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Scoperti 33 geni responsabili della tolleranza all'organo trapiantato

Acidi nucleici


Un particolare tipo di profilo genico permette ad alcuni pazienti di non avere problemi di rigetto anche senza farmaci immunosoppressori

I ricercatori del Lucile Packard Children's Hospital e della Stanford University School of Medicine hanno scoperto che 33 geni sono responsabili della tolleranza all'organo trapiantato. Normalmente i pazienti sottoposti a trapianto devono assumere per tutta la vita dei farmaci anti rigetto.
Gli scienziati attraverso un esame del sangue hanno identificato un profilo di espressione genica condiviso da un piccolo gruppo di pazienti che consente loro di non avere problemi di rigetto per anni anche in assenza di farmaci immunosoppressori. Questa interessante scoperta fa pensare che i pazienti trapiantati che condividono lo stesso schema genetico e assumono farmaci anti-rigetto potrebbero ridurne o addirittura eliminarne l'assunzione. I farmaci immunosoppressori infatti espongono i pazienti a molti effetti collaterali tra cui un rischio maggiore di incorrere in infezioni. Inoltre questo studio potrà essere utile anche ai medici per determinare il modo migliore per indurre la tolleranza all'organo trapiantato, quale che sia il loro profilo d'espressione genica.

Attraverso un esame del sangue è possibile rilevare il profilo d'espressione dei 33 geni responsabili della tolleranza all'organo trapiantato, ottenendo una previsione della tolleranza del paziente all'organo con un'accuratezza superiore al 90%. La scoperta è stata confermata in due gruppi di pazienti trapiantati uno dei quali assumeva dosaggi standard di immunosoppressori mentre l'altro, con il profilo di espressione genetica adatto, assumeva solo dosaggi ridotti. Non è ancora chiaro come i 33 geni influiscano sulla tolleranza all'organo ricevuto, gli scienziati però hanno identificato una molecola regolatrice, chiamata TGFbeta, responsabile dell'espressione e della funzione di un terzo di questi geni. Sarwal ipotizza che i geni in qualche modo influiscano sullo sviluppo delle cellule immunitarie responsabili del riconoscimento biologico del sé e del non-sé.
Minnie Sarwal, autore dell'articolo pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences spiega: 'La grande maggioranza dei pazienti che interrompe l'assunzione dei farmaci va incontro al rigetto dell'organo. Ora però abbiamo la speranza di poter dire a qualcuno di essi che potrà ridurre al minimo l'assunzione di farmaci immunosoppressori'. I ricercatori però sottolineano che è necessario avere prudenza perché "tolleranza a lungo termine" non significa "tolleranza per sempre" perché severe infezioni possono scatenare dei meccanismi che determinano il fenomeno del rigetto.


Redazione MolecularLab.it (08/10/2007)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare
Tag: TFGbeta, rigetto, trapianti
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