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Alleanza IFOM e A*STAR di Singapore contro il cancro

bioinformatica


Joint Research Lab in ambito oncologico tra IFOM di Milano e A*STAR, l'Agenzia governativa per la Scienza, la Tecnologia e la Ricerca di Singapore

Il futuro della ricerca dipenderà dalla creazione di sinergie internazionali, fondate su team di lavoro virtuali, su obiettivi di ricerca comuni, sulla condivisione delle risorse e delle tecnologie, sullo scambio formativo, sulla circolazione dei cervelli.

Ne è convinto l'IFOM, l'Istituto specializzato nella ricerca sui meccanismi alla base dell'insorgenza e dello sviluppo dei tumori che, fondato più di dieci anni fa dalla FIRC come network di scienziati provenienti dalle principali realtà scientifiche italiane, imposta oggi il futuro della sua ricerca su una rete di alleanze strategiche con i più competitivi centri di ricerca internazionali.

Perché, se gli obiettivi della ricerca sul cancro sono ormai chiari - dalla diagnosi precoce alle terapie personalizzate,- il percorso più efficace per raggiungerli velocemente è di uscire da logiche territoriali e unire le proprie forze su progetti congiunti in uno scenario internazionale. "in un mondo sempre più competitivo - commenta il professor Marco Foiani, Direttore di IFOM - fare ricerca da soli entro i confini nazionali, è una corsa fallimentare, che a lungo termine non può produrrerisultati scientifici di qualità, né avere ricadute benefiche per l'Italia".

Un passo significativo in questa direzione l'istituto milanese l'ha fatto oggi, spostando il proprio baricentro nel cuore della ricerca biomedica asiatica, con l'apertura di un Joint Research Lab con A*STAR, l'Agenzia governativa per la Scienza e la Ricerca di Singapore. "Singapore - precisa Foiani - ci interessa non solo per gli investimenti crescenti in innovazione tecnologica ma anche per il dinamismo sul fronte della ricerca e per la qualità della sua produzione scientifica". Le autorità istituzionali singaporiane sostengono infatti un intenso programma di sviluppo nel campo biomedicale, prevedendo per i prossimi anni un ulteriore incremento dei già sorprendenti volumi di investimento registrati in questo settore che considerano cruciale. Il tutto in un quadro politico-strategico che ripone proprio nella cooperazione internazionale con i centri di ricerca d'eccellenza mondiali e nel coinvolgimento di esperti da tutto il mondo una delle principali chiavi di successo delle proprie politiche di sostegno alla ricerca.

Ma se Singapore è già consolidato come polo internazionale di sviluppo della ricerca biomedica, qual'é il motivo di interesse di una partnership con l'Italia per l'Agenzia di sviluppo della dinamica città-stato? "il p53 Joint Research Lab costituirà una piattaforma strategica di collaborazione scientifica tra IFOM ed A*STAR." spiega Lim Chuan Poh, Chairman di A*STAR "Siamo particolarmente entusiasti delle capacità e dell'esperienza di IFOM nell'ambito dell'oncologia molecolare e confidiamo di estendere ed approfondire la nostra interazione scientifica per velocizzare l'acquisizione di nuove scoperte e la loro applicazione con l'obiettivo di apportare benefici ai milioni di pazienti affetti da patologie tumorali nel mondo"


Il Joint Research Lab inaugurato oggi si occuperà dello studio di targeted cancer therapies, ovvero di approcci terapeutici mirati contro il cancro.
Il laboratorio sarà diretto dal scienziata singaporiana Cheok Chit Fang, laureata presso l'Imperial College di Londra e con un PhD conseguito all'Università di Oxford. Il team guidato da Cheok Chit Fang, che a regime sarà costituito da 7 ricercatori, lavorerà in stretta collaborazione oltre che con i laboratori IFOM nella sede milanese secondo un'ottica di team virtuale, con il p53 Laboratory diretto dal Professor David Lane, autore nel 1979 di una delle scoperte più significative sulla tumorigenesi: l'identificazione del gene mutato P53 che accomuna più del 50% dei tumori. "Chit Fang si è specializzata nello studio dei meccanismi di danno e di riparazione del DNA che risultano determinanti per il successo o il fallimento delle cure chemioterapiche. Questa giovane scienziata rappresenta un ottimo esempio dei talenti di livello internazionale che Singapore sta sviluppando nell'obiettivo di introdurre scoperte scientifiche a beneficio della Società e sono certo che otterà risultati ancora più rilevanti nel ruolo di responsabile dell'IFOM-P53 Joint Research Lab inaugurato oggi" dichiara Sir David Lane, che in A*STAR riveste anche la carica di Direttore dell'Unità di Ricerca Biomedica accanto a quella di Direttore dell'Unità di Ricerca Oncologica di Cancer Research UK.

