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Scoperto un recettore che protegge il feto

Gravidanza


Il recettore D6 blocca l'ingresso nel feto di stimoli infiammatori proteggendolo dall'aborto spontaneo

E' stato scoperto un recettore che regola l'ingresso nel feto di stimoli infiammatori presenti nella circolazione della madre.
Si tratta di un "filtro" che blocca le chemochine, proteine prodotte sia dal feto che dalla madre. Il recettore è presente nella placenta ed in particolare al confine tra sangue materno e feto (sinciziotrofoblasto).
Questi importanti risultati sono stati ottenuti dal team di Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto Clinico Humanitas, e da Massimo Locati dell’Università degli Studi di Milano, nell’ambito del progetto europeo EMBIC e pubblicati sull’autorevole rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences). Sono stati coinvolti nella ricerca anche Pierluigi Meroni, del Dipartimento di Medicina Interna dell’Università degli Studi di Milano, e i ricercatori dell’Università degli Studi di Trieste, del Duke University Medical Center di Durham (USA) e dell’Università di Rijeka (Croazia).
I ricercatori hanno individuato il recettore nella placenta e hanno dimostrato che questo ha un ruolo fondamentale nella protezione del feto: lo protegge da malattie infiammatorie che sono la causa degli aborti spontanei.

I ricercatori infatti, in laboratorio, hanno osservato che, in assenza del recettore D6, vi è un significativo aumento del tasso di aborti spontanei associati a malattie infiammatorie (in particolare la sindrome anti-fosfolipidi, provocata da auto-anticorpi).
Mantovani, docente di Patologia Generale all’Università degli Studi di Milano spiega che: "In condizioni normali, le chemochine giocano un ruolo essenziale nella difesa immunitaria. Guidano infatti i globuli bianchi dove sono maggiormente necessari. Limitando il numero di queste proteine, il recettore D6 controlla proprio lo sviluppo della risposta. I risultati dello studio dimostrano che in caso di infiammazione questo recettore svolge un ruolo essenziale nel salvaguardare il feto dai globuli bianchi che, causando un danno infiammatorio, possono provocare la perdita del feto. Ora stiamo inoltre studiando l’importanza di questo meccanismo nello sviluppo di alcune forme di tumore favorite da una risposta infiammatoria”.
"Il prossimo passo", spiega Massimo Locati, "consisterà nel valutare l’associazione tra varianti genetiche del recettore, rischio di malattie infiammatorie e perdita del feto. Soprattutto sarà possibile studiare e mettere a punto un farmaco sul modello del recettore nella lotta contro le infiammazioni”.

Redazione MolecularLab.it (06/02/2007)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare
Tag: feto, aborto
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