Feed RSS: Molecularlab.it NewsiCalendar file
Categorie

Le notizie e gli eventi scientifici della settimana - 7 Luglio 2014

La posta di MolecularLab


Newsletter del 7 Luglio 2014 di MolecularLab.it con notizie ed eventi del mondo scientifico su Biotech, Ricerca, Biochimica, Genetica, Medicina

Individuato in Italia un gene chiave nelle cellule staminali tumorali di melanoma
04/07/2014 11:00:29 - Arrivano da uno studio tutto italiano nuove possibilità di combattere il melanoma, uno dei tumori della pelle più aggressivi e refrattari al trattamento farmacologico. Una ricerca, infatti, ha evidenziato il ruolo del gene SOX2 nel mantenere le cellule staminali tumorali di melanoma. I risultati di questo studio, condotto nel laboratorio di Barbara Stecca dell'Istituto Toscano Tumori (ITT) in collaborazione la Fondazione FiorGen Onlus di Firenze, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica 'Oncogene'. La ricerca fa parte del "Progetto Melanoma: nuovi possibili biomarcatori di diagnosi e progressione" finanziato dall' Ente Cassa di Risparmio di Firenze e coordinato da Nicola Pimpinelli, referente scientifico. E proprio nell'ambito dello studio, un gruppo di giovani ricercatrici - tra le quali Roberta Santini (FiorGen), Silvia Pietrobono e Silvia Pandolfi (ITT) - hanno identificato il ruolo fondamentale del gene SOX2.
"Le cellule staminali del melanoma - spiega Barbara Stecca - rappresentano una frazione di cellule con caratteristiche simili a quelle di cellule staminali normali (autorinnovamento, indifferenziamento, multipotenzialità) presenti all'interno del tumore, che hanno la capacità di mantenerne la crescita. Questo modello, evidenziato in molte neoplasie, ha profonde implicazioni terapeutiche. Infatti - continua - molto spesso le terapie antitumorali eliminano le cellule tumorali in fase di attiva proliferazione, che costituiscono gran parte della massa tumorale. Noi - conclude Stecca - vogliamo cercare di eliminare anche la riserva staminale, che è in grado di rigenerare la massa tumorale sia localmente (recidiva) sia in altri distretti (metastasi)". Ricerche svolte dallo stesso gruppo avevano già evidenziato la presenza di cellule staminali tumorali nel melanoma, la cui crescita e mantenimento dipendono dalla via biochimica di segnalazione HEDGEHOG-GLI che gioca un ruolo chiave nella proliferazione e nell'acquisizione dell'identità cellulare durante lo sviluppo embrionale. Questa via, inattiva nell'adulto, può essere riattivata in maniera aberrante in alcune neoplasie umane, tra cui il melanoma. Il proseguimento di queste ricerche ha permesso di identificare SOX2 come gene bersaglio della via HEDGEHOG-GLI e di validarne la funzione nella capacità staminale del melanoma.
''Queste ricerche - evidenzia Barbara Stecca - sono state condotte in un modello animale in cui sono state inoculate cellule di melanoma umano, nelle quali il livello di espressione del gene SOX2 è stato drasticamente ridotto tramite il cosiddetto silenziamento genico. Si è così osservato che l'attecchimento e la crescita dei melanomi sottocute viene abolito. è stato, inoltre, rilevato che SOX2 è particolarmente espresso nel compartimento staminale tumorale e che la sua espressione è aumentata in circa la metà dei melanomi umani". L'ipotesi formulata per spiegare questi risultati è che SOX2 favorisca il mantenimento di un fenotipo staminale e che funzioni come mediatore della via HEDGEHOG-GLI nel regolare la proliferazione e l'auto-rinnovamento delle cellule staminali di melanoma. La terapia genica locale del melanoma è a uno stadio ancora sperimentale, ma questi risultati lasciano sperare che le particolari caratteristiche di SOX2, quale oncogene e fattore di trascrizione staminale, possano essere sfruttate in quella direzione.
Commenta  -   Vota  -   Consiglia

