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Stiamo entrando nell’era post-darwiniana


Lautore è professore emerito di fisica all’Institute for Advanced Study, a Princeton, nel New Jersey.

Carl Woese ha pubblicato un articolo provocatorio e illuminante, A New Biology for a New Century, nel numero di giugno 2004 della rivista «Microbiology and Molecular Biology Reviews». Il suo argomento principale è l’obsolescenza della biologia riduzionista così come è stata intesa negli ultimi cento anni, e la necessità di una nuova biologia basata sulle comunità e gli ecosistemi più che sui geni e le molecole. Egli ha anche sollevato un’altra importante questione: quando è cominciata l’evoluzione darwiniana? Per evoluzione darwiniana egli fa riferimento all’evoluzione nell’accezione originale di Darwin, che era legata all’accesa competizione per la sopravvivenza tra specie non ibridate. Woese fornisce una serie di prove che l’evoluzione darwiniana non risale all’inizio della vita. Nei tempi remoti il processo che egli definisce «trasferimento genico orizzontale», la condivisione di geni tra specie non imparentate, era prevalente. Più si va indietro nel tempo e più questa forma di condivisione genetica diventa prevalente. Carl Woese è il maggior esperto mondiale nel campo della tassonomia microbica. Qualunque cosa egli scriva, anche in termini speculativi, deve essere presa seriamente.
Woese ipotizza un’età dell’oro della vita predarwiniana, durante la quale il trasferimento genico orizzontale era universale e le specie separate non esistevano. La vita era allora una comunità di cellule di tipi diversi, che condividevano la loro informazione genetica in modo che i meccanismi chimici più avanzati e i processi catalitici prodotti in modo originale da una creatura fossero ereditati da tutti gli altri componenti. L’evoluzione era un affare comune; l’intera comunità migliorava le sue capacità riproduttive e metaboliche grazie alla condivisione dei geni delle cellule più efficienti.
Ma poi, un giorno perverso, una cellula somigliante a un batterio primitivo scoprì di essere assai più attiva e produttiva di quelle vicine. Questa cellula si separò dalla comunità e si rifiutò di condividere le proprie abilità. La sua discendenza divenne la prima specie. Con la sua efficienza superiore, essa continuò a prosperare e a evolversi separatamente. Alcuni milioni di anni dopo, un’altra cellula si separò dalla comunità e diede vita a una nuova specie. E il processo continuò ad andare avanti fino a che tutte le forme di vita si divisero in più specie.
Il meccanismo biochimico di base della vita continuò a evolversi rapidamente nei centinaia di milioni di anni che precedettero l’era darwiniana e si modificò molto poco nei successivi due miliardi di anni di evoluzione microbica. L’evoluzione darwiniana è lenta perché le singole specie, una volta che si sono affermate, si sviluppano pian piano. L’evoluzione darwiniana richiede alle specie di estinguersi in modo che altre specie possano prendere il loro posto. Tre elementi innovativi contribuirono a velocizzare il passo dell’evoluzione negli ultimi stadi dell’era darwiniana. Il primo fu il sesso, che è una forma di trasferimento genico per via orizzontale tra le diverse specie. Il secondo riguardò l’organizzazione multicellulare, che aprì la strada a un nuovo universo di forme e funzioni. L’ultimo coinvolse i cervelli, che permisero una maggiore coordinazione delle azioni e delle sensazioni, culminata nella evoluzione oculo-manuale. Sempre durante l’era darwiniana, le occasionali estinzioni di massa si tramutarono in nuove opportunità per lo sviluppo evolutivo.
Ora, dopo circa tre miliardi di anni, l’era darwiniana è finita. L’epoca della concorrenza tra specie si è conclusa circa 10 mila anni fa con una singola specie, l’Homo Sapiens, che ha cominciato a dominare e riorganizzare la biosfera. Da quel momento l’evoluzione culturale ha rimpiazzato l’evoluzione biologica come forza motrice del cambiamento. L’evoluzione culturale non è darwiniana. Le culture si diffondono per il trasferimento orizzontale delle idee più che attraverso il patrimonio genetico. L’evoluzione culturale si sta muovendo migliaia di volte più velocemente dell’evoluzione darwiniana, portandoci in una nuova era di interdipendenza culturale da noi definita globalizzazione. Ma, negli ultimi 30 anni, l’Homo Sapiens ha fatto rivivere l’antica pratica pre-darwiniana del trasferimento genico orizzontale, spostando facilmente geni dai microbi alle piante e agli animali, rendendo più mobili i confini tra le specie. Stiamo entrando rapidamente nell’era post-darwiniana, quando le specie non esisteranno più a lungo e l’evoluzione della vita sarà di nuovo comunitaria.
Nell’era post-darwiniana la biotecnologia sarà totalmente sotto controllo. Ci saranno kit completi per i giardinieri, che con le tecniche di trasferimento genico daranno vita a nuove varietà di rose e orchidee. I giochi biotecnologici per bambini utilizzeranno semi e uova veri invece delle immagini su uno schermo. L’ingegneria genetica, una volta che sarà diffusa tra il grande pubblico, garantirà l’esplosione della biodiversità. La progettazione dei genomi sarà una nuova forma d’arte, creativa quanto la pittura e la scultura. Poche di queste creazioni saranno capolavori, ma tutte contribuiranno alla serenità dei loro inventori e allo sviluppo della diversità nella fauna e nella flora del nostro mondo.

di FREEMAN DYSON


Fonte: Boiler (06/07/2005)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: Darwin, evoluzione
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