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Giordano: «Sistema marcio, chi denuncia viene isolato»

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Lo scienziato napoletano da vent’anni in America: E’ capitato a mio padre, ostacolato dai politici

Esplode la polemica sulle nomine nelle aziende sanitarie pilotate dai politici e il professor Antonio Giordano spara a zero, in modo consapevole. Tant’è che a fine conversazione prevede:''Sa domani quante telefonate riceverò, d’elogio, per le mie dichiarazioni? Ma quanti faranno come me? Nessuno, credo''. Eppure, dice l’oncologo partenopeo (che oggi a Manfredonia ritira il premio''Re Manfredi''con lo scrittore Paulo Coelho),''non bisogna sorprendersi più di tanto''. Entrando nel merito della vicenda, Giordano spiega che''questo è l’andazzo, e non solo in campo medico''.
Conosce l’onorevole Petrella?
''L’ho conosciuto così. Comunque, non ho presupposti per giudicare il suo comportamento''.
Che ne pensa della lottizzazione dei primari?
''Non esiste certo da adesso''. Il tutto, aggiunge Giordano,''è geneticamente trasmesso da generazioni''. Ma questo non significa che bisogna arrendersi all’evidenza. Anzi,''è l’ora di disconnettere questa influenza''.
Quindi, Alleanza nazionale ha fatto bene a diffondere le intercettazioni?
''Certo, ma questo tipo di denunce non devono essere fatti isolati utili solo allo scontro a livello politico. Del resto, non mi sorprenderei se i Ds facessero lo stesso. Il problema è che devono cambiare i politici, e il modo di agire, in tutti e due gli schieramenti''.
Perché, professor Giordano, ha voglia di intervenire?
''Perché la politica ha un ruolo fondamentale e decisivo nella scelta di posizioni in cui non dovrebbe affatto entrare nel merito.
In questo senso, mi interessa dare uno spunto di riflessione più ampio. Non va messo in risalto il caso singolo e basta, ma deve emergere un discorso. Il senso è che tutti devono smettere di intervenire e influenzare tutte le attività culturali: dal campo universitario a quello scientifico, altrimenti l’Italia non riuscirà mai a organizzare massa critica e strutture di eccellenza''.
Però, il deputato dei Ds sostiene che quelle telefonate sono''legittime''e ammette di averne tante altre. Condivide?
''Beh, se questa è la strategia significa allora che tutti hanno ragione. Che è come se nessuno avesse ragione, a nessun livello. Condanno sia chi sollecita che chi è sollecitato''.
Lei, invece, non è mai''inciampato''in una raccomandazione?
''Preciso che la raccomandazione non mi sembra una pratica negativa. Non c’è niente di male nel segnalare una persona di qualità. Diversa è però l’imposizione. Nel mio gruppo di ricerca, comunque, bisogna produrre. E se fallisce il gruppo, fallisco io. E poi io sono l’esempio di chi poteva sfruttare il sistema per natura e origine, ma ho sempre evitato di farlo. Perciò posso dire e dico certe cose''.
Nessun caso, dunque, da raccontare.
''Ho vissuto la vicenda di mio padre, professore e oncologo del Pascale che denunciando tanti sbagli è stato isolato da colleghi e politici, gli stessi colleghi e politici che oggi sono ancora ai vertici. Il suo scopo era solo quello di fare un’oncologia moderna e migliorare le condizioni degli ammalati. Ma 20 anni fa tutti l’ostacolarono''.
Logico, dunque, che lei abbia fatto carriera all’estero?
''Non è un caso,maallora io ero già partito per gli Stati Uniti. Pur venendo da una famiglia di medici, non ho mai voluto il compromesso. Perché amo Napoli, ma anche il mio lavoro e preferisco confrontarmi con persone di qualità che qui, invece, non trovano valorizzazione''.
Perché?
''A Napoli, i cittadini sono viziati dai politici e abituati a raggiungere posizioni senza conquistarsele. Velocizzare certi canali è quasi automatico nei concorsi e altri tipi di competizioni. Qui, vedo un atteggiamento più difficile e paludoso, ma non è che se la passino poi tanto meglio altrove in Italia''.
E lei è''fuggito''in America.
''Fui incoraggiato proprio da mio padre ad andar via, in ambienti dove potessi realizzarmi. Del resto, anche in Italia, ci sono professionisti che nel pubblico e nel privato operano in due modi diversi. Nel privato, perché è tutto eccezionale? Ci sono incentivi, interessi. Gli scarti sono nel pubblico per questo. Ma la questione è ampia. Se ne potrebbero fare dieci puntate...''.
Maria Pirro

Fonte: Corriere del Mezzogiorno (22/09/2005)
Pubblicato in Analisi e Commenti
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