Fino ad ora abbiam parlato di geni più o meno 
              wild-type, non abbiamo mai parlato di mutagenesi. I mutanti di cui 
              abbiamo parlato erano ottenuti attraverso la genetica classica, 
              che prevede di trattare con agenti mutageni una certa popolazione, 
              selezionando per un certo fenotipo ed isolando quindi il gene. Si 
              tratta quindi di una mutagenesi in vivo, ed è legata al tipo 
              di cellule. In genere viene fatta su organismi semplici, che si 
              riproducono in modo controllato e di cui si conosce bene la genetica, 
              la biochimica ecc. (lievito, E.coli, drosophila).
              Qui ci occuperemo di reverse genetic: partiremo dai geni e in vitro 
              introdurremo delle mutazioni, una volta introdotta la mutazione 
              reintroduciamo il gene nell’ospite, e andremo a valutare il 
              fenotipo.
              Quali sono le tecniche di mutagenesi in vitro?
            Le tecniche possono essere tre+1:
              1. Mutagenesi Random, 
              casuale e casuale localizzata
              2. Mutagenesi che porta a ristrutturare e modificare segmenti di 
              DNA tramite delezioni, inserzioni, linker scanning
              3. Mutagenesi 
              sito specifica
              4. Mutagenesi con 
              PCR
            
            Tutte queste metodiche hanno uno schema generale, 
              questo schema prevede:
              Isolamento del gene che viene clonato in un vettore (plasmidico 
              o fagico)
              In vitro mutagenesi (in cui si sviluppanole varie differenze);
              Introduzione dei plasmidi in E.coli e selezione con Ampicillina;
              A questo punto posso:
              isolare i singoli trasformanti, e quindi analizzare i singoli plasmidi 
              uno a uno;
              oppure utilizzare tutti i plasmidi per costruire una genoteca di 
              mutanti, per cui tutti i plasmidi vengono fatti crescere, ritrasformo 
              ospiti opportuni per costruire la genoteca.
              In entrambi i casi alla fine devo avere un saggio che mi permette 
              l’individuazione della mutazione (saggi di funzionalità).
              Una volta isolato il gene mutato viene introdotto nell’ospite 
              originale e si va a vedere l’effetto (--> fenotipo).
            La differenza iniziale fra mutagenesi random e mutagenesi 
              sito-specifica è che in quella random non ho bisogno di grosse 
              informazioni a priori sul mio prodotto (il gene), nel caso della 
              mutazione sito-specifica invece io devo avere informazioni sulla 
              funzione del gene, in modo tale che io possa scegliere in modo mirato 
              il tipo di mutazione da introdurre.
            Il primo tipo di mutagenesi, proprio com’è 
              impostata, porta ad un grande n° di mutanti (è random…) 
              quindi devo avere anche un sistema rapido di screening (non posso 
              sequenziare tutti i mutanti che escono!…).
              Nel caso della mutagenesi sito-specifica ho invece come risultato 
              un ristretto n° di mutanti, e in alcuni casi anche uno solo, 
              quindi non necessito di questo screening rapido, ma è meglio avere 
              uno screening specifico.