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Orologio biologico: una causa dell'obesità

Cellue adipose


Da una nuova ricerca presentata al Forum europeo sulle neuroscienze (FENS 2006) emerge che l'orologio biologico, ovvero l'orologio interno proprio del corpo, potrebbe essere causa di molte pat

Da una nuova ricerca presentata al Forum europeo sulle neuroscienze (FENS 2006) emerge che l'orologio biologico, ovvero l'orologio interno proprio del corpo, potrebbe essere causa di molte patologie comuni, quali l'ipertensione, la resistenza all'insulina o l'obesità.

Ruud Buijs del Netherlands Institute for Brain Research ritiene che i difetti dell'orologio biologico possano essere responsabili della "sindrome metabolica", che può colpire il cuore e il sistema cardiovascolare, con sintomi comuni tra cui l'obesità, la resistenza all'insulina e l'ipertensione. Secondo indagini condotte negli USA un quarto della popolazione può essere affetta da sindrome metabolica.

L'orologio biologico consente agli esseri umani e agli altri animali di misurare il tempo. Si tratta di un elemento estremamente importante in quanto determina il momento in cui assumere cibo, la durata del letargo degli animali, e la lunghezza dei nostri periodi di sonno. L'orologio biologico regola anche i livelli di attività dei nostri organi interni (metabolismo). Si è scoperto che negli esseri umani l'area responsabile dell'orologio biologico si trova nel nucleo soprachiasmatico (NSC), situato nel cervello, dietro agli occhi, ma al di là dell'avere stabilito che il suo ruolo è quello di orologio biologico, il resto delle sue funzioni resta avvolto nel mistero.

Buijs e la sua équipe hanno esaminato il rapporto fra l'NSC e un'altra area, il nucleo arcuato, responsabile della regolazione dei segnali di fame.
Il nucleo arcuato monitora i livelli nutrizionali mantenendo sotto controllo i valori di glucosio, acidi grassi e ormoni quali l'insulina.

"Abbiamo ricercato la relazione fra il nucleo arcuato e l'NSC mediante studi con tracciante che hanno rivelato il rapporto reciproco fra i due", ha dichiarato Buijs. "Abbiamo esaminato l'influenza dell'ormone circolante sull'attività dell'NSC e abbiamo scoperto che varia in base all'attività del nucleo arcuato", ha aggiunto, suggerendo che le due regioni sono strettamente connesse.

L'équipe di Buijs ha usato traccianti chimici per seguire le vie di comunicazione che collegano le due aree. Secondo gli studi condotti, gli ormoni che agiscono sul nucleo arcuato sono stati associati anche all'obesità. Se il nostro corpo non è in grado di dire quando è sazio, a quel punto è possibile continuare a mangiare, diventando obesi.

"Un ampio studio sul comportamento del sonno ha rivelato una relazione positiva fra il dormire troppo o troppo poco e lo sviluppo di obesità e di patologia cardiovascolare", ha affermato Buijs. "Si stanno raccogliendo sempre più prove secondo le quali la sindrome metabolica sarebbe una malattia del cervello". Tali scoperte potrebbero influenzare il modo in cui alcune malattie, come l'obesità o l'ipertensione, vengono trattate, associandole a disturbi dell'orologio biologico.

Tuttavia, questa nuova scoperta può anche essere letta sotto un altro punto di vista: "D'altro canto, è possibile che i recenti cambiamenti nel nostro stile di vita, con una minore attività diurna e un maggiore apporto di cibo durante le ore notturne, abbiano influito negativamente sull'orologio biologico", ha sostenuto Buijs, lasciando sgombra la strada ai metodi tradizionali per combattere le malattie cardiovascolari e l'obesità sulla base di una dieta salutare.

Ruud Buijs e i suoi collaboratori hanno dimostrato che l'NSC potrebbe non essere "l'orologio principale" come ritenuto sinora, e che svolge piuttosto un ruolo maggiormente olistico all'interno del corpo. Ulteriori ricerche porranno l'accento sui modi in cui si potranno comprendere meglio le malattie metaboliche.

Fonte: Cordis (12/07/2006)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: obesita, orologio biologico, ipertensione
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