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Ogm, la via del Vaticano «Più benefici che rischi»


Lotta alla fame e pericoli per la salute, la Santa Sede cerca una soluzione

CITTÀ DEL VATICANO - «La posta in gioco è alta e delicata, per le polarizzazioni che dividono l’opinione pubblica, per i contenziosi commerciali, per la difficoltà a definire a livello scientifico una materia in rapida evoluzione, per le implicazioni etico-culturali ed etico-politiche»: così ieri mattina il cardinale Renato Martino, presidente del Consiglio per la giustizia e la pace, ha presentato ai 67 invitati il «seminario» intitolato «Ogm: minaccia o speranza». Una due giorni scientifica, medica ed etica con ospiti qualificati, chiamati da tutto il mondo - ha spiegato il cardinale - per «raccogliere il maggior numero di dati informativi sugli Ogm, che in seguito potranno servire a sussidiare un discernimento etico e pastorale». Si potrebbe cioè arrivare a un documento, ma non ora. Forse il prossimo anno.
Partecipano al seminario tre ministri del governo italiano: Gianni Alemanno (Politiche agricole), Altero Matteoli (Ambiente) e Girolamo Sirchia (Salute). I tre, che non hanno la stessa posizione, sono stati invitati - ha chiarito il cardinale promotore - «in ragione del fatto che l’Italia detiene in questo semestre del 2003 la presidenza del Consiglio dell’Unione europea».
Con schiettezza Martino ha invitato a un dibattito «disinteressato», al di là delle «pressioni provenienti da molteplici fonti e portatrici di esigenze in qualche modo incompatibili, a cui anche la Santa Sede è sottoposta».

Il cardinale non ha specificato la provenienza delle pressioni, ma basterà ricordare che a favore degli Ogm è venuto a parlare al Papa Colin Powell, mentre vescovi e missionari qua e là si pronunciano contro.
Come mai il Vaticano affronta oggi la questione? Perché - dice Martino - la Chiesa avverte la necessità di «illuminare con la luce del Vangelo» anche questa materia nuova, che tocca da vicino questioni riguardanti «la promozione dell’uomo e l’affermazione della sua dignità».
C’è da rispondere al quesito se gli Ogm possono essere usati per combattere la fame, innanzitutto. A questo obiettivo il cardinale allude quando afferma che il suo dicastero spera di trovare «con equilibrio e nella verità, un punto di sintesi utile e fecondo di bene per gli uomini del nostro tempo, soprattutto per i poveri».
C’è un altro passo del discorso del cardinale che suona favorevole a un atteggiamento di cauta apertura, che in verità non è nuovo, nei pronunciamenti vaticani degli ultimi anni. E’ quello con cui così interpreta il comando di «coltivare» la terra, che nella Genesi viene dato da Dio all’uomo: «Coltivare significa intervenire, decidere, fare, non lasciare che le piante crescano a caso; potenziare e perfezionare, affinché vengano frutti migliori e più abbondanti; ordinare, pulire, eliminare ciò che distrugge e rovina».
Com’è andata la prima giornata del seminario? «Anche se è ancora difficile dire che ci sia un accordo, c’è una tendenza positiva del Vaticano ad evidenziare i benefici delle tecnologie transgeniche», ha detto ai giornalisti Peter Raven, membro della Pontificia accademia delle scienze, ricordando che già l’Accademia di cui fa parte e quella «per la vita» «erano arrivate a conclusioni simili». Raven, che è direttore del Missouri Botanical Garden , afferma che gli «Ogm sono stati sperimentati in agricoltura per vent’anni», non vanno perciò «demonizzati», ma «questo non significa che tutti i futuri alimenti saranno sicuri, anzi andranno esaminati con enorme attenzione».
«Reale necessità, sicurezza per l’uomo e per l’ambiente, assenza di effetti negativi diretti nel caso degli animali»: questi alcuni requisiti che ogni prodotto geneticamente modificato dovrebbe possedere, ha detto Giuseppe Bertoni, ordinario di zootecnica speciale all’Università Cattolica. Per evitare che l’opinione pubblica sia «turbata» da notizie4 fasulle sono poi necessari - secondo il professore - «scienziati più consapevoli» e «giornalisti più attenti». Francesco Sala, docente di Botanica all’Università di Milano, ritiene che «il Vaticano sia sulla buona strada, che non vuol dire affermare che gli Ogm sono totalmente privi di rischi, ma sottolinearne i benefici».

Fonte: Corriere della Sera (11/11/2003)
Pubblicato in Percezione e problemi biotech
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