Home » Stampa cattiva

Analisi di letteratura scientifica (e non) sull’omeopatia – Puntata 1

Recentemente il dibattito da noi fatto partire sulla possibile valenza scientifica dell’omeopatia ha assunto rilevanza nazionale, essendo stati i nostri post rilanciati da un blog connesso a La Repubblica. In un nostro articolo di luglio abbiamo fatto notare tutte le contraddizioni che la pratica omeopatica porta con sé, qualora la si voglia far passare per scientificamente fondata. Non sto qui a dilungarmi su quanto già detto, ma è bene ricordare almeno un punto: la teoria alla base dell’omeopatia, e cioè che l’acqua sia capace di memoria, non ha mai avuto, fino ad ora, alcun riscontro in dati sperimentali riproducibili… e se le fondamenta di una struttura non esistono, la struttura crolla. Fino a prova contraria quindi, omeopatia e scienza sono ancora due concetti antitetici.

Chiaramente, il nostro pezzo su OMG!Science! ha fatto partire un’accesa discussione, durante la quale una nostra lettrice filo-omeopatia (Mariella) ha riempito uno dei suoi commenti con citazioni di tantissimi studi su riviste scientifiche (e anche non proprio scientifiche). Ho cominciato ad analizzare ciascuno di quegli articoli, chiedendo però pazienza: il mio lavoro di ricercatore mangia il mio tempo (dando ottime soddisfazioni, si intende), e me ne lascia poco per i miei sforzi di divulgatore. Sfortunatamente (?) il blogger di Repubblica citato qui sopra ha sorvolato l’apposito disclaimer da me inserito tra le righe della discussione; in quei commenti si è anche ritenuto opportuno reinterpretare le mie parole, accusandomi di aver augurato la morte della nostra lettrice. Che dire… ero un affezionato lettore di Repubblica, ed ora non lo sono più; lasciamo comunque la valutazione di tali affermazioni al lettore che si voglia pazientemente leggere tutti i miei commenti al nostro articolo di luglio, e continuiamo qui la lettura critica dei lavori proposti da Mariella.

In particolare, commenteremo qui altri due articoli scientifici proposti da Mariella; cominciamo col primo:

Shang A, Huwiler-Müntener K, Nartey L, et al. Are the clinical effects ofhomoeopathy placebo effects? Comparative study of placebo-controlledtrials of homoeopathy and allopathy. Lancet 2005; 366: 726–32.

Ecco, qui si capisce che Mariella (a cui voglio bene e contro la quale non ho proprio nulla) ha, almeno in parte, preso un po’ di letteratura in modo acritico e l’ha sbattuta lì nel suo commento… io però mi leggo tutto fino all’ultima riga, e noto che questo articolo del Lancet sostiene le mie tesi, e fin dall’abstract! Eh già, infatti la parte finale dell’abstract stesso recita: “This finding is compatible with the notion that the clinical effects of homoeopathy are placebo effects”.

OK, fin qui il mio lavoro è stato facile. Passiamo ad un altro articolo della serie di Mariella, ovvero il seguente:

BMC Compl Alt Med, 2007, 7, (7), 1472

Questo articolo differisce dal precedente per il fatto che l’analisi dell’efficacia del preparato omeopatico non è condotta mediante confronto con un placebo, ma mediante confronto con un altro farmaco. Gli autori notano che la terapia convenzionale e la terapia omeopatica danno in pratica gli stessi risultati, e chiosano: “La conclusione della ricerca è che, innegabilmente, il trattamento omeopatico delle affezioni respiratorie acute e dell’orecchio non è inferiore, per efficacia, al trattamento convenzionale, risulta meno costoso, più rapido e con minor numero di reazioni avverse nell’adulto.” Il che non prova che il trattamento omeopatico è migliore di un placebo.* In altre parole, non avendo usato il placebo, gli autori dello studio non sono in grado di dimostrare che l’efficacia del preparato omeopatico è superiore a quello dell’acqua fresca. Certo, c’è da chiedersi che razza di terapia convenzionale sia stata usata in questo studio comparativo, ma non essendo io un medico, non sono in grado di fare commenti a tal riguardo (ed attendo fiducioso il contributo di qualche volenteroso lettore laureato in medicina).

