Home » Esperimenti bizzarri

I sederi si abbronzano?

un cane, addestrato dai dermatologi, dimostra che i sederi non si abbronzano come il resto del corpo

Gabriella Ferri cantava: “tutti al mare, tutti al mare, a mostrar le chiappe chiare…” e prendendo spunto da questa mini introduzione musicale, mentre fuori dalla finestra soffia il primo gelido vento settembrino aquilano, ripenso nostalgicamente alle vacanze. Nel frattempo disegno palme caraibiche accanto alle formule della glicolisi per renderle un po’ più allegre.
Siccome la mia mente vaga a briglia sciolta, ripenso a quest’estate torrida e al solleone che ci ha accompagnato in questi caldissimi tre mesi, caratterizzati da anticicloni e cicloni dai nomi più disparati (e disperati noi, invece, con calure inaffrontabili). Il mio flusso di pensieri mi ha portato a notare una cosa. Da svariati anni, le dimensioni dei costumi di noi signorine sono andati via via restringendosi, e le più temerarie ora sfoggiano in spiaggia mutandine “brasiliane” e costumini striminziti che lasciano poco spazio all’immaginazione. Mi rivolgo soprattutto a voi, cari maschietti: avete fatto caso, che nonostante i mini-costumi, le natiche delle ragazze che osservate in spiaggia non sono dello stesso colore del resto del corpo? Ebbene sì. Nonostante le ore passate ad abbrustolirvi e a friggere sotto il sole (o nelle più nocive lampade solari), non avrete mai lo stesso colore uniforme d’abbronzatura. È fisicamente impossibile!
Lo sostiene uno studio pubblicato sulla rivista Experimental Dermatology, che ci rende partecipi del fatto che il fondoschiena fatica di più ad abbronzarsi perchè è costituito da pelle più spessa che le impedisce di scurirsi, per l’appunto (un po’ come mani e piedi, anche se le mani contengono molti più recettori sensoriali: se ne avessimo altrettanti su piedi e glutei, impazziremmo ad ogni passo -o ad ogni palpata-).
Il tutto è stato dimostrato sottoponendo dei volontari a sei cicli di lampade abbronzanti, e il risultato è stato che la schiena e le gambe si abbronzano molto di più rispetto ai glutei. Questo però non implica che non si abbronzino comunque, o che non vadano protetti da filtri solari, anzi! Il risvolto più serio di questa ricerca, e che più ci interessa, lo sottolinea l’autore dello studio Jonathan Rees: “Abbiamo dimostrato che parti differenti del corpo rispondono diversamente ai raggi UV: questo potrebbe essere uno dei motivi per cui il melanoma compare in quantità differente a seconda della parte del corpo in cui si manifesta”.

Insomma, la prossima volta che sarete al mare non trascurate il vostro lato B. Anzi, da oggi avete una scusa in più per farvi palpare: “Caro, mi spalmi la crema protettiva sul sedere?”. Il lieto fine, per una volta, è assicurato.

Tag:, , , , , , , ,

Scritto da Loredana Sansone Pubblicato il 27 settembre 2012

 

Se ti é piaciuto questo articolo, rimani aggiornato:
seguici anche su Facebook!

Commenti chiusi.