimenti non controllati) a seguito dell'intervento. Ciò potrebbe essere attribuibile a una non appropriata e forse perfino eccessiva produzione di dopamina da parte dei tessuti impiantati nei pazienti.
Differenze tra il dibattito sulle staminali in Italia e all'estero?
Il dibattito condotto al di fuori dell'Italia è sulla reale efficacia terapeutica dell'impiego di cellule staminali per trapianti. A causa del forte scetticismo a questo riguardo, le richieste di finanziamenti per progetti di ricerca sui trapianti di cellule staminali devono ora dimostrare, in concreto, la validità delle linee di ricerca proposte.
Pierpaolo Basso

Fonte: newsitaliapress (31/08/2005)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag: Italia, staminali
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