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Italiana individua interruttore di morte cellulare


Si chiama Angela Nebbioso, ha 27 anni e lavora con un contratto a termine alla Seconda Universita di Napoli. La giovane ricercatrice e apparsa come prima autrice di unimportante pubblicazione di ge

Si chiama Angela Nebbioso, ha 27 anni e lavora con un contratto a termine alla Seconda Universita' di Napoli. La giovane ricercatrice e' apparsa come prima autrice di un'importante pubblicazione di gennaio su Nature Medicine. La scoperta ha portato per la prima volta alla luce il meccanismo che innesca e regola nelle cellule la morte programmata o apoptosi, aprendo cosi' la strada a quella che e' considerata ora una potenziale arma universale nella lotta alla leucemia ma anche piu' in generale a molte forme tumorali.
Grazie a questa ricerca, e' infatti riuscito il tentativo di uccidere selettivamente, per via molecolare, le cellule tumorali. Ci si e' riusciti attivando il gene TRIAL, un gene chiave nei processi di apoptosi. Gli esperimenti sono stati condotti su cellule leucemiche coltivate in laboratorio, ma anche su cellule di pazienti colpiti da leucemia mieloide.
''Si tratta di un traguardo importante nella ricerca sui tumori - dice la giovane ricercatrice - perche' per la prima volta siamo riusciti a indurre l'apoptosi in cellule cancerose.
Per farlo abbiamo sfruttato l'azione di una molecola, l'MS275''.
Questo composto agisce sulle istone-deacetilasi, che sono enzimi che rendono inaccessibile la 'lettura' del gene TRIAL e la quindi la sua espressione genica, responsabile della morte cellulare programmata.
Aprendo, con MS275, questa sorta di 'luchetto genetico' che imprigiona l'espressione del gene TRIAL, il gruppo di ricerca napoletano e' riuscito per la prima volta a far suicidare le cellule cancerose e a spiegarne il meccanismo molecolare che sta alla base del suicidio cellulare.
''La nostra scoperta - dice Lucia Altucci, che dirige il laboratorio partenopeo, presso il dipartimento di patologia generale della Seconda Universita', dove lavora Angela Nebbioso - e' un caso di back-to-back, ossia di una scoperta pubblicata simultaneamente e sulla medesima rivista scientifica, da due separati gruppi di ricerca, il nostro e il gruppo di Milano diretto da Pier Giuseppe Pellicci''.
Il back-to-back e' in sostanza una sorta di accordo di non belligeranza tra gruppi di ricerca. Spesso, infatti, quando due gruppi scoprono di lavorare a un progetto analogo, decidono di accordarsi affinche' la pubblicazione dei loro lavoro avvenga simultaneamente, in maniera da non 'bruciare' anni di lavoro per la mancata pubblicazione delle proprie ricerche.

Fonte: Ansa (02/02/2005)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare
Tag: MS275, apoptosi
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