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Cellule modificate anti-infezioni nei trapianti di pelle artificiale dopo gravi ustioni

Melanoma


Cellule che producono più beta defensina aggiunte a campioni di pelle artificiale combattono infezioni in pazienti ustionati

Cellule cutanee opportunamente modificate, se aggiunte a campioni di pelle artificiale, possono aiutare a combattere infezioni potenzialmente letali nei pazienti gravemente ustionati.
Sono state utilizzate per la prima volta in laboratorio dai ricercatori dell'Università di Cincinnati (Usa) che hanno scoperto che cellule geneticamente modificate in laboratorio in modo da produrre maggiori quantità di una proteina, la beta defensina 4 (Hbd4), sono in grado di neutralizzare molti più batteri rispetto a quelle normali. Nei prossimi mesi dovrebbero iniziare i primi test sugli animali.
La beta defensina 4 fa parte di una famiglia di proteine presenti in tutto il corpo come sistema di difesa naturale, ma solo da poco gli scienziati hanno iniziato a concentrarsi sul loro utilizzo per combattere le infezioni. Aggiungendo queste piccole molecole ai tessuti di bioingegneria che sostituiscono la pelle - sottolinea Dorothy Supp, a capo dello studio - si potrebbe rafforzare il sistema di difesa contro gli attacchi batterici nel momento dell'innesto della nuova pelle in seguito ad un'ustione, momento molto delicato.
Gli esperimenti sulle cellule modificate geneticamente sono stati condotti per tre anni.
Gli scienziati hanno dapprima isolato il gene della Hbd4 da tessuti di donatori e lo hanno trasferito sulla superficie di cheratinociti (cellule cutanee). Successivamente le hanno volontariamente infettate con il batterio Pseudomonas aeruginosa, molto diffuso negli ospedali. Dopo un periodo di incubazione, le analisi hanno mostrato che le cellule modificate erano più resistenti alle infezioni rispetto a quelle lasciate inalterate.
Con questo nuovo metodo è possibile migliorare la risposta all'intervento e ridurre il ricorso a terapie antibiotiche. Terapie che, fra l'altro, non sono efficaci nel periodo finestra in cui la cute artificiale non è ancora irrorata dai vasi sanguigni e quindi non arriva a beneficiare dei farmaci somministrati contro le infezioni. Gli specialisti attualmente utilizzano altri metodi per evitare infezioni nei pazienti ustionati e sottoposti a innesto della pelle: ad esempio, avvolgono le ferite con garze imbevute di farmaci antimicrobici. Il sistema però, oltre a essere abbastanza spartano, rischia di provocare resistenze agli antibiotici, tanto più che gli stessi prodotti vengono assunti anche per via orale. In questo modo - sottolinea Supp- le probabilità che perdano di efficacia, aumentano notevolmente.


Approfondimenti: Hbd4

Redazione MolecularLab.it (09/01/2007)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: pelle, ustioni, Hbd4
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