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Un’apocalisse al giorno, e il virus che ci ucciderà tutti (furetti per primi)

Ogni appassionato di scienza che si rispetti trova ogni giorno, sui quotidiani, di che tenere allenata la mente. E di che uccidere di terrore gli altri ignari lettori – il che, per alcuni giornalisti dal titolo facile, è lo stesso.
C’è un articolo pubblicato sul Corriere online che si intitola così:

Creato il virus che può uccidere la metà della popolazione mondiale


E’ uno di quei titoli che, appena lo leggi, o ti disinfetti con la candeggina, o ti prudono le mani per la voglia di raddrizzare i torti. Io, in questo momento, pendo decisamente verso la seconda ipotesi.
Dovrei ripromettermi un giorno di scrivere delle “linee guida” su come va interpretato un giornale: dopotutto, alcuni di questi principi cardine valgono anche per la scienza. Per il momento analizziamone uno solo: “bisogna sempre citare una fonte attendibile per tutte le informazioni che si pubblicano”.
Le fonti attendibili sono o informazioni scritte e pubblicate (e quindi verificabili da tutti), oppure provengono da persone di indubbia moralità o posizione sociale al di fuori di ogni sospetto . Se il Presidente della Repubblica dice che la bandiera italiana diventerà rosa (tanto per dire), state pur certi che è sua intenzione fare così (soprattutto se c’è la “prova TV”, ovvero se lo dice davanti alle telecamere). Se la Polizia o i Carabinieri spiegano la dinamica di un crimine, la loro è la fonte ufficiale, punto e basta. Se un articolo scientifico dimostra, nero su bianco, che i panda vanno pazzi per i grattini, questo sarà una fonte attendibile finchè qualcuno non avrà dimostrato il contrario*.

Tutto questo per dire che, se dei ricercatori sostengono di aver creato il virus dell’Apocalisse (proprio come si dedurrebbe leggendo l’articolo sul Corriere) ma non hanno pubblicato dati da nessuna parte, la loro è considerabile solo come un’opinione, o peggio come un desiderio di visibilità. Senza niente di scritto e pubblicato, si può ben dedurre che ne hanno parlato a voce: ma a chi avrebbero passato queste informazioni? Al giornalista del Corriere, o a un altro? L’articolo non lo specifica. Viene di nuovo a mancare la fonte, nonostante sia indispensabile per dare credibilità a una notizia così seria. Il giornalista del Corriere l’ha saputo direttamente dai ricercatori? Oppure ha copiato l’articolo da una rivista di gossip straniera? E se avesse capito male? E se il giornale da cui ha letto e copiato la notizia l’avesse riportato in maniera sbagliata? Capite bene che sapere chi dice cosa è fondamentale. Soprattutto quando la notizia può scatenare il panico, come in questo caso.

Consci che la loro fine è vicina, due furetti si abbandonano a un ultimo vortice di passione

