Il cianuro nel regno vivente: non solo un killer spietato…
La musica di Brian Eno mi fa venire in mente l’intossicazione da cianuro. Ed è per questo che stamattina mi sono sparato una bella compilation di Brian Eno: per trovare la giusta ispirazione e parlarvi delle strana, a volte tragica, a volte trionfale storia di questo composto allo stesso tempo tossicissimo ed utilissimo (un contrasto in linea con i sentimenti conflittuali che l’arte dell’ottimo Eno scatena in me). Che il cianuro sia tossico è fatto noto da quasi 250 anni, ed ancor prima, già nell’antichità, prodotti naturali che ora sappiamo contenere precursori del cianuro erano evitati perché dannosi: si pensi ad alcune varianti delle mandorle, per esempio, ma anche alla manioca, che infatti deve essere trattata in modo adeguato prima di ogni utilizzo alimentare. Ma che fosse proprio il gruppo di formula chimica CN il responsabile di cotanta tossicità è una scoperta che può essere attribuita agli scienziati Joseph Louis Gay-Lussac e Carl Scheele: in particolare, quest’ultimo fu in grado di isolare e caratterizzare per primo l’acido cianidrico (formula chimica HCN), salvo poi morire intossicato, pare a seguito della rottura di una delle fialette che lo contenevano.
* Potreste essere sorpresi anche dal fatto che il Blu di Prussia sia ampiamente utilizzato come colorante, nonstante contenga un veleno mortale… in realtà, nella molecola del Blu di Prussia, l’atomo di ferro è legato in modo così forte e stabile al gruppo CN del cianuro che non vi è modo per quest’ultimo di liberarsi nell’ambiente ed esplicare la sua azione dannosa.
Tag:Blu di Prussia, Brian Eno, cianuro, co2, mandorle, manioca, monossido di carbonio, mortale, tossico
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