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Vittoria per il si’ in California, ed e’ subito corsa all’oro per gli scienziati


E giunge il momento fatidico, quando gli elettori sono chiamati alle urne e rendono legge la propria opinione.
Il 2 novembre gli Usa hanno ri-eletto il loro presidente, regalandoci altri quattro

E giunge il momento fatidico, quando gli elettori sono chiamati alle urne e rendono legge la propria opinione.
Il 2 novembre gli Usa hanno ri-eletto il loro presidente, regalandoci altri quattro anni sicuri di proibizionismo scientifico. La California, lo stesso giorno, ha deciso di prendere la propria strada e discostarsi dall’andamento generale dell’amministrazione federale. La California ha scelto il si’ con un risultato finale del 59% a favore, un totale di 5.732.719 voti.
Il governo ha ora l’autorita’ pubblica di finanziare la ricerca sulle cellule staminali embrionali, di dar vita al California Institute for Regenerative Medicine e di elargire circa 3 miliardi di Usd divisi in 350 milioni all’anno per i prossimi 10 anni. Ogni progetto di ricerca sara’ approvato e finanziato solo dopo l’analisi di una apposita commissione, formata da 29 membri scelti dalla University of California.
Tra i primi a gioire di questo risultato e’ stato senza dubbio il Governatore Arnold Schwarznegger, all’inizio della campagna elettorale restio a far trapelare il suo consenso alla ricerca su embrioni, ora il simbolo di una parte repubblicana che si sente liberal ma non troppo. Il suo atteggiamento e’ stato in qualche modo influenzato dalle vicende personali e dalla sua famiglia: poco importa dal punto di vista politico, resta il fatto che il governatore ha aperto la strada ad una rivoluzione scientifica gia’ in atto da tempo, e che e’ destinata a raggiungere alti livelli proprio nella baia californiana. “La voce degli elettori e’ stata chiara e coincisa. La gente ha detto no a chi vuole uccidere il lavoro e si’ al boom economico, scientifico, ma anche alla responsabilita’ fiscale”.
Il coro dei consensi non si e’ fatto attendere: “Questo risultato ci pone finalmente allo stesso passo degli altri Paesi che hanno scelto di fare della ricerca sulle staminali una priorita’”, spiega Daniel Perry, presidente della Coalition for Advancement of Medical Research. “Costituisce un precedente di grande rilevanza storica”. E con lo stesso entusiasmo Robert Klein, uno degli organizzatori della campagna elettorale ha dichiarato: “E’ una vittoria storica per i californiani e per tutti coloro che credono nella lotta contro le malattie piu’ devastanti. E’ come se avessero accettato una missione che puo’ cambiare realmente il volto della sofferenza umana”.
Le proporzioni della campagna lo hanno gia’ dimostrato: 46 Premi Nobel che hanno esplicitamente dato il loro appoggio, 175 fra deputati, senatori ed eletti locali, e innumerevoli sono le associazioni che hanno offerto il loro sostegno attivo, economico e simbolico.
E i risultati sono ben visibili da adesso: la University of California, per festeggiare l’avvenimento, ha gia’ progettato la creazione di un nuovo edificio che si concentrera’ solo sulle staminali; un investimento di circa 65 milioni di Usd per un’area di 15.000 mq. Secondo l’autore del progetto, Arnold Kriegstein, tutto il campus era in fermento in attesa di quel fatidico risultato. Un No avrebbe decisamente cambiato il destino dell’accademia, impedendo di fatto quel salto di qualita’ che promette di arrivare entro breve. “Vogliamo attivarci al piu’ presto possibile, ed essere in grado di accogliere quanti piu’ ricercatori possiamo. La nostra intenzione e’ quella di creare una rete fra medici, studenti, post-dottorati e figure tecniche in grado di dar vita ad una struttura dinamica indipendente, che cresca di pari passo con il progresso scientifico e che funga da congiuntura per gli scienziati statunitensi”. Dopo la sua esperienza al Columbia University's Neural Stem Cell Center, Kriegstein ha deciso di trasferirsi in California, attendendo la svolta politica in grado di far muovere veramente le cose. Ora che la svolta e’ arrivata, concentrarsi su un solo progetto alla volta e’ quasi impossibile: tutto sembra avere la priorita’.
Dall’Europa i commenti finali potevano apparire anche piu’ entusiasti di quanto lo siano stati. Da questo lato dell’oceano l’attenzione era rivolta essenzialmente alla sfida western fra i due “grande fratello”, si e’ creduto che il problema staminali fosse solo una questione per assolutisti “americani” sempre a caccia del dilemma morale. Le voci attente pero’ non sono mancate del tutto. Chi del problema si occupa in maniera costante e continuata e’ l’Associazione Luca Coscioni che per bocca del suo segretario Marco Cappato, ha dichiarato, riferendosi alla situazione italiana: “Dopo la vittoria californiana, i referendum abrogativi della legge 40 rappresentano il piu’ importante terreno si scontro di democrazia referendaria a livello mondiale sulla liberta’ di ricerca. Con la leadership di Luca Coscioni siamo, come radicali, mobilitati ad impedire che l'appuntamento referendario sia sequestrato da manovre partitocratiche, gia’ avviate con la pletora di proposte di legge antireferendarie depositate che, anche se approvate, non supererebbero in nessun modo il proibizionismo attualmente in vigore sulla ricerca. Rispetto al referendum californiano, che ha visto il sostegno di imprese e privati per decine di milioni di dollari, va purtroppo sottolineato come gli imprenditori italiani -con limitatissime eccezioni- non hanno finora fornito alcun sostegno, mentre attendiamo da settimane una risposta dal Presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, al quale ci siamo privatamente e pubblicamente rivolti per sollecitare quantomeno una sensibilizzazione ed informazione dei suoi associati”.
Il problema, qui in Italia ma anche nel caso Usa, e’ che la classe dirigente conservatrice adotta il metodo della persuasione cristiana come scelta politica di interesse comune. Dal riferimento alla radici cristiane nella Costituzione Europea, all’impossibilita’ ad affrontare il dibattito sugli embrioni con coraggio e sfida verso i pregiudizi scientifici, la laicita’ dello Stato e’ in pericolo e sotto accusa. In un certo senso esiste solo una classe sociale che puo’ dirigere controcorrente questa tendenza generale: l’industria biotecnologia. Laddove le leggi lo consentono, il biotech assume poteri di gestione e produzione elevati, poteri che spaventano o stuzzicano il governo locale a seconda dell’opinione che esprime. In California infatti il risultato del referendum ha determinato una corsa all’investimento migliore ed un improvviso boom di offerte da parte di istituti privati, aziende farmaceutiche e nuovi campus in costruzione. Addirittura anche la Advancement Cell Technology (ACT), la celebre compagnia del Massachusetts, ha gia’ annunciato che a breve aprira’ una filiale nella baia di San Francisco, per poter lavorare con i colleghi del posto e poter usufruire delle agevolazioni economiche del governo. “Potrebbe essere una sveglia generale per i ricercatori che hanno lavorato all’ombra fino ad ora” ha commentato Robert Lanza, direttore scientifico della ACT. “E’ un’opportunita’ speciale”.
Piccoli e grandi passi comunque, insieme determinano la distanza dall’obbiettivo: a questo punto occorre attendere i frutti di queste scelte e augurarsi che non siano “palliativi politici”. Gli obbiettivi sostanziali sono ora quelli da raggiungere all’Onu, e di una regolamentazione mondiale che riconosca ampio spazio alla ricerca sulla clonazione terapeutica.

Fonte: Aduc (12/11/2004)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag: staminali embrionali
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