OK, per ora ho concluso! Nel prossimo articolo di commento alla letteratura proposta dalla nostra Mariella, affronterò la tematica dei presunti studi scientifici del tipo “doppio cieco” da lei riportati… State sul pezzo, cari lettori, perché lì dovrò sconfinare un pochino nella delicata tematica della struttura della comunità scientifica. Comunità, mi piace ricordarlo, fatta di gente che vorrebbe il Nobel e la gloria eterna, ed a tal fine attende solo di poter dimostrare che l’acqua ha memoria! Purtroppo però sembra che l’acqua non abbia nessuna memoria, e così lo scienziato non smemorato deve fare sforzi incredibili in altri campi per ottenere risultati scientifici di altro tipo (e, solitamente, molto meno emozionanti, sigh…).

 

* A tal riguardo, gli stessi autori scrivono, nelle conclusioni dell’articolo, quanto segue: “Although no firm conclusions can be drawn about the efficacy of homeopathic treatment, these results certainly contribute to the growing evidence that homeopathy is a safe and beneficial treatment strategy for acute diseases in primary care settings”. E del resto, un placebo può essere effettivamente efficace (cfr. primo articolo scientifico qui commentato).

Tag:, , , , ,

Scritto da Pepito Sbazzeguti Pubblicato il 3 ottobre 2011

 

Se ti é piaciuto questo articolo, rimani aggiornato:
seguici anche su Facebook!

10 Commenti »

  • Osiride dice:

    Sono un sostenitore accanito dell’inutilita’ dell’omeopatia ma per quanto abbia apprezzato l’articolo non state diventando un po’ troppo monotematici?

  • Pepito Sbazzeguti dice:

    Sai, la cosa e’ delicata… mi rendo conto che l’argomento non sia tra i piu’ emozionanti, soprattutto per chi ha gia’ tratto conclusioni quali la tua sull’argomento omeopatia. Pero’ personalmente ritengo opportuno che la questione sia sviscerata fin nei minimi dettagli, perche’ non voglio piu’ sentire critiche del tipo: “siete ignoranti”, “non sapete di cosa state parlando”, “ti do io la letteratura scientifica a sostegno della scientificita’ dell’approccio omeopatico” ecc. ecc.: l’idea e’: quando in futuro salteranno fuori ancora questioni di questo tipo, io rispondero’ giusto con 3 o 4 link da OMG!Science!

    • Pepito Sbazzeguti dice:

      Mi scuso per gli evidenti errori di punteggiatura. Comunque Osiride, non temere! Scrivero’ solo un altro articolo di questo tipo. Continua a leggerci, quindi (magari evitando il prossimo di questa serie…).

  • Sabrina dice:

    “Mercato nero e tour della speranza per l’«anticancro» dello scorpione
    In 35 mila dall’Italia a Cuba. Il Vidatox contrabbandato come un rimedio omeopatico, si trova su web e in Albania
    http://bit.ly/r1Xbbo
    purtroppo finché continueranno ad emergere soluzioni come questa ci sarà sempre bisogno di un certo tipo di messaggio ammnitore.
    repetita iuvant, o almeno si spera.

    • Pepito Sbazzeguti dice:

      Concordo… meglio ripetere: non puo’ che giovare, e far capire che c’e’ assoluta apertura verso il dialogo.

  • Andrea dice:

    Ho già postato in precedenza i miei commenti sull’efficacia dell’omeopatia come frutto di effetto placebo, ora vorrei proporre alcuni punti di discussione non sull’analisi della letteratura (pur fondamentale e ringrazio pepito per la dedizione con cui compie il suo lavoro di divulgazione) ma sulla logica del ‘pensiero omeopatico’.
    A tal fine mi basero’ su un approccio piuttosto comune in quella che ritengo la piu’ pura delle scienze) perchè la piu’ astratta e non contaminata dal contrasto con bazzecole come i problemi della realtà materiale: la matematica.
    In matematica spesso si procede piu’ linearmente in una dimostrazione ‘ragionando per assurdo’ (assurdo no?).

