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Staminali tumorali il bersagglio di cura affama-cancro

Cancro in metastasi


Le staminali trasformate CST favoriscono la formazione di vasi sanguigni che portano nutrimento al tumore, terapie antiangiogeniche personalizzate potrebbero interferire con questo processo

Nel tumore cerebrale più maligno che esista - il glioblastoma - e nel tessuto che lo circonda, sono attive cellule staminali trasformate che favoriscono la formazione di vasi sanguigni, possibile bersaglio di terapie antiangiogeniche personalizzate. I cosiddetti trattamenti 'affama-cancro'.
Lo hanno scoperto alcuni ricercatori della Facoltà di medicina e chirurgia dell'università Cattolica di Roma, in collaborazione con il gruppo di Angelo Vescovi dell'università di Milano-Bicocca, autori di uno studio sul coinvolgimento delle staminali tumorali, presenti nel tessuto limitrofo alla neoplasia, nella formazione di vasi sanguigni che alimentano la progressione della malattia.
Il lavoro è stato presentato oggi in occasione della Giornata della ricerca 2013 promossa dalla Facoltà di medicina e chirurgia dell'università Cattolica, quest'anno dedicata a 'Le basi farmacologiche, genetiche e cliniche della terapia personalizzata', che si svolge all'Auditorium dell'ateneo del Sacro Cuore.

Il glioblastoma (Gbm) è un tumore del cervello che colpisce circa 8 persone ogni 100 mila abitanti, con una sopravvivenza media di 13-14 mesi.
Le cellule staminali normali che presiedono al rinnovamento e alla riparazione tessutale si possono trasformare in cellule staminali tumorali (Cst), ritenute responsabili sia dell'insorgenza sia della progressione del cancro. Queste cellule manifestano una spiccata resistenza ai trattamenti convenzionali, legata alla capacità di contrastare i meccanismi che conducono alla morte cellulare, di 'espellere' i farmaci o inattivarli e riparare più efficacemente il Dna.
Molti tumori solidi, tra i quali il Gbm, hanno origine da Cst, che si ritiene siano anche responsabili dell'alta incidenza di recidive locali che si manifestano in questa neoplasia.
Pertanto, le Cst sono attualmente l'oggetto principale di studi volti a individuare terapie mirate all'eradicazione del tumore.
In un sensibile numero di pazienti affetti da Gbm sono state isolate sia dal tumore sia dal tessuto peritumorale differenti popolazioni di Cst, dotate di diverso potenziale tumorigenico e di una diversa espressione di marcatori molecolari di proliferazione, invasività e migrazione.
La presenza di queste differenti popolazioni potrebbe dare indicazioni di tipo diagnostico e prognostico e sostenere lo sviluppo di trattamenti più specifici ed efficaci per i singoli pazienti.
In particolare, il gruppo di ricercatori ha evidenziato che sia nelle staminali del cancro sia in quelle situate nel tessuto limitrofo sono presenti molecole in grado di favorire la neoformazione di vasi.

Fonte: Aduc (10/06/2013)
Pubblicato in Cancro & tumori
Tag: staminali tumorali, gliobastoma, cervello
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