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Come brucia il sole a mezzanotte… e intanto, i computer impazziscono

Time, what is time? Cantavano i Blind Guardian. Nonostante l’impegno che abbiamo dedicato per incastonare il tempo – una delle quattro preziose dimensioni dell’Universo che sperimentiamo nella vita di tutti i giorni – in un crogiuolo di equazioni, non abbiamo davvero idea di che cosa sia realmente. E abbiamo anche il nostro ben daffare per mantenerlo sotto controllo nei nostri orologi e calendari!

Se non ci mettessimo una pezza noi, vedremmo (con MOLTA pazienza) il Sole in punti diversi dell'orizzonte allo stesso giorno e alla stessa ora in anni differenti. Fonte: mike191280.wordpress.com

Ad esempio: quanto dura un secondo? Un secondo è un sessantesimo di minuto, che è un sessantesimo di un’ora, che è un ventiquattresimo di un giorno. Proprio per questo fino al 1956 il secondo era l’ottantaseimilaquattrocentesima parte del giorno solare medio*. L’universo però è ben lungi dall’essere statico, e come abbiamo visto per il clima sulla Terra quello che può essere valido nel breve periodo che stiamo vivendo, non lo è per periodi di tempo più lunghi.

Ma come può variare la durata di un secondo? Per quanto molto regolari, i movimenti di rivoluzione (attorno al Sole) e di rotazione (della Terra su sè stessa) non sono precisissimi. Il risultato netto di questa oscillazione è che, in novanta anni, l’orologio atomico che tutti noi abbiamo appeso al muro del salotto andrebbe “fuori sincrono” col giorno solare di ben un minuto. Questo vorrebbe dire che in appena 65000 anni, alle ore 0:00 del nostro bellissimo orologio atomico avremmo un bellissimo sole a picco sulle gardenie del nostro giardino.

Per ovviare a questo increscioso inconveniente, ogni tanto (a seconda del risultato netto delle variazioni misurate empiricamente, che sono soggette alle influenze delle orbite dei pianeti ma anche degli eventi catastrofici che incidono sulla velocità di rotazione della Terra, come i terremoti) viene aggiunto o sottratto un secondo (leap second, o secondo intercalare) al tempo dei nostri orologi. Fin’ora è stato sempre aggiunto, ma non si esclude la possibilità di correggere l’orario per difetto.

Questa operazione non è indolore: poichè la modifica è operata a mano, dato che non può essere automatizzata, possono succedere dei disastri soprattutto nell’ambiente informatico dove c’è un gioioso coacervo di standard differenti. Inoltre, alcune nazioni (tra cui Cina, Canada e UK) vogliono assolutamente mantenere il tempo del nostro orologio in sincrono col tempo solare, in parte anche per ragioni filosofiche (soprattutto la Cina – ma sarà veramente la gatta più rognosa che ci sia da pelare, questa?).

Ma perchè si sta dibattendo? Perchè si dovrà decidere, a gennaio, come risolvere la faccenda, che ha potenzialmente il potere di sfasciare i nostri sistemi informatici (un po’ come il caro vecchio millenium bug). Qualcosa dovrà comunque essere fatto, affinchè i nostri posteri non vadano a dormire a mezzogiorno: probabilmente, l’inserimento di un minuto extra ogni novanta anni. Pronti alle 23:60:59 per i botti di Capodanno?

 

Note a piè pagina:

* Adesso no: ora è definito come 9.192.631.770 periodi della radiazione corrispondente alla transizione tra due livelli iperfini dello stato fondamentale di un atomo di cesio 133, a zero Kelvin. Che è un sacco comodo, no? Per capirne un po’ di più, quelli che non hanno ancora vomitato possono dare un’occhiata qua.

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Scritto da Piermatteo Barambani Pubblicato il 2 dicembre 2011

 

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Un commento »

  • Zarathustra dice:

    Post giustissimo,
    vorrei aggiungere che la costanza del nostro tempo, sia localmente nel nostro piccolo sistema solare, che piu’ in generale nell’universo è un’approssimazione bella e buona, anzi neanche tanto buona.

    Einstein ha dimostrato che la gravità curva lo spazio-tempo e questo equivale a dire che in prossimità di una fonte gravitazionale particelle soggette ad un moto rettilineo in realtà percorrono una traiettoria curva e il loro tempo soggettivo è piu’ lento di quello di un osservatore lontano dalla fonte gravitazionale. Siccome il nostro sole (che racchiude piu’ del 99% della massa del sistema solare e ogni secondo brucia migliaia di tonnellate di idrogeno) diviene via via meno massivo la gravità nel sistema solare diminuisce e il nostro tempo inesorabilmente accelera causando un rallentamento apparente di tutti i fenomeni su scala cosmica (anche se gli effetti sono impercettibili).
    Su scala cosmica di nuovo si sa che l’universo si espande e si espande ‘accelerando’, questa accelerazione puo’ essere interpretata in due modi radicalmente opposti, ma indistinguibili l’uno dall’altro: ovvero le distanze si allungano sempre piu’ rapidamente mentre consideriamo costante lo scorrere del tempo oppure l’espansione dello spazio avviene in maniera costante, ma è il tempo a rallentare sempre piu’ rapidamente.