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Vincenti le facoltà scientifiche nel mondo del lavoro

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Le facoltà scientifiche permettono un più rapido inserimento nel mondo del lavoro, ma i laureati sono in calo ed aumenta la percentuale di ritirati

A Milano sono stati presentati i dati raccolti dalla Camera di commercio, che hanno esaminato la situazione universitaria lombarda, riscontrando alcuni aspetti critici come il calo dei laureati, che da 48.713 nel 2005 sono passati a 45.473 nel 2006 e l'aumento dell'età media dei 'dottori'; 24,3 anni per le triennali e 25,3 per le specialistiche, con un 23% degli iscritti che abbandona l'università nei primi due anni di frequenza.
Il presidente di Formaper, azienda speciale della Camera di commercio che ha realizzato la ricerca, Renato Borghi, spiega che "C'è una domanda non corrisposta di laureati nelle materie scientifiche. Occorre saper valorizzare appieno le risorse umane di elevato profilo presenti nel nostro territorio".
I più richiesti dal mercato del lavoro lombardo sono gli studenti di materie scientifiche, Ingegneria, economia, chimica e matematica, che rappresentano il 23,8% dei 46mila 'dottori' nel 2006.
Per ogni 10 domande di ingegneri o statistici ci sono solo 3 laureati disponibili.
Il dato nuovo che emerge dallo studio è che anche i neolaureati che a Milano hanno scelto studi più a rischio, come scienze politiche, lettere o scienze della formazione, riescono a trovare un'impiego, anche se meno remunerativo, precario e spesso non in linea con le aspettative.
All'opposto si pone la facoltà di giurisprudenza che sforna dopo il tirocinio mille nuovi avvocati all'anno che si aggiungono ai 13mila giuristi nella sola provincia di Milano, in un sistema che ha da tempo esaurito le capacita' di assorbimento.
Lo studio presentato ha anche fotografato la situazione dei laureati triennali; secondo lo studio quasi un triennalista su due non continua gli studi, e viene subito assorbito nel mondo del lavoro. Il 73,2% viene calamitato dalle imprese, il 24,7% dalla pubblica amministrazione e solo il 2,1% dal terzo settore non imprenditoriale ma contratti di lavoro a tempo indeterminato vengono concessi solo al 17,3% dei neolaureati.
Alberto Meomartini, consigliere incaricato per Scuola e Università Assolombarda e presidente di Snam Rete Gas, spiega che "Il sistema occupazionale italiano tende a professionalizzarsi sempre di più" e che "Le imprese devono far sì che anche il laureato triennale sappia che ha diverse prospettive di carriera".

Redazione MolecularLab.it (18/07/2008)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: lavoro, universita
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