Ad ogni modo, lasciamo questi misteri irrisolti, e accontentiamoci di fare le pulci a quello che possiamo leggere sul Corriere. “I ricercatori [...] hanno prodotto una variante estremamente contagiosa del virus dell’influenza aviaria [...] in grado di trasmettersi facilmente a milioni di persone [...]. [Si tratta di un] agente patogeno altamente contagioso che potrebbe scatenare una pandemia in grado di uccidere la metà della popolazione mondiale”.
Chiunque abbia studiato virologia sa bene una semplice legge della Natura; non sono tenuti a conoscerla tutti, quindi cerco di spiegarla io.
Un virus, detto in parole semplici, se non infetta qualcuno (uomo o animale che sia) è spacciato. Deve quindi ottimizzare al massimo la sua capacità di contagio. Per farlo ha due strade, che sono l’una l’opposto dell’altra. La prima è colpire la persona con una malattia lieve, come l’influenza: una malattia che certo non uccide, se non in rari casi. Se la persona ha sintomi scarsi si porterà il virus in giro; toccherà altre persone, le bacerà, scambierà con loro un bicchiere o una stretta di mano: e il contagio si moltiplicherà. Perchè questa forma di diffusione sia efficace la malattia non può che essere lieve: perchè se il virus provoca un morbo mortale che uccide in 2 ore, il malcapitato stramazza al suolo lì dove si trova. Non infetterà nessun altro, e il virus sarà intrappolato per sempre in un cadavere, senza possibilità di diffondersi, moltiplicarsi e prosperare (Ricordate? Era questo, il suo obiettivo).
Il primo caso, quindi, era malattia lieve = enorme diffusione del contagio. Il secondo caso è diametralmente opposto: malattia enorme = diffusione del contagio lieve. Succede ad esempio con gravi infezioni come quelle da virus Ebola, Marburg virus e in generale le febbri emorragiche. Perchè il virus sopravviva, e si diffonda un minimo, ha bisogno di essere fortissimo e cattivissimo: fare una gran quantità di pustole in pochissime ore, far uscire liquidi biologici contagiosi da ogni parte (solitamente sangue), e assicurarsi di saltare da un individuo all’altro a tutti i costi. Ma NON di uccidere più gente possibile: perchè se non ci sono uomini che possono essere contagiati in futuro, di nuovo, il virus è spacciato. Proprio per questo di solito (anzi, in realtà quasi sempre) questi potentissimi virus rimangono confinati in villaggi sperduti nel cuore dell’Africa: una persona contagiata, magari da un animale, rischia di sterminare un intero villaggio a causa dell’estrema contagiosità. Ma il virus dal villaggio non esce: se tutte le persone infette muoiono, la malattia è confinata in una determinata area geografica: quindi, niente pandemie di Ebola o simili. E’ biologicamente impossibile (a meno di scienziati pazzi o specie ancora ignote, ma questo è un altro discorso).

Se siete sopravvissuti a questa analisi, avrete di certo capito una cosa: che l’errore, nel pezzo del Corriere, è quello di raccontare un virus apocalittico capace di enorme contagio e di enorme potenzialità nell’uccidere il suo ospite. Ma le due cose, come abbiamo appena visto, non possono coesistere. La cosa bella è che tra le righe lo conferma lo stesso Corriere, quando ricorda che la pandemia di aviaria (che ha contagiato centinaia di migliaia di persone nel mondo) ha ucciso “solo” 500 persone. La banale influenza stagionale, negli anziani e nelle persone disabili, è molto, molto più pericolosa.

Infine, una nota terribile: il virus-killer che secondo la stampa scatenerebbe l’Apocalisse ha già mietuto vittime. “La sua elevata capacità di diffusione – dice il Corriere – è stata dimostrata in esperimenti condotti sui furetti, che hanno un sistema respiratorio molto simile a quello dell’uomo”. Poveri furetti, il vostro è stato un sacrificio forse vano: non ci serviva la vostra vita per sapere che i giornali, quando parlano di scienza, possono essere più mortali dei virus che inventano.

 

Questi due furetti ci tengono a dimostrare che l'amore trionfa su tutto.

* nota: fonte attendibile non vuol dire notizia o dato certo. Significa che si può risalire all’origine del dato, o della notizia, e non che sia certificata la sua assoluta verità. Quando si riporta la fonte di quell’articolo sui panda e i grattini, si sottolinea il legame tra la notizia e il modo con la quale è stata creata, e si certifica il “percorso” che il giornalista ha fatto per scriverla. Se poi si scopre che i panda non amano i grattini, in un nuovo studio, poco male: la notizia era corretta perchè citava fonti all’epoca corrette. Una nuova notizia dovrà spiegare i retroscena e citare la nuova fonte, per creare di nuovo un’informazione il più possibile vicina alla verità.

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Scritto da Giovanni Argento Pubblicato il 30 novembre 2011

 

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10 Commenti »

  • Amott dice:

    Meraviglioso sto articolo!!!

  • Giacomo dice:

    Che bell’articolo!!!
    Complimenti all’autore. Lo condivido sicuramente.

    Una piccola curiosità, quindi il virus più mortale sarebbe quello che a scelto il compromesso fra i due casi?

    Esistono esempio in natura?

  • Zarathustra dice:

    Quello che sostiene il tuo post è estremamente corretto dal punto di vista evolutivo, ma non è necessariamente valido quando un organismo viene ingegnerizzato o selezionato in laboratorio e, ad ogni modo, esistono chiari esempi prodotti anche dalla fucina di madre natura.

