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Caivs.Ivlivs
Utente Junior

Città: Brescia


302 Messaggi

Inserito il - 03 febbraio 2011 : 18:52:36  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Caivs.Ivlivs Invia a Caivs.Ivlivs un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da Giuliano652

In due parole: il tempo indeterminato in uni vivrà solo per associati e ordinari, i ricercatori sì, non dovranno più far lezione, ma allo stesso tempo avranno contratti di 3 anni, due volte al massimo, poi O diventi associato O ciao.





Quel "ciao" lì mi sembra un po' generico. Magari è un "ciao" temporaneo. Io credo che comunque ci siano dei punti che sono stati davvero poco compresi o male interpretati. Da un altro canto, potresti vederla un po' come una sorta di incentivo: "fai più che puoi, impegnati per diventare associato, altrimenti ciao".
Prima di venire aggredito (visto che è da un po' che vengo accusato per il fatto che sono un po' controcorrente), tengo a precisare che non è il mio punto di vista, però di male, in sé, non mi sembra di ravvisarci niente. Io capisco il dramma che vivono i ricercatori, ma guardiamo anche l'altra faccia della medaglia.
Al di là dei meriti o dei demeriti della Gelmini, analizziamo un attimo, molto brevemente, la cosa.
Il fatto che i ricercatori vengano messi così "alle strette" è perfettamente conforme alla concezione meritocratica del lavoro: o ti dai da fare, o tal cosa fai a meno di farla. E' un po' come con le pubblicazioni: tu, docente universitario, o dimostri di produrre e di pubblicare, oppure te ne vai. A me sembra la stessa cosa: il posto di lavoro non si può regalare, è necessario assumere gente che merita proprio perché in Italia c'è un estremo bisogno di produrre e, al contempo, una impellente necessità di risparmiare sull' "inutile".
Non vogliatemene: ripeto che io capisco tutto, ma capisco anche che dall'altro lato ci siano anche altre necessità.
Se i giovani neolaureati hanno bisogno di lavorare come ricercatori (perché è quello che aspirano a fare dopo anni di sacrifici), d'altra parte c'è anche bisogno di acquisire una certa consapevolezza del fatto che o il posto da ricercatore te lo meriti veramente (diventando quindi anche associato, conservando la possibilità di dedicarti alla ricerca), oppure, spiace dirlo, ma non se ne può fare nulla.
Potete contestarmi tutto (ribadisco che io non la penso così, ma qualcuno evidentemente sì, se la riforma è stata approvata), però c'è da dire che se anche varie autorità in campo di ricerca (se si esclude la Hack che sappiamo come la pensa) si sono espresse a favore della riforma, forse c'è anche qualche altra esigenza. Io non faccio ricerca al momento, però voci autorevoli si sono dette concordi alla riforma.
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Giuliano652
Moderatore

profilo

Prov.: Brescia


6941 Messaggi

Inserito il - 03 febbraio 2011 : 19:25:07  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Giuliano652 Invia a Giuliano652 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
In un mondo in cui la meritocrazia e il (scusa la volgarità) "farsi il cu*o" per il lavoro vengono riconosciuti e apprezzati è naturale che un ricercatore bravo e attivo, dopo 3 anni più 3 di contratto, abbia assicurato il posto da associato, perché l'università non può permettersi di perderlo. Se stiamo vivendo in un mondo del genere allora il tuo ragionamento fila. Ma vediamo la situazione pre-riforma: nel migliore dei casi un ragazzo si laurea a 24 anni, prende il dottorato a 27 anni, un paio d'anni di post-doc e poi vince un concorso di ricercatore. A 30 anni hai la possibilità di costruirti un futuro (mutuo-famiglia). Questo è assolutamente il migliore dei casi possibili! Ora vediamo il post-gelmini: laurea a 24 anni, dottorato a 27, un paio d'anni di post-doc, poi ricercatore per 3 anni, poi altri 3, poi associato. Se tutto (TUTTO) va bene a 35-36 anni si può cominciare a costruire un futuro. Se c'è qualche intoppo il dottorato finisce a 30, si passano 5 (o più) anni come post-doc e poi ricercatore per 6 anni, poi borse di studio fino a che non vinci un concorso come associato, a quel punto non puoi più dedicarti esclusivamente alla ricerca ma devi necessariamente fare anche didattica, hai 40-45 anni e forse puoi pensare di chiedere un mutuo per la casa. Un mutuo a 45 anni credo che poche banche, con uno stipendio universitario, accettino di dartelo.

