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Inside Research

10 luglio 2007 - 17:56

Il flop del LiveEarth

œLive Earth ha prodotto una grande noiosa nuvola di CO2
The Guardian  “ 9 luglio

Liveearth-1
Il commento del newspaper britannico, che ho raccolto su Blogosfere, sintetizza efficacemente il sentimento che predomina a qualche giorno di distanza dal  megaconcerto del 7 luglio scorso, promosso da Al Gore per sensibilizzare il mondo sui problemi del riscaldamento globale e dell’ecologia.
Una cosa è certa: sul piano puramente mediatico, il concerto è stato un flop. Pochi gli spettatori: davanti al palco non si può dire che la gente fosse assiepata, e la diretta live ha avuto uno share ridicolo.
Ironizzare, come hanno fatto molti giornali,  sui musicisti multimiliardari e un pò  attempati che si sono alternati sul palco per salvare la Terra e girare il coltello nella piaga alludendo ai loro risultati musicalmente deludenti (vedi reunion dei Police)  è come sparare sulla Croce Rossa.
Così come era chiaro a tutti, e  fin dall’inizio, che un megaconcerto “verde” è una fregatura mediatica, o al meglio una trovata di marketing:  fra TIR, aerei e spostamenti del pubblico, ogni concerto del LiveEarth ha prodotto più CO2 di quanta ne potranno mai generare tutti i lettori di questo blog durante la loro vita.
Ma al di là  della facile ironia,  queste critiche sono soltanto dettagli, se viste in una strategia più ampia.
Strategicamente parlando, tutta la CO2 e i rifiuti prodotti dal LiveEarth sarebbero ben spesi, se portassero a sensibilizzare il pubblico globale, portando tutti a generare meno emissioni. Se così fosse,  in termini puramente economici il LiveEarth sarebbe un investimento fruttuoso.
Quello che molti si chiedono è se, in effetti, iniziative del genere hanno o meno un impatto sul pubblico. Quanti di noi ridurranno le loro emissioni, dopo  aver visto il LiveEarth o averne sentito parlare?
Un esperto di comunicazione risponderebbe che, per ottenere questo risultato,  alla base dell’evento dovrebbe esserci  una strategia comunicativa, seguita da una valutazione dei risultati. E’ quello che  avviene in ogni  campagna pubblicitaria.
Ma se il messaggio-chiave dell’evento è quello lanciato da Madonna “If you want to save the planet, let me see you jump!” , verrebbe da dire che di strategia ce n’è veramente poca. Il LiveEarth è stato solo uno stunt mediatico per stelle in decadenza, come scrive il LA Times, o qualcosa di più?

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Tags: Al Gore, comunicazione, ecologia, LiveEarth, riscaldamento globale
  • Gianluca - 5 agosto 2007 # 1

    sottoscrivo il tuo commento.
    è una trovata mediatica, in oltre mi sembra che la teoria del riscaldamento
    globale dovuto all’eccessiava produzione di CO2 sia piuttosto fragile.

 

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