Feed RSS: Molecularlab.it NewsiCalendar file
Categorie

L'insetto che detossifica l'ambiente


Sequenziato il genoma di Dehalococoides ethenogenes

La scoperta, effettuata dai ricercatori della Cornell University in un impianto di trattamento delle acque fognarie di New York, che la varietà 195 dell'insetto Dehalococoides ethenogenes può purificare l'ambiente detossificando l'inquinante PCE (percloroetilene), un solvente clorurato usato per la pulizia a secco, aveva sollevato due questioni: è possibile usare colture di questi microrganismi naturali come agenti bioriparatori per purificare siti contaminati da solventi quali PCE o TCE (tricloroetilene)? E che cosa mangiavano questi insetti, prima che i composti sintetici clorurati fossero inventati, 50 anni or sono?
Il sequenziamento del genoma della varietà 195, completato presso il The Institute for Genomic Research (TIGR) e pubblicato sul numero del 7 gennaio 2005 della rivista "Science", aiuta a rispondere alla seconda domanda.
Nel frattempo, una nascente industria di biorisanamento basata su questo organismo potrebbe rispondere alla prima.
"La varietà 195 - spiega il microbiologo Stephen H. Zinder della Cornell University - possiede un genoma relativamente piccolo, con un numero di coppie di basi pari a soltanto un terzo di quelle di E. coli, ma è estremamente adattabile grazie alla presenza di gruppi di geni chiamati elementi genetici mobili. Assimilando questi elementi da altri batteri, le varietà di Dehalococoides sembrano in grado di adattarsi e di trarre vantaggio dalle opportunità che incontrano".
L'analisi genomica mostra come le diverse varietà dell'insetto riescano a produrre enzimi per declorurare i clorobenzeni, i cloronaftaleni, i bifenili policlorurati e le dibenzodiossine, semplicemente attivando e disattivando i geni quando l'organismo individua qualcosa di appetitoso. Poiché la varietà 195 richiede diversi nutrienti nel suo mezzo di crescita, è stata una sorpresa quando la sequenza del genoma ha rivelato la presenza di geni per fissare l'azoto e i residui di geni per fissare il biossido di carbonio. "Una volta - osserva Zinder - doveva trattarsi di un organismo molto più indipendente".

Fonte: Le Scienze (17/01/2005)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag: genoma
Vota: Condividi: Inoltra via mail

Per poter commentare e' necessario essere iscritti al sito.

Registrati per avere:
un tuo profilo con curriculum vitae, foto, avatar
messaggi privati e una miglior gestione delle notifiche di risposta,
la possibilità di pubblicare tuoi lavori o segnalare notizie ed eventi
ed entrare a far parte della community del sito.

Che aspetti, Registrati subito
o effettua il Login per venir riconosciuto.

 
Leggi i commenti
Notizie
  • Ultime.
  • Rilievo.
  • Più lette.

Evento: Congresso Nazionale della Società Italiana di Farmacologia
Evento: Synthetic and Systems Biology Summer School
Evento: Allosteric Pharmacology
Evento: Conference on Recombinant Protein Production
Evento: Informazione e teletrasporto quantistico
Evento: Into the Wild
Evento: Astronave Terra
Evento: Advances in Business-Related Scientific Research
Evento: Conferenza sulle prospettive nell'istruzione scientifica
Evento: New Perspectives in Science Education


Correlati

 
Disclaimer & Privacy Policy