    Per rispondere al commento di Giacomo il primo e piu’ famoso esempio di virus che ha ottenuto la quadratura del cerchio è l’HIV, l’agente che causa l’AIDS.
    L’immunodeficienza indotta dal virus è mortale per conto terzi perchè l’organismo diviene suscettibile agli attacchi esterni, ed è mortale anche di per se perchè distruggendo le naturali difese dell’organismo il corpo diviene soggetto a tutta una serie di tumori derivati da cellule impazzite che normalmente verrebbero eliminate da un buon sistema immunitario.
    Il successo evolutivo dell’HIV deriva da diverse caratteristiche del virus:
    -prima di tutto il virus danneggia il sistema immunitario rendendolo meno efficiente.
    -questa ridotta sorveglianza permette al virus di nascondersi nel corpo per mesi o anni, proliferando un poco e garantendo la diffusione del contagio perché l’ospite sta sufficientemente bene da muoversi e fare sesso (l’infezione da HIV è una malattia venerea, il contagio attraverso il sangue è un’invenzione recente frutto dello sviluppo delle tecniche trasfusionali e dello scambio di siringhe tra eroinomani, ma è una dinamica troppo nuova per le officine dell’evoluzione)
    -quando il virus inizia la fase aggressiva del suo ciclo vitale distruggendo il sistema immunitario e uccidendo l’ospite, oramai è tardi (per l’ospite) ma il virus ha avuto occasione di diffondersi.

    Vorrei sottolineare che in natura il gioco a nascondino dei diversi patogeni (dentro l’ospite) non è una rarità, semmai è una costante: per citare altri virus posso ricordare l’Herpesvirus che si nasconde nei nervi e periodicamente riemerge nella sua fase infettiva, sfrutta lo stesso trucco il virus della rabbia, solo che mentre l’herpes se ne sta tranquillo nel sistema nervoso periferico, il virus della rabbia risale nel sistema nervoso centrale fino a distruggerlo (causando tra l’altro una fase aggressiva che facilita la diffusione del contagio, prima che l’ospite cada vittima delle febbri)

    Concordo pienamente con te sul fatto che la divulgazione scientifica del corriere sia sensazionalistica e superficiale, ma ignorare che possano esserci dei rischi reali (non dico per il virus in questione) secondo me è sbagliato.

    7 miliardi di individui in rapido movimento e con accesso a tutte le aree geografiche del globo sono una nicchia evolutiva appetibile per tutti i patogeni del mondo.
    E prima o poi la natura trova il modo di riempire le nicchie lasciate libere.

    Tutto questo escludendo l’opzione militare con un planning razionale di come rendere il virus il piu’ contagioso e letale possibile.

    Purtroppo non posso citare la fonte perchè non ricordo dove l’ho letto, ma al di la della tanto bistrattata antrace mi ricordo che erano stati messi in atto progetti (da russi e americani) per un virus gastrointestinale modificato con una tossina fungina capace di distruggere i reni.
    L’idea era di trasmettere un raffreddore che permettesse di sopravvivere bene per 3-4 giorni e poi uccidere per blocco renale una volta che si è accumulata abbastanza tossina nell’organismo

    Il fatto che la notizia fosse stata pubblicata, mi fa ben sperare che non se ne sia piu’ fatto nulla

  • Xx dice:

    post scriptum: ovviamente i giornali italiani sottolineavano che “il virus è stato creato” ma non perché, o comunque lasciavano intendere che le motivazioni fossero alquanto dubbie. Ma peggio dei “giornalisti”sono i commentatori… abbasso gli scienziati pazzi, le multinazionali, i complotti per sterminare la popolazione, ai torturatori dei poveri furetti…OMG

  • Giacomo dice:

    Mi è uscito un indizio.

    Il virus militare suggerisce l’effeto dei fungo Cortinarius Orellanus (http://it.wikipedia.org/wiki/Cortinarius_orellanus), che induce la sindrome orellana con danni ai reni dopo almeno 3 giorni.

    Cerca il virus e vediamo se ritroviamo la notizia

  • OMG! Science! » Blog Archive » cento volte meraviglioso dice:

    [...] è il nostro post numero cento. E ci siamo arrivati parlando di furetti, di sperimentazione animale, di omeopatia, di schiopodi sparacoda, di premi Nobel e di tantissime [...]

