Dopo un infarto il cuore si autoripara
La scoperta al Laboratorio di Biologia Molecolare di Monterotondo: topi che riprendono funzionalità cardiaca
Topolini con il cuore che si autoripara dopo un infarto. E' la straordinaria scoperta del gruppo di ricerca guidato da Nadia Rosenthal, direttrice del Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (EMBL) di Monterotondo, intervenuta al V convegno nazionale "Cellule Staminali e Progenitori Emopoietici Circolanti" a Roma.
I topolini, spiegano i ricercatori, riescono a riparare, da soli, il proprio cuore dopo un infarto grazie alla produzione di un fattore di crescita che potrebbe divenire determinante nelle strategie di riparazione di organi e tessuti. Il loro segreto è la capacità di produrre in modo continuo nel cuore un particolare fattore di crescita, il fattore insulinico 1 (IGF-1). Così, procurato un infarto al topo, l'animale è in grado di riprendere in modo straordinario la funzionalità cardiaca e alle cicatrici lasciate dall'infarto si sostituisce un tessuto muscolare funzionante.
Il sospetto che IGF-1 fosse un fattore di crescita con particolari poteri di rigenerare il tessuto cardiaco, ha spiegato la Rosenthal, è sorto dopo anni di ricerca su diversi fattori di crescita.
Dai risultati degli studi è emerso che IGF-1, la cui funzione è importante in tutto il corpo, sembrava "speciale", perché, per esempio, si era visto che in condizioni di carenza di IGF-1 si manifestava atrofia del miocardio.
Con queste premesse, continua la ricercatrice, "abbiamo inserito IGF-1 nel Dna del topolino, in modo che il suo cuore lo producesse continuamente, e abbiamo visto innanzitutto che il topo non risente in alcun modo di questa modifica genetica". L'animale, prosegue la scienziata, non si ammala di cancro né di altre malattie in qualche modo collegabili a un fattore di crescita prodotto continuamente.
Così, gli scienziati sono passati alla fase successiva: hanno procurato un infarto ai topolini transgenici e hanno notato che dopo pochissimo tempo la loro funzione cardiaca recupera in modo straordinario. Non è tutto, perché il tessuto fibroso e cicatriziale (che nel paziente è alla base dell'insufficienza cardiaca post-infarto) pian piano viene riassorbito e sostituito da tessuto muscolare miocardico. Il recupero visto nei topolini è straordinario "come mai visto prima".
Ancora non si è scoperto su quali elementi vada a influire IGF-1 per dare simili risultati: quel che è certo, in ogni caso, è che è un fattore di crescita tra i più promettenti nella rigenerazione cardiaca. È possibile, si ipotizza, che richiami in sede cellule staminali dal midollo o che stimoli quelle cardiache già presenti, oppure che semplicemente comandi la riorganizzazione del tessuto miocardico post-infarto senza una vera e propria costruzione di nuovo tessuto. Questo sarà l'oggetto delle prossime ricerche.
Lo studio, conclude la Rosenthal, ha messo in luce due importanti risultati: non solo indica quale sia un fattore di crescita su cui puntare per la rigenerazione cardiaca, ma conferma che se il cuore riceve lo stimolo a ripararsi subito dopo il danno, i risultati della riparazione sono molto più significativi e si può prevenire la formazione di tessuto cicatriziale a tutto vantaggio della funzionalità del cuore.
Redazione (26/05/2006)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag:
infarto,
staminali,
cuore
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