Il Joint Research Lab è il primo risultato di un più ampio accordo di collaborazione siglato due anni fa oltre che da A*STAR ed IFOM, dall'Istituto Europeo di Oncologia e dalla SEMM, la Scuola Europea di Medicina Molecolare, con l'obiettivo di attivare sinergie su aree strategiche di reciproco interesse scientifico e tecnologico. Uno dei punti fondamentali dell'accordo è l'obiettivo di creare opportunità di formazione transnazionale per i giovani scienziati più meritevoli "Fra le prossime iniziative derivanti dall'accordo è previsto un programma di scambio di studenti di dottorato nell'ambito di progetti di ricerca congiunti per un periodo di 2 anni - spiega il professor Giuseppe Della Porta, Presidente di IFOM, uno dei massimi esponenti italiani della ricerca oncologica sperimentale "un'iniziativa che offre una risposta concreta alla retorica sulla 'fuga dei cervelli', nell'ottica di un più virtuoso concetto di 'circolazione dei cervelli'. Se ci sono infatti Paesi che come Singapore hanno capitalizzato strategicamente sulla circolazione dei cervelli, nel nostro contesto nazionale questo fenomeno, che dovrebbe essere considerato fisiologico per chi persegue una carriera nella comunità scientifica, non sembra accadere in un senso significativo ."

"Sarà solo grazie ad iniziative internazionali come quella a cui assistiamo oggi con l'avvio del Joint Research Lab" – come sottolinea anche il Presidente di FIRC ed AIRC Piero Sierra- "che la Ricerca italiana si potrà rendere veramente competitiva ed entrare in un dibattito scientifico globale, innescando un circolo virtuoso che, di ritorno, potrà dare valore aggiunto al Sistema-Italia sul piano scientifico, economico, formativo e professionale".

La cooperazione con A*STAR, di fatto, non fa che consolidare la vocazione internazionale di IFOM, che anche sotto il profilo dell'attrazione di cervelli, si segnala come un'eccezione nel panorama italiano: dei 200 ricercatori, il 25% è costituito da stranieri, provenienti da 23 diversi Paesi, tra i quali spiccano alcuni tra i più competitivi oggi nell'ambito biomedico: Giappone, Gran Bretagna, Stati Uniti, Malesia,India, Germania e Canada. Sostenere una realtà così composita comporta ovviamente anche uno sforzo dal punto di vista organizzativo e culturale "è ormai collaudato un servizio di accoglienza - spiega Foiani - rivolto ai nostri ricercatori stranieri e mirato a supportarli in tutte la fasi critiche del loro percorso professionale per affrontare le procedure burocratiche territoriali per fare ricerca e vivere in Italia" Problema che costituisce il principale ostacolo per i ricercatori stranieri nella scelta di trascorrere un periodo di lavoro in centri di ricerca italiani.

"Ma la vera scommessa - precisa Foiani – sia nella cooperazione con A*STAR sia nei nostri laboratori in Italia, è sul piano culturale: lo scambio di culture e di visioni è una ricchezza, ma non bisogna essere ingenui. La differenza culturale, soprattutto nell'ottica della costituzione di team di lavoro virtuali, comporta anche dei rischi, che potrebbero andare a detrimento del clima di lavoro e, indirettamente, della qualità dei risultati scientifici. Abbiamo quindi previsto corsi di multiculturalità, estesi al nostro personale amministrativo, per garantire la conoscenza reciproca e colmare il gap culturale".

Redazione MolecularLab.it (07/04/2011)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: IFOM, A*STAR, ricerca
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