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Se per noi è alluvione, per l’India è una ‘tempesta in un bicchier d’acqua’

Le notizie dei giorni scorsi sulle alluvioni di Genova e in Lunigiana, così come in Campania e a Roma, hanno mostrato quanto può essere devastante la forza della Natura. Nonostante il dramma, immane e condivisibile, altrove hanno già discusso e pianto queste tragedie. Qui si parla di scienza e di curiosità, e allora volevo sottoporvi un dato curioso: nonostante gli scrosci che hanno appena flagellato l’Italia siano per noi una quantità inimmaginabile di acqua, ci sono paesi dove piove almeno quattro volte tanto, e in un solo giorno. E, soprattutto, senza creare alcun danno.

Ma prima una piccola premessa: si sente spesso parlare di millimetri d’acqua, per misurare l’intensità di una pioggia. Cosa significa, ad esempio, che sono piovuti 10 millimetri d’acqua? Vuol dire che se mettete una vasca ampia un metro quadrato all’aperto, l’acqua piovana si accumula fino a formare uno strato di 10 millimetri. In totale, l’acqua piovuta in quel metro quadro equivale a 10 litri.
Secondo i meteorologi, un temporale che faccia cadere 200 millimetri di pioggia in un solo giorno (pari a 200 litri per ciascun metro quadro) è insolito in Italia, e provocherebbe inondazioni (come sa bene chi abita a Milano: questa è la quantità d’acqua sufficiente, pare, a far straripare il Seveso e – di conseguenza – ad allagare le vie principali della città e le stazioni della Metropolitana).

Ma uno dei luoghi più piovosi della Terra è a Cherrapunji, in India. Qui capita spesso che cadano, in un solo giorno, 750 millimetri d’acqua (o 750 litri per metro quadrato, se vi piace di più): tanta quanta ne cade in media in un anno intero su tutta la pianura padana.
Tutta questa pioggia è portata da venti caldissimi e umidi che provengono dall’Oceano Indiano. L’aria umida risale la valle lungo il percorso di un fiume vicino, e sbatte contro le fredde montagne: allora si formano le nuvole, e la pioggia si rovescia a terra.
A Cerrapunji pero’ hanno una fortuna: la cittadina si trova su una collina, e l’acqua della pioggia scorre sui fianchi di questa ‘montagnetta’ fino al fiume poco distante. Questo meccanismo è in pratica una sorta di grondaia naturale. Gli esperti stimano che, se non ci fosse questa condizione fortuita, la città indiana si trasformerebbe alla fine di ogni anno in un lago profondo 24 metri.

Ancora una volta, la Natura dimostra che non importa il quanto (non sempre, almeno), ma importa soprattutto il come.

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Scritto da Giovanni Argento Pubblicato il 9 novembre 2011

 

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Un commento »

  • Osiride dice:

    perche’ ricordiamo, o per meglio scrivere, a ME piace ricordare, non e’ il fiume “ASSASSINO” ma chi ci costruisce vicino…