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Tumore al seno e Terapia Ormonale sostitutiva

Tumore al seno visualizzato in 3D con MRI


Il primo killer delle donne, il tumore al seno, per la prima volta arretra.
Dal 2002, negli Stati Uniti, il numero delle donne che ogni anno riceve la drammatica diagnosi e’ calato del 10%. Una m

Il primo killer delle donne, il tumore al seno, per la prima volta arretra.
Dal 2002, negli Stati Uniti, il numero delle donne che ogni anno riceve la drammatica diagnosi e’ calato del 10%. Una marcia indietro che nella storia del cancro trova un unico precedente riscontro nelle diminuzione di casi di tumore del polmone negli uomini conseguente alla diminuzione dei fumatori.
Per il cancro al seno il merito va alla sospensione della Terapia Ormonale sostitutiva per la menopausa dopo i risultati forniti da alcune ricerche. In Italia invece com’e’ l’andamento di tale neoplasia?
In generale, come in tutti i paesi avanzati, sta aumentando la percentuale di malati tumorali ancora viva nel follow-up a 5 anni.
Il merito e’ delle diagnosi sempre piu’ precoci, di strategie di cura migliori e di farmaci piu’ efficaci.
Se pero’ la mortalita’ diminuisce, vi e’ un corrispondente incremento dell’incidenza, ovvero ci sono sempre piu’ persone che si ammalano.
Nello specifico, in Italia la mortalita’ per tumore al seno e’ scesa dai 30 decessi ogni 100.000 pazienti del 2000 a 27.6 del 2004 (Istat). Un calo che, seppure non omogeneamente distribuito, e’ attribuibile principalmente a due fattori.
Il primo e’ senz’altro un miglioramento delle diagnosi grazie a tutte le nuove tecnologie.
Negli ultimi anni e’ aumentata infatti la diagnosi di tumori di dimensioni piccole (T1) con un drastico decremento delle donne malate ricoverate con neoplasie di dimensioni maggiori di 2 cm.
A questo risultato contribuisce un numero molto maggiore di donne che esegue la mammografia anche se con forte squilibrio tra Nord (85%) e Sud (50%) Italia.
La diminuzione della mortalita’ comincia anche a risentire dell’efficacia derivante dall’utilizzo dei cosiddetti farmaci “intelligenti”.

L’incidenza invece e’ aumentata del 2% con grandi differenze tra Nord e Sud anche in questo caso. Nel 2002 nelle regioni settentrionali si sono ammalate 120 donne su un campione di 120.000 abitanti mentre al Sud , sullo stesso campione, si sono registrati 80 nuovi casi.
A differenza dell’Italia negli Stati Uniti (in particolare nel nord della California) , a partire dal 2002 e’ stata segnalata un’inversione di tendenza con una drastica riduzione, del 10%, dell’incidenza del tumore al seno.
Perche’ solo in America?
Secondo gli studi piu’ recenti il decremento sarebbe da correlare alla netta diminuzione dell’uso della Terapia Ormonale sostitutiva prima utilizzata dal 68% delle donne mentre negli ultimi anni dal 36%.
La comunita’ scientifica ha infatti ormai preso atto che un prolungato ricorso agli estrogeni o ai progestinici per piu’ di 5 anni aumenta il rischio di insorgenza di tumore alla mammella.
Un’ associazione dimostrata sia dall’analisi dei dati osservazionali sia da sperimentazioni cliniche quali lo studio WHI (Women’s Health Iniziative) pubblicato nel 2002.
L’ormonoterapia non sembra invece aumentare il rischio di insorgenza del tumore se limitata nel tempo fino a 2 anni. In Italia la terapia sostitutiva postmenopausa non e’ mai stata utilizzata in massa per lunghi periodi come nei paesi anglosassoni : questo dato spiega perche’, per ora, nel nostro Paese non si assiste ad un fenomeno equivalente a quello riscontrato in California, cioe’ ad un calo d’incidenza della malattia.
Le donne italiane, comunque, si indirizzano sempre piu’ spesso e autonomamente alla prevenzione al di fuori degli screening istituzionali con un atteggiamento mentale piu’ consapevole e costruttivo.
Si sta pero’ anche abbassando l’eta’ di insorgenza del tumore al seno, un altro problema di notevole rilievo.
In Campania iniziera’ presto uno studio di nutrigenomica indirizzato a 1000 donne under 40.
Le pazienti che presentano positivita’ per i geni Brca1 e Brca2 (riconosciuti come fattore di rischio per l’insorgenza di tumore della mammella) saranno divise in due gruppi: per il primo e’ prevista un’alimentazione arricchita da un derivato della Vitamina A, la fenretinide, mentre il secondo gruppo sara’ un gruppo controllo. L’obbiettivo e’ di ridurre l’incidenza delle neoplasie.

Dr. Alessandro Bovicelli

Redazione MolecularLab.it (04/04/2007)
Pubblicato in Cancro & tumori
Tag: seno
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