Gianni Vattimo: l'embrione, la persona e i portatori di diritti
Gianni Vattimo, filosofo e teorico del "pensiero debole" viene sentito dal quotidiano La Sicilia in merito alla questione: l'embrione umano e' persona? Per Vattimo la risposta e' no, e comunque, tra il rispetto dell'embrione –che non puo' comunicare e rivendicare i propri diritti– e le aspettative dei malati che attendono una cura dalle cellule staminali o i diritti delle coppie che non riescono a procreare e che chiedono di essere curate, non ha dubbi: sceglie le persone che si possono vedere e toccare e che, soprattutto, sono coscienti dei loro diritti e sono in grado di rivendicarli.
[...] "Se ci sono dei diritti che appartengono a un ente che non li puo' indicare, e di cui qualcuno sa che ci sono e li puo' tutelare, tanto vale consegnarci a qualche dittatura degli illuminati. Il punto non e' tanto sapere se l'embrione e' gia' persona, ma se esiste un diritto di natura che qualcuno puo' imporre anche a chi non ci crede". E su questo Vattimo non ha dubbi: "Le culture che hanno sostenuto i diritti umani sono le stesse che, nella storia, hanno, in nome di questi, sterminato popoli. Ancora oggi, chi rivendica i diritti naturali dell'uomo e' pronto a calpestarli. Il problema dei diritti naturali e' che sono molto meno efficaci nel garantire i deboli delle convenzioni consapevoli che ogni societa' si da'. Le leggi sono quelle che vengono stabilite dallo Stato di diritto –in Italia democratico– in base alla libera discussione dei cittadini. Il convenzionale e' la responsabilita' umana che decide, senza tenere conto di cio' che appare piu' naturale, piu' ovvio e che in genere e' la verita' di quelli che possono imporre i loro sistemi, i loro criteri, non sempre in maniera disinteressata". [...]
"Non escludo nemmeno che l'embrione sia vita umana, ma se questo mi porta alla scelta tra il rispetto dell'embrione –che non puo' comunicare e rivendicare i propri diritti– e i diritti dei malati che si aspettano dalle cellule staminali una cura o le aspettative delle coppie che non riescono a procreare e che chiedono di essere curate, non ho dubbi. Considerato tutto, pur sapendo che ne so poco e prendendo atto che nessuno e' mai rimasto in lutto per l'embrione, allora queste scelte possono essere lasciate all'individuo. E questo non ha nulla a che fare con lo sterminio degli incapaci".