    Allora nei prossimi paragrafi faro’ mio il ‘pensiero omeopatico’ qundi sosterro’ con assoluta certezza che l’acqua ha memoria.

    Questo curioso fenomeno (che per ora riterro’ limitato alla sola acqua e non ad altri liquidi) è la causa di interessanti implicazioni e spiega tutta una serie di comportamenti chiaramente osservabili nel nostro universo omeopatico:

    -sciogliere qualcosa in acqua altera il punto di ebollizione della soluzione perchè il soluto (il farmaco, il sale…) altera la geometria dei legami delle molecole di solvente e la forza/numero delle loro interazioni. Mettere del sale nell’acqua la fa bollire ad una temperatura piu’ alta mentre buttare del sale sul ghiaccio ne abbassa il punto di congelamento (per cui la neve si scioglie).
    Siccome i’acqua mantiene memoria del soluto (il sale) che ha incontrato nel suo camino e che l’aumentare della diluizione ne potenzia gli effetti (ricordate che una diluizione omeopatica potenzia la memoria dell’acqua) questo spiega chiaramente perchè NON ABBIA UN PUNTO DI CONGELAMENTO O DI EBOLLIZIONE COSTANTE!
    Come non siete convinti? Vi pare che recuperando il vapore da sopra una pentola di pastasciutta questo vapore (che è acqua distillata, mentre il sale rimane nella pentola) una volta ricondensato bolla esattamente a 100 gradi e che buona parte delle distillerie del mondo usino questo processo altamente standardizzato da secoli?
    -Ehm, forse avete ragione, ma allora potrei dirvi che il vapore essendo gas non ha piu’ un reticolo liquido in cui conservare la memoria dell’acqua… (pfui che bella scusa), soddisfatti per ora?
    Bene.
    -Allora ipotizziamo che l’acqua mantenga la sua memoria solo se rimane allo stato liquido, questo ha comunque delle interessanti implicazioni
    L’acqua purificata per filtrazione dagli oceani allora avrà sicuramente delle proprietà fisico chimiche differenti rispetto all’acqua piovana filtrata (perchè questa è frutto di una recente condensazione invece che un lungo cammino nei fiumi)!
    Come? non è cosi? Di nuovo entrambe bollano a 100°C e gelano a zero?
    -Ehm, ci sono! L’acqua ha una potenziale capacità di memoria, ma se non viene attivata non ricorda una cippa! Bisogna diluire ed agitare perchè l’acqua memorizzi qualcosa!
    Come dite? Non siete ancora convinti? Ah perchè giustamente dite che squotere una boccetta agita molto meno le molecole che innalzare di un grado la temperatura?
    E chissenefrega! Ah forse avete ragione… altrimenti l’acqua a 99°C dovrebbe avere una memoria molto piu’ potente rispetto di acqua a 1°C, ma questo è in contrasto con la prima ipotesi che sosteneva che la memoria fosse nel reticolo (il reticolo è molto piu’ stabile a zero gradi tanto che l’acqua solidifica, mentre vicino al punto di ebollizione la struttura diviene sempre piu’ amorfa)…
    -Mmmmh. Vabbè, lasciamo allora stare le ipotesi di natura chimicofisica e concentriamoci sull’aspetto biologico! Dopotutto chissenefrega se non ci sono variazioni nelle proprietà fisiche! L’omeopatia serve agli organismi! E negli organismi del nostro pianeta omeopatico gli effetti sono evidenti!
    Come dite? Esistono i pesci negli oceani… e questo è in contrasto con l’effetto biologico?
    E perchè?
    Aaah i metalli pesanti si sciolgono in acqua e sono tossici… e di nuovo chissene… le percentuali di metalli pesanti nell’acqua di mare sono minime…
    ah.
    Diluendosi le molecole gli effetti di tossicità dovrebbero diventare esponenzialmente piu’ forti…
    Ma vio ho detto che l’acqua deve essere attivata!
    Ah giusto abbiam già discusso che il comportamento dell’attivazione è in contrasto con la storia della memoria…