Se il problema fosse solo il fare il ricercatore o fare l'insegnante sarebbe un problema misero: per anni i ricercatori hanno fatto didattica... Il problema è che al lavoratore si allungano i tempi per costruirsi una vita, se ci si riesce, mentre la vita media non si allunga di pari passo, il reddito non aumenta di pari passo e le banche non concedono mutui di pari passo. Lavorare nella ricerca di base sarà affare di chi può permetterselo, non di chi è appassionato. Tutto qui il discorso.

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chick80
Moderatore

DNA

Città: Edinburgh


11491 Messaggi

Inserito il - 03 febbraio 2011 : 20:29:17  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di chick80 Invia a chick80 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Come ho già detto varie volte si sta cercando di applicare il modello UK/USA in Italia. Modello che funziona perfettamente In UK e in USA, ovvero in società profondamente diverse da quella italiana (o francese o spagnola, il problema si pone anche qui, ma è forse meno sentito in quanto lo stato finanzia la ricerca).
Non si può pensare di prendere quel modello e di "appiccicarlo" su di un sistema che è correntemente a pezzi e che non ha i mezzi per supportarlo. Posso anche essere d'accordo sul sistema di rinnovare il posto ogni 3 o 5 anni*, è quello che succede praticamente dappertutto, con la GROSSA differenza che in molti altri Paesi hai buone chances che dopo quei 3 o 5 anni troverai un altro posto, mentre in Italia è forse vero il contrario.

E sinceramente non capisco come ridurre ulteriormente fondi già inesistenti possa aiutare il processo di cambiamento.

Penso che qui siamo tutti a favore di un cambiamento nell'università italiana, e l'idea di base della riforma è molto apprezzabile, ma deve essere un cambiamento ragionato, e fatto pensando alle conseguenze sul medio e lungo termine di questo cambiamento sulla baracca che è attualmente l'università italiana.

===

*anche se "o passi il concorso o sei fuori" è un'idiozia, dove si troverebbero tutti 'sti posti?

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nashita
Utente

klimt

Prov.: Puglia


1085 Messaggi

Inserito il - 03 febbraio 2011 : 21:28:03  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di nashita Invia a nashita un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
se non superi il concorso, il ciao non è temporaneo..ma definitivo.

Del resto la differenza con il modello americano la si evince dal fatto che dopo un esito positivo, in america il ricercatore viene al 100% assunto come indeterminato; mentre in italia no, anche se superi il concorso, la tua assunzione dipenderà sempre dalle risorse disponibili.


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chick80
Moderatore

DNA

Città: Edinburgh


11491 Messaggi

Inserito il - 03 febbraio 2011 : 22:29:51  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di chick80 Invia a chick80 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Del resto la differenza con il modello americano la si evince dal fatto che dopo un esito positivo, in america il ricercatore viene al 100% assunto come indeterminato;

Sì, ma avere un posto fisso in USA è molto molto difficile. ;)

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nashita
Utente

klimt

Prov.: Puglia


1085 Messaggi

Inserito il - 03 febbraio 2011 : 23:00:31  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di nashita Invia a nashita un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da chick80

Citazione:
Del resto la differenza con il modello americano la si evince dal fatto che dopo un esito positivo, in america il ricercatore viene al 100% assunto come indeterminato;

Sì, ma avere un posto fisso in USA è molto molto difficile. ;)


intendi come criteri di valutazione chick?
ma comunque già il fatto che in america il ricercatore valutato positivamente viene per forza assunto (in quanto vi è già una copertura finanziaria) è una garanzia...
in italia invece l'assunzione non sarà così automatica..perchè dipende sempre dai fondi dell'ateneo

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chick80
Moderatore

DNA

Città: Edinburgh


11491 Messaggi

Inserito il - 03 febbraio 2011 : 23:09:35  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di chick80 Invia a chick80 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
No, nel senso che è molto meno comune che in Europa avere un contratto a tempo indeterminato. Ed in ogni caso sei continuamente valutato ed in ogni momento possono prendere e darti un bel calcio nel didietro.

Tuttavia, se lavori bene hai il tuo posto senza troppi problemi, quindi anche un contratto a tempo determinato è come se fosse un posto fisso se sei praticamente sicuro che te lo rinnoveranno.

Da noi immagino le solite italianate tipo: hai passato il concorso, ma non ci sono soldi per pagarti. Riprova sarai più fortunato.

