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A rischio i precari della ricerca

Ricercatrice sotto cappa


Il decreto Brunetta ferma le assunzioni di precari, e il mondo accademico e della ricerca insorge

Col decreto Brunetta si assisterà, entro il prossimo giugno, ad un blocco delle assunzioni dei precari. Questo provvedimento toccherà indifferentemente i precari statali così come gli addetti alla ricerca, a meno che non venga accolta la richiesta avanzata dal presidente dell'Istituto Superiore di Sanita' Enrico Garaci, che richiede una legge delega appositamente concepita per mantenere aperte le assunzioni dei precari che saranno impegnati nella ricerca. secondo Garaci le problematiche della ricerca meritano "una trattazione separata rispetto al resto della Pubblica Amministrazione. Si tratta di un personale selezionato, che ha fatto concorsi, qualificato, che e' ancora precario perche' c'e' stato un blocco dei concorsi in passato che e' stato esiziale".
Anche a causa di questo in Italia i precari addetti alla ricerca sono solo 3,3 su 1000, contro una media europea di 5,8 su 1000.
Alla schiera di personalità che manifestano la propria preoccupazione riguardo il decreto Brunetta si aggiunge l'assessore regionale del Piemonte Andrea Bairati che ha incontrato i rappresentanti dei ricercatori e precari dell'università, nel corso di una manifestazione contro i tagli alla ricerca.
Durante la manifestazione i ricercatori hanno manifestato disappunto contro una legge che avrà inevitabilmente ripercussioni sull'intero paese, e che ne abbasserà il livello, anzichè rilanciarlo sfruttando il campo della ricerca.
Bairati spiega che "Noi abbiamo avanzato la richiesta di avere un grado maggiore di autonomia di gestione nelle materie dell'universita' e della ricerca nella revisione del Titolo V della Costituzione" e ricorda che negli ultimi anni la regione ha investito oltre 300 milioni di euro in ricerca e in risorse per il sistema universitario piemontese, per il diritto allo studio, per la residenzialita' e l'edilizia universitaria, per gli assegni di ricerca e il contenimento della fuga dei cervelli.
Alla manifestazione dei rappresentanti farà seguito un incontro a novembre durante il quale si esaminerà in primo luogo la situazione coi rappresentanti dei sindacati.
A sostenere, invece, Brunetta vi è il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi il quale concorda col concetto proposto dalla legge, quello cioè dello "screening" dei precari.
Tale screening è volto a considerare le modalità di assunzione dei singoli precari nelle amministrazioni e il tempo di lavoro intercorso, per poi applicare provvedimenti adeguati a seconda dei casi.
Il ministro ha però affermato, durante una intervista, che l'ipotesi di una legge delega ad hoc per i precari della ricerca sarà comunque valutata.
A portare alla ribalta il problema, dopo l'entrata in vigore della legge 133 è stata l'occupazione delle aule del Polo scientifico di Firenze, operata da studenti, ricercatori e docenti lo scorso 6 ottobre.
Si puo leggere in un comunicato come i partecipanti abbiano definito "il taglio dei fondi statali all'universita', unito alla possibilita' per gli atenei di trasformarsi in fondazioni private, una privatizzazione coatta dell'universita' italiana" e si sottolinea che "l'assemblea appoggia in pieno la protesta dei ricercatori e la loro scelta di ritirare la disponibilita' all'insegnamento gratuito e la conseguente sospensione dei corsi da loro tenuti", mentre gli studenti affermano di voler "''mettere in atto un'occupazione del Polo Scientifico per portare a conoscenza del problema tutta la societa' civile con iniziative congiunte di studenti, ricercatori e docenti; promuovere un dibattito di livello nazionale su come migliorare l'università"
Prima ancora di questa mobilitazione erano stati, il 2 ottobre, i precari e lavoratori della ricerca a manifestare davanti alla sede del CnR di Palermo, e i precari dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania. Lo scopo sempre lo stesso, chiedere il ritiro del Decreto Brunetta, giudicato da Giusto Scozzaro, segretario generale della Flc Cgil siciliana, un provvedimento che "rischia di dare un colpo mortale alla ricerca oltre a ledere diritti certi dei lavoratori".
considerando le opposizioni su più fronti al decreto, è facile dedurre che l'entrata in vigore della 133 avrà, come conseguenza, una imponente fuga di cervelli da parte delle centinaia di ricercatori qualificati che si vedranno negato il riconoscimento di una professionalità ed esperienza decennale, nonostante il paese abbia già investito milioni di euro sulla loro formazione.
Raffaella Bucciardini, dirigente sindacale di Usi-Rdb Ricerca, afferma che "La ricerca viene messa in ginocchio e con poche righe di emendamento si cancellano gli effetti di decenni di lotta per la stabilizzazione".
Scopo delle mobilitazioni è ottenere il ritiro dell'emendamento Brunetta, i precari e i sindacati non si accontentano di una proroga fino al 2009.
Continua la Bucciardini "se i precari dell'Iss, e degli istituti di ricerca in generale, saranno costretti a fare le valigie, sara' una catastrofe per la ricerca pubblica e per la stessa salute del nostro paese. Inoltre chi controllera' i nostri vaccini, i nostri farmaci e i nostri cibi? Ci auguriamo che il governo tenga conto di questi problemi, sappiamo che la discussione e' aperta e che ci sono esponenti interne alla maggioranza che premono per rivedere la norma"

Redazione MolecularLab.it (13/10/2008)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: Brunetta, precari, lavoro, ricercatori
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