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Le notizie e gli eventi scientifici della settimana - 27 Gennaio 2014

La posta di MolecularLab


Newsletter del 27 Gennaio 2014 di MolecularLab.it con notizie ed eventi del mondo scientifico su Biotech, Ricerca, Biochimica, Genetica, Medicina

Realizzata una cellula eucariota in plastica
23/01/2014 - Un modello di cellula eucariota realizzata in polimeri, ecco cosa sono riusciti a realizzare ricercatori alla Radboud University Nijmegen in Olanda. Hanno inserito microscopiche sfere di polistirene riempiti con enzimi per realizzare organelli e nucleo, poi hanno incapsulato il tutto, in sostituzione della membrana cellulare, con una struttura in un polimero chiamato polibutadiene-b-poli polimersom.
Il risultato è una struttura compartimentalizzata che richiama una cellula reale. E come tale anche questa struttura polimerica complessa è in grado di realizzare processi chimici a più passi. In questi esperimenti la cascata (bio?)chimica permette alla cellula di essere fluorescente al buio, è questa la prova di funzionalità della cellula di plastica.
Un risultato analogo è già stato ottenuto in passato utilizzando lipidi al posto dei polimeri, ma questa struttura le permette una maggiore resistenza e flessibilità.
Questo esperimento è un grande passo avanti non soltanto per la biologia sintetica ma anche per la chimica, dal momento che le cellule sono incredibilmente efficienti nel effettuare processi chimici.
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La recidività del melanoma è legata ad una proteina dei linfonodi
20/01/2014 -
Nei pazienti affetti da melanoma l'analisi molecolare dei "linfonodi sentinella" (i linfonodi più vicini all'area del tumore e più a rischio di metastasi) può identificare i casi a maggior rischio di recidiva nei 5 anni successivi all'intervento chirurgico di rimozione dello stesso. Queste informazioni non vengono dal tumore ma dalle nostre difese immunitarie. E' questa la novità di uno studio pilota condotto dal gruppo di ricerca guidato da Monica Rodolfo, biologa dell'Unità di Immunoterapia dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, pubblicato sulla rivista scientifica Cancer Research.

Lo studio, basato sull'analisi dei profili di espressione genica in biopsie di linfonodo sentinella di pazienti con melanoma, il tumore della pelle più pericoloso, dimostra come l'aggressività della malattia, che determina se il paziente sarà guarito dopo la chirurgia o avrà una successiva recidiva, non dipende dalle caratteristiche del tumore bensì da quelle della risposta immunitaria. Un risultato che testimonia che le nostre difese immunitarie sono in grado di condizionare il decorso della malattia anche nel caso dei tumori.

Tra i marcatori identificati nello studio vi è la molecola CD30, che risulta più espressa nelle cellule immunitarie linfonodali e in quelle circolanti dei pazienti con malattia aggressiva. Queste cellule mostrano una funzione alterata e sono segno di immunosoppressione o di esaurimento dell'immunità antitumore.
"Questo studio – commenta Marco Pierotti direttore scientifico dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano - si colloca nella tradizione di ricerca immunologica e di immunoterapia dei tumori, caratteristica di questo Istituto, ma integrata da innovativi approcci molecolari volti a comprendere i complessi rapporti che si instaurano tra il tumore e l'organismo che lo ospita. Riconoscere in ciascun paziente se il suo sistema immunitario reagisce al melanoma o lo subisce, consentirà di modulare gli interventi per ottimizzare efficacia terapeutica e corretta allocazione di risorse economiche".

Lo sviluppo clinico di queste informazioni potrebbe consentire di identificare quali pazienti, dopo l'intervento chirurgico, abbiano un elevato rischio di recidiva e necessitino quindi di ulteriori terapie, evitando invece un trattamento inutile e tossico ai pazienti guariti dalla chirurgia.

"La molecola CD30 - spiega Monica Rodolfo - potrebbe diventare un nuovo bersaglio terapeutico per i pazienti con melanoma. Essendo già disponibili farmaci che agiscono su questo marcatore CD30, è possibile immaginare che questa nuova strategia terapeutica possa essere studiata nei pazienti in tempi relativamente brevi".

Lo studio pilota ha esaminato con analisi di genomica i linfonodi sentinella di 42 pazienti affetti da melanoma con differente aggressività della malattia. I ricercatori miravano a identificare biomarcatori in grado di individuare i pazienti ad alto rischio di recidive del tumore. Per fare questo hanno confrontato i linfonodi sentinella di pazienti in cui il tumore aveva avuto una recidiva con quelli di pazienti senza recidiva fino a cinque anni dopo la rimozione chirurgica del tumore primario. In aggiunta i ricercatori hanno raccolto campioni di sangue da 25 pazienti con melanoma di stadio 3 e 4 e li hanno comparati con quelli di donatori sani combinati per età e sesso.Il team di ricerca ha scoperto che il linfonodo sentinella dei pazienti con recidiva dopo cinque anni presentava cellule immunitarie con alterazione dell'espressione di geni coinvolti nei processi di sopravvivenza, proliferazione e metabolismo cellulare. I ricercatori hanno trovato inoltre che le cellule con immunitarie positive per il marcatore CD30 erano più espresse nei linfonodi sentinella dei pazienti con recidiva del tumore e in quelli con stadio della malattia avanzato.
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Una mutazione riduce complicanze cardiovascolari
21/01/2014 - E' stato scoperto che una mutazione genetica nei pazienti con lieve iperglicemia di ridurre complicazione cardiovascolari. Lo studio pubblicato sulla rivista Journal of American Medical Association è opera di ricercatori del Massachussetts General Hospital di Boston e dell'Università di Exeter.
In pazienti che presentavano una ...
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Un tipo di linfoma va in remissione grazie al crizotinib
20/01/2014 - Il 64 per cento dei pazienti non presenta segni di recidiva a due anni dall'inizio del trattamento, il 63% mantiene la risposta anche dopo tre anni: ecco risultati definitivi sul trattamento di pazienti affetti da linfoma ALK-positivo in fase avanzata con la molecola crizotinib, che inibisce la proteina ALK, la causa del linfoma. I risultati sono ...
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I prebiotici hanno effetto sulla chimica del cervello
23/01/2014 - I Ricercatori della University of Oxford hanno osservato come modulare la flora microbica attraverso prebiotici ha effetti sul cervello. Nello studio pubblicato su Neurochemistry International, alcuni ratti sono stati alimentati con oligosaccaridi (FOS e GOS) o acqua per cinque settimane prima di misurare i livelli di fattori neurotrofici del cervello ...
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Redazione MolecularLab.it (27/01/2014)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: newsletter, molecularlab
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