Curare i tumori del sangue con i lipidi
02/07/2014 14:53:32 - I ricercatori dell'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano hanno scoperto come si possono combattere i tumori del sangue anche con i lipidi.
Quando si è affetti da un tumore, un particolare tipo di globuli bianchi, i linfociti T, entrano in gioco per controllare la crescita della malattia. Questo sistema immunitario induce l'apoptosi nelle cellule del cancro, ma quando questa azione di difesa non basta, il tumore sfugge al controllo per continuare a crescere e diffondersi.
Per combattere i tumori del sangue al momento le armi a nostra disposizione sono la chemioterapia ed il trapianto di midollo osseo. Ma può succedere che questi trattamenti non siano sufficienti o che non si risponda alla terapia.
Uno studio pubblicato su Journal of Experimental Medicine da Paolo Dellabona, direttore della Divisione di Immunologia Trapianti e Malattie Invettiva e Giulia Casorati, responsabile dell'Unità Immunologica Sperimentale, risulta innovativo per diverse cose.
Se infatti si conoscevano antigeni tumorali solo di natura proteica, nell'articolo mettono in evidenza come esistano nelle cellule leucemiche anche una nuova categoria di antigeni tumorali costituita da lipidi, che risultano riconosciuti dai linfociti T quando sono associati al recettore CD1c.
Questi recettori sono presenti in un'alta percentuale di leucemie: diventano così un bersaglio per i linfociti T specifici per antigeni lipidici.
La scoperta che non solo le proteine ma anche i lipidi espressi dalle cellule tumorali possono essere riconosciuti dal sistema immunitario è un nuovo concetto nell'immunologia dei tumori. Questa scoperta verrà brevettata insieme all'Università di Basilea e costituisce un nuovo fronte per lo sviluppo di future terapie.
I ricercatori una volta scoperto il meccanismo hanno attuato una possibile terapia: grazie al trasferimento genico hanno reso sensibili dei linfociti T in modo da renderli attivi per gli antigeni lipidici presenti nella leucemia, in questo modo sono stati in grado di riconoscere ed attaccare il tumore.
Afferma Paolo Dellabona: "I risultati dimostrano che questo tipo di riconoscimento immunologico è in grado di controllare la progressione leucemica negli animali di laboratorio. Si può ipotizzare che ciò avvenga anche nell'uomo. Il nostro studio apre la strada a possibili trattamenti che, insieme all'attuale immunoterapia delle leucemie, potrebbero contribuire alla miglior prevenzione delle ricadute in pazienti sottoposti a trapianto di midollo".
Conclude Giulia Casorati: "L'obiettivo è riuscire a progettare nuove strategie di immunoterapia in pazienti leucemici, bersagliando in modo selettivo le cellule tumorali grazie ai linfociti T che riconoscono gli antigeni lipidici da noi identificati. Il passo successivo sarà verificare attraverso studi preclinici estremamente rigorosi l'efficacia e la sicurezza di questa terapia."
Commenta  -   Vota  -   Consiglia

Scoperto come conservare fino a 72 ore gli organi per i trapianti
02/07/2014 16:00:37 - Nei trapianti un fattore fondamentale è il tempo: più tempo si riesce a mantenere un organo espiantato e maggiori probabilità ci sono di trovare il paziente con la miglior compatibilità e di preparare al meglio l'intervento.
Attualmente però questo fattore è molto limitato: per il fegato si hanno 12 ore, tempo ...
Commenta  -   Vota  -   Consiglia

La medicina specializzata per il cancro del colon-retto parte dal sud
01/07/2014 16:02:11 - Una nuova fase della "medicina personalizzata" per i pazienti con carcinoma del colon-retto parte oggi da Napoli. La prestigiosa rivista Annals of Oncology, organo ufficiale della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO), ha pubblicato i risultati di una innovativa ricerca coordinata dal Prof. Fortunato Ciardiello, Professore Ordinario di Oncologia ...
Commenta  -   Vota  -   Consiglia

Staminali regolano l'apoptosi dei linfociti T
02/07/2014 11:30:38 - Le cellule staminali isolate dall'albero biliare sono in grado di controllare i meccanismi di difesa del corpo umano attraverso l'attivazione di processi che conducono a un particolare tipo di morte cellulare quelle cellule che sono anche responsabili del rigetto dei trapianti (linfociti T). La scoperta, frutto della collaborazione dell'Università ...
Commenta  -   Vota  -   Consiglia

Riprogrammare cellule con lo stress è una bufala
07/07/2014 09:00:13 - La possibilità di 'riprogrammare' le cellule adulte con lo stress è in realtà una bufala. La conferma ufficiale alle voci che circolavano ormai da tempo viene da Nature, che ha ufficialmente ritirato oggi gli articoli sulla ricerca, annunciando una revisione delle procedure per l'accettazione delle ricerche. La principale ...
Commenta  -   Vota  -   Consiglia

Un test genetico per l'ipertensione

Testare i nanomateriali per ottenere la fiducia dei consumatori

Creata per la prima volta una cornea da cellule staminali

Un terzo del mondo è in sovrappeso

)

Redazione MolecularLab.it (07/07/2014)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: newsletter, molecularlab
Vota: Condividi: Inoltra via mail

Per poter commentare e' necessario essere iscritti al sito.

Registrati per avere:
un tuo profilo con curriculum vitae, foto, avatar
messaggi privati e una miglior gestione delle notifiche di risposta,
la possibilità di pubblicare tuoi lavori o segnalare notizie ed eventi
ed entrare a far parte della community del sito.

Che aspetti, Registrati subito
o effettua il Login per venir riconosciuto.

 
Leggi i commenti
Notizie
  • Ultime.
  • Rilievo.
  • Più lette.

Evento: Congresso Nazionale della Società Italiana di Farmacologia
Evento: Synthetic and Systems Biology Summer School
Evento: Allosteric Pharmacology
Evento: Conference on Recombinant Protein Production
Evento: Informazione e teletrasporto quantistico
Evento: Into the Wild
Evento: Astronave Terra
Evento: Advances in Business-Related Scientific Research
Evento: Conferenza sulle prospettive nell'istruzione scientifica
Evento: New Perspectives in Science Education


Correlati

 
Disclaimer & Privacy Policy