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Sui mercati nordamericani arriva la pasta transgenica


Greenpeace lancia lallarme in Canada: protesta a Montréal. Preoccupazione tra i produttori italiani

Cresce la preoccupazione in Canada per i semi geneticamente modificati. A lanciare l'allarme è stata Greenpeace, che si è fatta portavoce di numerose associazioni ambientaliste riguardo quella che il gruppo definisce come «la minaccia costituita dagli Ogm».
In particolare, l'indice è stato puntato contro il "roundup ready", una nuova varietà di grano geneticamente modificato, sviluppato dalla multinazionale Monsanto. Alla fine del 2002 il colosso agro-chimico americano ha presentato la richiesta alla Canadian Food Inspection Agency (Cfia) per poter immettere nel mercato canadese la nuova qualità di grano e da allora è in attesa di una risposta. A fianco di Greenpeace si è schierata l'agenzia Canadian Wheat Board, che ha proposto il bando nei confronti del "roundup ready", giudicato potenzialmente rischioso per la saluta degli esseri umani.
La Monsanto si appresta dunque a lanciare sui mercati canadese e statunitense il grano transgenico così che presto potremmo trovarci sulle tavole pasta e pane "ogm".
Da tempo si discute se e come la manipolazione a livello di geni del cibo debba essere indicata sulle confezioni che ci troviamo di fronte al supermercato, ma non c'è ancora nessuna regola. Se leggiamo le etichette sappiamo di tutto su quante proteine, vitamine zuccheri, acidi ci troviamo in "un serving" di questo o quel prodotto (poi la cosa difficile è capire quanto sia un serving), ma nessuno ci dice se il mezzo chilo di pasta che stiamo per acquistare è stato prodotto con i chicchi di una sola spiga gonfiata, pompata grazie alla modificazione della sua struttura genetica.
Se tutti noi dobbiamo essere preoccupati per la nostra salute, in Italia i produttori del "piatto nazionale" sono seriamente preoccupati.
Il debutto sui mercati canadese e statunitense di grano transgenico da parte della Monsanto, metterebbe infatti in serio pericolo il "made in Italy" con conseguenze economiche devastanti, perché è difficile immaginare un consumatore che desideri acquistare maccheroni biotech.
È questo l'allarme lanciato ieri a Roma nel convegno "Il sistema Italia di fronte alla sfida Ogm" organizzato presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per lanciare il progetto "Grano o grane". Una iniziativa del Consiglio dei Diritti Genetici (Cdg) promossa da Coldiretti, Assocap, Cna Alimentare, Flai-Cgil, Coop, il cui obiettivo è quello di aprire un dialogo tra i mercati mondiali per incidere sulle politiche decisionali.
Nell'attesa del verdetto che dovrebbe arrivare d'oltreoceano sull'eventuale immissione, la filiera italiana si prepara ad affrontare, unita, questa nuova sfida. «Se le forze sociali e del mondo dell'agricoltura non prendono una posizione sin da ora - ha detto Mario Capanna presidente del Cdg - per un Paese come l'Italia, in cui i derivati del grano sono gli alimenti simbolo della nostra identità come il pane e la pizza, l'arrivo di prodotti con frumento ogm sarebbe una vera iattura».
Basti pensare che pasta, panetteria e biscotti contribuiscono per 2 due miliardi di euro alle esportazioni. E il futuro non riserva niente di buono, perché con la recente riforma della Politica Agricola Comunitaria dovrebbe verificarsi una contrazione del 35% delle superfici coltivate a frumento, con un conseguente aumento delle importazioni.
Secondo Daniela Piccione segretario di Cna Alimentare, che vanta 80mila piccole aziende artigianali, l'introduzione di grano ogm potrebbe avere un impatto assai rilevante sull'intera filiera, creando una spaccatura netta sia nel mondo dei produttori che in quello dei consumatori. Poche sarebbero le imprese che riuscirebbero a rimanere sul mercato e in ogni caso produrrebbero per consumatori ad altissimo reddito.
«Salvare il pane, la pasta e la pizza dai rischi di contaminazione è un obiettivo per tutti quelli che investono nel Made in Italy». È quanto ha affermato infine il vicepresidente della Coldiretti, Sergio Marini.

Fonte: corriere.com (29/03/2004)
Pubblicato in Percezione e problemi biotech
Tag: transgenic, ogm, grano
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