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chick80
Moderatore

DNA

Città: Edinburgh


11491 Messaggi

Inserito il - 04 febbraio 2011 : 08:07:42  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di chick80 Invia a chick80 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Vado un attimo OT, ma ho letto questo e non posso fare a meno di riportarlo qui.

E' un sonetto scritto da Gioacchino Belli (1791-1863).
E' proprio vero che non c'è nulla di nuovo sotto il sole...

Mentre ch'er ber paese se sprofonna
tra frane, teremoti, innondazzioni
mentre che so' finiti li mijioni
pe turà un deficì de la M adonna

Mentre scole e musei cadeno a pezzi
e  l'atenei nun c'hanno più quadrini
pe' la ricerca, e i cervelli ppiù fini
vanno in artre nazzioni a cercà i mezzi

Mentre li fessi pagheno le tasse
e se rubba e se imbrojia a tutto spiano
e le pensioni so' sempre ppiù basse

Una luce s'è accesa nella notte.
Dormi tranquillo popolo itajiano
A noi ce sarveranno le mignotte

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Giuliano652
Moderatore

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Prov.: Brescia


6941 Messaggi

Inserito il - 04 febbraio 2011 : 08:30:31  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Giuliano652 Invia a Giuliano652 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da chick80

Vado un attimo OT, ma ho letto questo e non posso fare a meno di riportarlo qui.

E' un sonetto scritto da Gioacchino Belli (1791-1863).
E' proprio vero che non c'è nulla di nuovo sotto il sole...

Mentre ch'er ber paese se sprofonna
tra frane, teremoti, innondazzioni
mentre che so' finiti li mijioni
pe turà un deficì de la M adonna

Mentre scole e musei cadeno a pezzi
e  l'atenei nun c'hanno più quadrini
pe' la ricerca, e i cervelli ppiù fini
vanno in artre nazzioni a cercà i mezzi

Mentre li fessi pagheno le tasse
e se rubba e se imbrojia a tutto spiano
e le pensioni so' sempre ppiù basse

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Onore a Gioacchino Belli che descrive la situazione attuale (dimostrando poteri di preveggenza che nemmeno Nostradamus) nel mio dialetto e onore a te che l'hai postato. La mattina comincia bene.

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Caivs.Ivlivs
Utente Junior

Città: Brescia


302 Messaggi

Inserito il - 04 febbraio 2011 : 14:33:56  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Caivs.Ivlivs Invia a Caivs.Ivlivs un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sì, ma quella poesia lì è di un pessimismo. Bisognerebbe pensare, piuttosto, a come ovviare. Cosa si può fare?
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Daria85
Utente

aplisia



678 Messaggi

Inserito il - 04 febbraio 2011 : 14:47:09  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Daria85 Invia a Daria85 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
mamma mia xò Caivs...
ekkekosè?????

ti vedrei bene a forum a far l opinionista...;)
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chick80
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DNA

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Inserito il - 04 febbraio 2011 : 17:34:48  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di chick80 Invia a chick80 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sinceramente non conoscevo Belli prima di leggere quella chicca. L'ho scritta solo per far notare che siamo in una situazione molto simile a quella di due secoli fa...

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Caivs.Ivlivs
Utente Junior

Città: Brescia


302 Messaggi

Inserito il - 05 febbraio 2011 : 00:35:28  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Caivs.Ivlivs Invia a Caivs.Ivlivs un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da Daria85

mamma mia xò Caivs...
ekkekosè?????

ti vedrei bene a forum a far l opinionista...;)



Dico solo che la cosa più utile da fare sarebbe provare a proporsi anche in politica. D'altro canto, se non ci sono ricercatori in Parlamento, non c'è la possibilità - ai piani alti - di comprendere quale sia la reale situazione di chi ha la giusta pretesa di poter intraprendere una carriera professionale quantomeno simile a quella che aveva immaginato quando si era iscritto all'università.
Finora (diciamocelo) non mi sembra di aver visto nessun programma politico (se si esclude il progetto Fiamma Futura, che comunque non ha una rilevanza politica di un certo spessore) che dia la priorità al miglioramento delle precarie e vergognose situazioni in cui versa oggi il fronte della ricerca.
Si era proposta la Hack tempo fa, però ha mollato quasi subito.
La risposta, secondo me, sta nel proporre. Finché nessun giovane si propone, nessuno prenderà in considerazione questo tipo di problematiche.
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