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Un Sahara tra le onde, e un deserto in ogni dove

“Questo cinema è deserto”.
“Alla sua festa di compleanno c’era il deserto”.
“Potrei ordinare il dessert?”.

Queste sono tutte frasi che prima o poi ci capita di dire. E hanno tutte (più o meno) a che fare con la parola “deserto”, che ci fa subito pensare a una distesa infinita di sabbia, dove non cresce nemmeno un filo d’erba. Però quasi sempre ci dimentichiamo che deserto non vuol dire solo sabbia: vuol dire anche ghiaccio, vuol dire anche mare (!). Là dove non cresce nemmeno una traccia di vegetazione, dove l’acqua magari c’è in abbondanza ma non è potabile, dove non ci sono animali: quello è il deserto. Non sarà una definizione proprio ortodossa, ma tant’è *.
Soprassedendo l’esempio del Sahara, a cui tutti pensano quando si parla di deserti (dune, niente acqua, rarissime piogge), anche l’Antartide e la Groenlandia sono deserti, perche’ sono coperti di ghiaccio, una forma di acqua assolutamente non disponibile per la vita (ma chissà quanti Mojito si potrebbero fare). In quel mare di ghiaccio non c’è una sola goccia d’acqua, esattamente come nel Sahara: le piante non possono vivere (fa troppo freddo), e nemmeno molti animali, perchè non hanno piante di cui cibarsi.
Però i più incredibili, secondo me, sono i deserti in mezzo al mare.
Sono vaste distese di acqua immobile, che rimane intrappolata in mezzo agli oceani. Le correnti marine sfiorano queste “sacche” d’acqua ma non le attaversano; il vento soffia tutto intorno, ma non sopra di esse. Perciò l’acqua in superficie non si muove molto, l’aria non si mescola all’acqua (quindi l’ossigeno difficilmente si discioglie nel mare, e i pesci e le alghe non ne hanno per respirare) e le correnti non portano le sostanze minerali necessarie alla vita della vegetazione marina. Niente alghe significa niente pesci piccoli, perchè questi non hanno piante di cui cibarsi; niente pesci piccoli significa a sua volta niente pesci grossi, che si cibano di loro. I deserti d’acqua sono quasi del tutto privi di esseri viventi di ogni specie, e perciò hanno un bellissimo colore blu: infatti l’acqua abitata da creature marine ha un colore verdastro.

Ora arriviamo alla parte avventurosa: vi dice niente il Mar dei Sargassi? A qualcuno più attempato ricorderà certo i libri di Emilio Salgari, e i pirati. Non è che sia proprio un deserto, ma di certo è qualcosa di molto particolare: si trova nell’Oceano Atlantico, tra gli arcipelaghi delle Grandi Antille e delle Azorre, e deve il suo nome alle alghe Sargassum. Attorno a questo mare scorrono forti correnti oceaniche, formando una barriera d’acqua che lo racchiude nel vero senso della parola. Se l’oceano intorno è tutto agitato, l’acqua dei Sargassi è invece calma; sopra questo mare non soffiano venti, e le grandi distese di alghe che galleggiano sulla superficie quasi non si muovono. Questo tappeto vegetale offre un rifugio ai granchi, alle chiocciole marine, ai gamberetti, ai pesci e ai cavallucci marini: tutte creature che non potrebbero nemmeno sperare di vivere in pieno oceano.
Tempo fa lessi di un uomo che aveva estratto alcune di queste alghe, e strizzandole aveva ricavato dell’acqua perfettamente potabile. Non oso invece immaginare cosa accadrebbe oggi, visto che purtroppo (riporta la wiki) “le correnti superficiali hanno accumulato nel Mar dei Sargassi un’alta concentrazione di rifiuti plastici galleggianti non biodegradabili, similmente ad un altro, analogo, vortice d’immondizia situato nell’Oceano Pacifico”.

Continua così, specie umana, e i luoghi deserti elencati in questo post dovranno essere ampliati ancora, e ancora, e ancora.

 

* La wiki riporta che “In geografia, il deserto è definito come un’area della superficie terrestre quasi o del tutto disabitata, in cui le precipitazioni difficilmente superano i 250 millimetri l’anno e il terreno è prevalentemente arido, con scarsa vegetazione”. Si deduce, in fondo in fondo, che un deserto è un luogo in cui non c’è acqua a sufficienza per le necessità di molte piante e animali (ovviamente si parla di acqua adatta agli esseri viventi, per l’alimentazione… l’acqua marina e dell’oceano non contano!).

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Scritto da Giovanni Argento Pubblicato il 23 settembre 2011

 

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