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Non si può cavar sangue da una rapa! ….no?

Non si può fare, esattamente come non si può cavare il sangue dalle rape! …E chi l’ha detto? Evidentemente, per la razza umana, ogni divieto è in realtà un invito.  Non lasceremo molto presto il nostro orto portando sotto braccio delle sacche di B negativo, ma non sono diventato matto… scopriamo insieme perchè!

Cavar sangue dalle rape: il futuro prossimo? Credito: qualche immagine grossa come un francobollo trovata su google immagini pessimamente rielaborata dal sottoscritto.

Il sangue è un tessuto connettivo un po’ speciale: la sua matrice extracellulare è liquida. La sua componente cellulare ha sostanzialmente tre funzioni: punire i malvagi (leucociti), trasportare gas respiratori (eritrociti), tappare le falle (piastrine). Siamo capaci di derivare questi elementi in vitro (anche se il training delle nostre forze dell’ordine interno sarebbe meglio farlo all’interno di noi stessi medesimi…) dalle cellule staminali, anche se è molto meno costoso ottenere questi elementi da delle fabbriche naturali di queste cellule: gli esseri umani. Nel plasma però circolano anche molte proteine che hanno diverse funzioni: quella più abbondante è l’albumina. Essa gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio osmotico (la concentrazione dei soluti) e nel regolare la farmacocinetica (la dinamica con cui i farmaci vengono trasportati e rilasciati nel e dal sangue); ed è utilizzata in industria nella preparazione di farmaci.

La risorsa Homo sapiens sapiens presenta (oltre agli indubbi vantaggi) anche un po’ di svantaggi: la mancanza di donatori e la contaminazione virale. Che fare quindi per iniziare almeno, chessò, ad ottenere albumina umana in quantità rilevanti senza dover vampirizzare a destra e a manca? Innanzitutto, non diamo ascolto alla nonna! Era già da un po’ che i ricercatori tentavano di cavare sangue dalle rape (o altre piante), ma con scarsi risultati: le proteine prodotte erano poche, e purificarle era difficoltoso e le preparazioni contenevano impurità. Questo perchè ogni processo di purificazione comporta una perdita di prodotto: se il prodotto è già scarso, ottenerlo puro siginifica sacrificarne una buona parte.

 

Piantine geneticamente modificate che crescono in piastre Petri all'interno di una matrice di agar (simile alla gelatina che si acquista al supermercato). Fonte: Nature

Un gruppo di ricercatori ha però ingegnosamente modificato geneticamente delle piantine di riso, affinchè immagazzinassero solo nei propri semi ingenti quantità di albumina umana – al posto delle normali proteine che vengono immagazzinate nel seme come riserva di amminoacidi per lo sviluppo della futura piantina. Et voilà! Albumina umana pura oltre il 99% con una produzione di circa 2.75g (per Kg di semi di riso). Vi sembrerà risibile, ma non lo è: in peso è circa l’11% di tutte le proteine solubili del seme. Per contro, sappiate che il bianco d’uovo (noto alimento proteico) è sostanzialmente una soluzione di albumina intorno al 12% (no: non sono la stessa proteina. Per i più smaliziati questo è l’allineamento di ovoalbumina di pollo con l’ortologo umano).

La proteina estratta dai semi è funzionalmente identica a quella estratta dal plasma di esseri umani. Con funzionalmente intendo che può svolgere la stessa funzione senza poter essere distinta dalla controparte sintetizzata dal fegato di persone (e non nel seme di una pianta); i ricercatori hanno utilizzato l’albumina estratta dai semi di riso come lenitivo dei sintomi della cirrosi epatica in un modello animale di ratto, ottenendo risultati non diversi da quelli ottenuti con l’albumina umana.

Come si fa per tutti i farmaci che mostrano di funzionare (ogni riferimento a ogni pseudotruffa basata sul niente è puramente intenzionale) anche per questo tipo di preparazione si profila la lunga strada per arrivare nelle farmacie: da qui a due anni, il test negli esseri umani dell’albumina umana… di riso!

 

Crediti addizionali: Blog di Nature, PNAS.

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Scritto da Piermatteo Barambani Pubblicato il 14 novembre 2011

 

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3 Commenti »

  • Vittorio dice:

    Per un detto della nonna che viene smentito, un altro acquista pregnanza ulteriore: “il riso fa buon sangue”.

  • Zarathustra dice:

    Vittorio mi hai tolto le parole di bocca…

    Ad ogni modo è opportuno sottolineare che la via per ottenere artificialmente sangue è ancora enormemente lunga, ma le applicazioni mediche sarebbero enormi, infatti proprio per la sua natura liquida il sangue potrebbe essere utilizzato letteralmente per ‘lavare via dall’organismo’ tutta una serie di sostanze e patogeni.
    Avendo a disposizione qualeche migliaio (o decine di migliaia) di litri di sangue da transfondere in continuo si potrebbe curare perfino una setticemia acuta, ridurre il rischio di metastatizzazione tumorale e forse anche l’HIV (anche se non tutto il virus circola nel sangue).

    Le applicazioni sono infinite, l’unico limite è ridurre i costi per poter avviare produzioni su larga scala