L’universo di virus e batteri

Inside Micro

30 aprile 2009 - 10:32 am

Influenza suina

H1N1 virionScusate l’assenza, la spiegazione delle tossine batteriche riprenderà presto, ora voglio parlare di Influenza suina. Qualunque altro intervento nei commenti è bene accetto: correzioni, aggiunte, domande e risposte.

L’influenza è un virus abbastanza versatile, a seconda del ceppo può infettare umani, volatili e suini. Le epidemie degli anni passati di aviaria sono state caratterizzate da una forte virulenza a fronte però di una difficoltosa infettività: era necessario, come ho letto da qualche parte, “limonarsi una gallina infetta” per infettarsi. L’influenza suina è un ceppo più simile a quello umano (H1N1, a seconda dei sottotipi, si diffonde facilmente anche tra gli umani e fa parte delle classiche influenze), questo la rende più facilmente trasmissibile da uomo a uomo. Non che la cosa sia facile, intendiamoci, ma è possibile (che è comunque più di quanto non sia per l’aviaria). Traduco l’ultimo comunicato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

29 Aprile 2009 — La situazione continua ad evolversi rapidamente. Alle ore 18:00 GMT [Ora di Greenwich, in Italia le attuali 20:00] del 29 aprile 2009 nove paesi hanno riportato ufficialmente 148 casi di infezione da influenza suina A/H1N1. Il governo degli Stati Uniti ha riportato 91 casi umani confermati in laboratorio, con un morto. Il Messico ha riportato 26 casi di infezione tra umani con 7 morti.

I seguenti paesi hanno riportato casi confermati in laboratorio senza nessun morto: Austria (1), Canada (13), Germania (3), Israele (2), Nuova Zelanda (3), Spagna (4) e Regno unito (5)

Ulteriori informazioni sulla situazione saranno disponibili sul sito dell’OMS regolarmente.

L’OMS non da restrizioni particolari per quanto riguarda i viaggi o la chiusura delle frontiere. E’ considerato prudente per le persone malate il rimandare i viaggi internazionali e, per le persone che sviluppano sintomi viaggiando, fare un controllo medico, in linea con le linee guida delle autorità nazionali.

Non c’è alcun rischio di infezione da questo virus dal consumo di maiale ben cotto e dei prodotti di origine suina. Le persone comunque hanno la raccomandazione di lavarsi le mani con acqua e sapone regolarmente e dovrebbero chiedere cure mediche se dovessero sviluppare sintomi simil-influenzali

Questo è l’ultimo comunicato ufficiale, preso da qui.

In tutto questo, però, il livello di pandemia è ora a 5, su una scala di 6: effettivamente c’è contagio interumano e le nazioni colpite sono molte, ma c’è un fatto da considerare: il contagio interumano è raro. Solo in Messico la cosa è stata evidente, in Europa, poi, i casi sono tutti di persone tornate dalle americhe, e non hanno infettato nessuno.

Insomma, la guardia è alta, i farmaci ci sono (anche se non specifici), i cordoni sanitari sono stati allertati e, come dicono all’OMS, è la prima volta che abbiamo una rete di comunicazione così efficiente da poter far fronte senza paura ad una possibile pandemia. Ai consigli finali del comunicato voglio aggiungere una raccomandazione: se siete in messico e cucinate maiale, non usate lo stesso coltello per altre cose! E un’ultima aggiunta: sintomi simil-influenzali non vuol dire mal di pancia, vomito e diarrea, ma tosse, mal di gola, raffreddore, febbre alta, dolori muscolari e spossatezza. Se da tre giorni andate al bagno 5 volte al giorno non è influenza.

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  1. Influenza suina – aggiornamenti online
Tags: influenza suina, orthomyxovirus, WHO
  • atreliu - 30 aprile 2009 # 1

    Ciao Giuliano,
    riporto un link alle domande più frequenti sull’influenza suina, ed un interessante articolo su Ilaria Capua ed il database di raccolta dati genetici sui vari ceppi di influenza, nato con l’influenza aviaria.

    I primi dati epidemiologici stanno arrivando ma a volte sono contraddittori.. quindi non si è ancora di stabilire la mortalità/pericolosità reale di questo virus.

    I virus influenzali, per la loro capacità di mutare velocemente, potrebbero essere potenzialmente molto pericolosi ma penso, almeno per questa influenza suina, che non ci sia un reale rischio: soprattutto alla luce dell’esistenza di retrovirali conosciuti ed efficaci.

  • Giuliano Parpaglioni - 30 aprile 2009 # 2

    Grazie per i link, questi ed altri saranno argomento di un post che scriverò in un prossimo futuro.

    Per quel che si sa ora, i farmaci antivirali (retrovirali? Lapsus? Mi associ troppo ad HIV?) sono sicuramente efficaci con l’influenza umana, per questa… come sopra, non si sa. Per l’aviaria non furono il massimo, facevano qualcosa, ma spesso quel qualcosa non era sufficiente.

    Quello che mi spaventa è la co-infezione aviaria-suina in un maiale. Spero di non doverne mai dare notizia. In ogni caso, allo stato attuale sono d’accordo con te: preoccuparsi è lecito ma non c’è bisogno di farlo più di tanto, tanto più che la capacità di diffondersi tra umani del virus è limitata.

    Vedremo in futuro.

  • Valeriano - 27 giugno 2009 # 3

    Sulla rivista Le Scienze di giugno vi è un interessante articolo di Nathan Wolfe direttore del Global Viral Forecasting Institute e visiting professor di biologia umana alla Stanford University. La relazione descrive una possibile rete di monitoraggio per prevenire malattie emergenti in tempi tali da evitarne la diffusione a livello globale. I costi, secondo Wolfe, si aggirerebbero intorno ai 30 milioni di dollari. A suo dire sarebbero una bazzeccola in confronto ai 30 milioni di dollari/ora del costo della guerra in Iraq.

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