    Allora non ci capisco piu’ niente:
    -Non ci sono variazioni nei parametri fisico chimici nell’acqua derivante da soluzioni con diversa storia biografica, da diverse diluizioni, o da acqua evaporata e ricondensata: l’acqua sembra sempre bollire a 100°C e gelare a 0°C
    -Non ci sono effetti biologici perchè senno’ la vita per come la conosciamo non sarebbe mai esistita (in natura sono tossici gli elementi rari perchè gli organismi non hanno evoluto meccanismi per gestirli, ma gli elementi rari sono quelli che quindi presentano diluizioni piu’ elevate)

    Mmmmh allora forse dato che non sono riuscito a dimostrare la mia ipotesi ragionando per assurdo, è l’ipotesi ad essere assurda!

    • Giovanni Argento dice:

      Andrea, sono contento dell’energia che dedichi ai tuoi commenti, e porti alcuni spunti di riflessione davvero interessanti.
      Ti piacerebbe contribuire al blog con un pezzo tutto tuo?
      Se si’, puoi scrivere alla redazione o direttamente al sottoscritto (gli indirizzi email sono nella pagina del “chi siamo”).
      Abbiamo bisogno anche di persone come te, per fare una seria divulgazione!
      Anche per argomenti svincolati dall’omeopatia, se no osiride si annoia… ;)

  • Luca dice:

    E non avete ancora avuto il piacere di incontrare il simpatico pro-omeopatia che per qualche tempo ha provato a convincermi sul mio blog (http://lucadifino.wordpress.com/2011/11/29/concorrenza-sleale-ancora-omeopatia/). Fino a che mi ha proposto uno scritto che spiega l’omeopatia tramite le leggi della fisica: http://www.omeopatia.org/download/seminario-rey/CARDELLA-La-Fisica-dell-Omeopatia.pdf

    Non voglio rovinare il piacere della lettura, ma per i meno pazienti riporto alcuni stralci che dicono tutto:
    “la materia pura è ciò che resta della materia combinata o materia del nostro mondo o semplicemente materia, quando questa –in certe condizioni- è abbandonata da uno dei suoi quattro elementi di costituzione (materia-massa-energia-campo)”

    “in natura si verificano mutazioni nelle quali la materia combinata, in certe condizioni perde le sue caratteristiche e diviene materia pura; il mediatore del divenimento è l’antimateria.”

    “Dunque è necessaria una forza anche per conservare la velocità e questa forza, conservatrice del moto in direzione e grandezza (moto rettilineo uniforme) è di natura diversa da quella newtoniana di variazione della velocità.”

    “La memoria dell’acqua, o più correttamente il ricordo, è costituito non da ciò che è presente in essa, bensì da ciò con cui ha interagito, e non c’è più; quindi il ricordo è costituito da una mancanza, che ha lo stesso tessuto del desiderio, e come tale non soggiace alla Legge dell’Azione di Massa.”

    In ogni caso segnalo un sito dove l’omeopatia è solidamente sbufalata: http://medbunker.blogspot.com/2011/10/la-vera-storia-delloscillococcinum.html

    • Giuseppe Cardillo dice:

      Da chimico non posso che applaudire lo scritto di Andrea, soprattutto riguardo le proprieta colligative.
      Per quanto riguarda la fisica, pur non essendo la mia materia, mi sembra che quanto riportato da Andrea sia degno della più grande supercazzola del conte Mascetti.

      • Giuseppe Cardillo dice:

        pardon la sezione di fisica è quella di Luca