  • Uggio Wild Type dice:

    Se fosse davvero come ha detto l’autore di questo articolo allora cose come la peste nera, il vaiolo o l’influenza spagnola non sarebbero mai esistite, quindi direi che questa volta a sbagliare è OMGs. Non bisogna per forza vederci un disegno intelligente nell’evoluzione! I virus non hanno una mente/volontà che li guida attraverso strategie, è il caso che seleziona le diffusioni e strategie. Il virus può benissimo essere cattivo ma avere un periodo d’incubazione lunga, è sbagliato dire “malattia lieve = enorme diffusione del contagio, malattia enorme = diffusione del contagio lieve”. Poi va calcolato che sul Corriere sostengono il virus sia stato “creato”, quindi doppiamente paragoni tra varietà naturali e ingegnerizzate non regge.

  • Giovanni Argento dice:

    Ciao Uggio WT,
    il mio articolo era un po’ provocatorio, lo ammetto. Ma vorrei sottolineare due cose: quella che io ho definito qui sopra una “legge della Natura” è davvero una situazione esistente, e chi studia virologia la conosce bene.
    Secondo: sulla base di questi assunti, peste nera, vaiolo e influenze sarebbero esistite eccome, e avrebbero funzionato proprio come hanno funzionato. Non confondiamo la capacità di diffondersi dei virus (lascio perdere la peste, perché quello viene da un batterio… quindi tecnicamente non rientra per forza in questo discorso) dipende anche da fattori come l’affollamento e la carestia imposta dalla Guerra (per la spagnola), la coabitazione con gli animali per le eventuali aviarie/suine e per il vaiolo (che è una malattia umana analoga a quella delle vacche… da cui, alla fine, deriva il termine “vaccino”).

    Inoltre, tu dici che “non bisogna vederci un disegno intelligente” (ma non mi pareva di averlo fatto); però poi sottolinei che “è il caso che seleziona le diffusioni e le strategie”. Allora, anche qui due cose: chi confonde l’evoluzione con il caso non ha ben capito la teoria di Darwin (magari ci faremo un post apposta). Secondo: chiunque scelga la strategia, se il virus o il caso, la strategia rimane, ed è sempre quella. E quindi, anche il discorso generale rimane valido, secondo me.

    Sulla questione del “creato”, effettivamente ne abbiamo dibattuto nei precedenti commenti.
    In ogni caso, non è che quello che diciamo qui sopra è per forza oro colato: come ogni cosa, e come ho scritto anche in questo articolo, “fonte attendibile non vuol dire notizia o dato certo. Significa che si può risalire all’origine del dato, o della notizia, e non che sia certificata la sua assoluta verità“.
    Noi proviamo semplicemente ad essere una fonte attendibile; in ogni caso, i commenti come il tuo sono sempre un aiuto e una fonte d’ispirazione, quindi grazie :)

    • Uggio Wild Type dice:

      D’accordo che esistono delle strategie più utilizzate ma non si può parlare di leggi dogmatiche, le eccezioni purtroppo esistono. Poi è vero, io non stavo restringendo il discorso ai soli virus ma alle epidemie in generale.

      Con “il caso” non intendevo “evoluzione”, intendevo il fatto che l’evoluzione seleziona i viventi (e in questo caso anche i non-viventi come i virus) in base all’ambiente. “Cosa centra il caso allora?”. Abbiamo a che fare col caso perchè è quest’ultimo che determina il tipo di ambiente a cui dovranno sopravvivere i viventi. In quest’ottica il caso influenza il corso che segue l’evoluzione e quindi l’evoluzione stessa. Non intendevo mica dire che i viventi evolvono in modo casuale rispetto all’ambiente! Al massimo mutano casualmente e vengono poi selezionati i più adatti ad un certo ambiente.

      Se da domani dovesse succedere un cataclisma (tocchiamo ferro) che alzi la temperatura terrestre di 50° ci ritroveremmo con un’estinzione di massa; l’evoluzione selezionerebbe i pochi in grado di sopravvivere ma sarebbe stato il “caso” (cioè una serie di fattori slegati dalla biologia) a cambiare l’ambiente.
      Spero di aver spiegato ciò che intendo :) alla fine non stiamo dicendo una cosa diversa, è solo una questione di prospettiva.