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Colesterolo LDL e attacchi cardiaci

Vaso sanguigno ostruito


Non ci sono grandi differenze fra le terapie standard e quelle intensive

I pazienti che hanno già avuto un attacco cardiaco e che vengono trattati con dosi elevate di statina non godono di una riduzione più significativa dei principali problemi cardiaci (crisi coronariche, attacchi o arresti cardiaci), ma sembrano presentare un rischio più ridotto per quanto riguarda alcuni disturbi secondari. Lo sostiene uno studio pubblicato sul numero del 16 novembre della rivista "Journal of the American Medical Association", presentato al meeting annuale dell'American Heart Association.
Nell'ultimo decennio, l'abbassamento del colesterolo LDL (lipoproteine a bassa densità) con le statine è entrato a far parte del trattamento standard per i pazienti con cardiopatie coronariche (CHD). Pur riscontrando benefici, però, alcuni studi sulla somministrazione di dosi elevate di statina avevano mostrato che i miglioramenti nella prognosi dei problemi cardiovascolari risultavano bilanciati da un maggior numero di decessi per cause non cardiovascolari.
Pur non raggiungendo una significanza statistica e poteva essere dovuta al caso, questa differenza ha spinto altri scienziati a indagare ulteriormente.
Terje R. Pedersen dell'Ulleval University Hospital di Oslo, in Norvegia, e colleghi hanno provato a determinare se l'abbassamento intensivo del colesterolo LDL mediante le più alte dosi consigliate di simvastatina (80 milligrammi al giorno) presentasse maggiori benefici rispetto alle dosi moderate che vengono usate di solito (20 milligrammi al giorno). Il trial clinico randomizzato è stato condotto presso 190 centri di cardiologia nell'Europa settentrionale, fra il marzo 1999 e il marzo 2005, e includeva 8.888 pazienti fino a 80 anni di età, con una storia passata di infarti acuti del miocardio.
"In generale, - commentano gli autori - confrontando le terapie standard di abbassamento del colesterolo LDL e quelle intensive nei pazienti con precedenti attacchi cardiaci, non è stata osservata alcuna riduzione statisticamente significativa dei principali eventi coronarici, ma abbiamo riscontrato una riduzione del rischio di altri disturbi secondari e di infarto del miocardio non fatale. Non c'è stata differenza nella mortalità cardiovascolare e in quella dovuta ad altre cause. I risultati indicano che i pazienti possono beneficiare dell'abbassamento intensivo del colesterolo LDL senza un incremento di mortalità cardiovascolare o altre reazioni avverse".

Fonte: Le Scienze (23/11/2005)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare
Tag: colesterolo, LDL, cuore
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