Politiche e management della ricerca

Inside Research

17 aprile 2007 - 19:56

La lezione di Emergency

Gino Strada-2
E’ difficile che i giornalisti rileggano i propri articoli dopo che sono usciti. E così, nel giorno in cui Emergency ha deciso di ritirare il proprio personale da Kabul, ho ripreso in mano un vecchio pezzo su Gino Strada che avevo scritto per Scientific American a quattro mani con il mio collega Marco Cattaneo.
Erano passati pochi mesi dall’11 Settembre, eravamo in quello strano, breve periodo nel quale perfino i media statunitensi furono genuinamente interessati a quello che succedeva di buono fuori dai loro confini. Gary Stix, storico editor di Scientific American, ci chiese di scrivere un profilo di Gino Strada. Era rimasto colpito dall’approccio pragmatico e inusuale di Emergency nel curare le vittime di guerra.
Nel sottotitolo del pezzo, Gary volle scrivere:

“…war surgeon Gino Strada is redefining what it means to
provide quality medical care in a combat zone

Non fu l’unico a notarlo. Dopo che uscì l’articolo, diversi lettori (statunitensi) contattarono la redazione perchè volevano versare fondi all’organizzazione.
Fuori dalla mota delle polemiche politiche, ricordiamoci la grande lezione di Emergency: se vuoi costruire un ospedale devi creare un posto dove non esiteresti a portare tuo figlio. Anche se lo fai nel Terzo mondo. Anche se lo fai in una terra martoriata dalla guerra. E’ il motto non scritto che ha ispirato la filosofia di Emergency Un principio semplice, ineccepibile sul piano deontologico, ma a modo suo rivoluzionario.

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  • Silver Surfer - 14 giugno 2007 # 1

    Conosco Gino attraverso i suoi scritti e le sue tecniche.
    E’ un ottimo chirurgo, con un bagaglio d’esperienza che ne fa il professionista più competente in fatto di lesioni e traumatismi di guerra al mondo.
    Una certa “ricerca”, che per anni ha visto l’italia (volutamente minuscola) occupare i primi posti al mondo – in veste di produttrice ed esportatrice – vede in Gino il suo peggior nemico: quante vite umane sottratte alla falce dei “pappagalli verdi”, quante protesi a sostituire arti di bimbi maciullati dagli scoppi della tecnologia nostrana.
    E’ paradossale rimarcare come la casualità abbia fornito strumenti di distruzione di massa e, al contempo, la mente organizzativa e fattivamente attiva per la riduzione della loro letalità.
    Carlo Urbani e Gino Strada controbilanciano ciò che certo tipo d’industria ha sottratto di umano e civile all’immagine della nostra nazione.

  • miki - 26 gennaio 2008 # 2

    proprio ora sto studiando a scuola alcune opere dell’signiore gino strada….molto bravo…non ho parole… continuate sempre cosi….tanti complimenti…io penso che quelli che hanno e avrano bisognio di aiuto lo troverano qua….ciao!!!

 

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