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Il Dna l’ha scoperto una donna, l’insulina un rumeno tradotto male. Anche i grandi “copiano”!

Già, anche i grandi della scienza copiano, cioè traggono ispirazione dalle idee di qualcuno meno famoso di loro, per non dire sconosciuto, che lavora in un piccolo laboratorio chissà dove… Per fortuna però, con il tempo il merito viene alla fine riconosciuto a questi grandi “piccoli” scienziati!

Molti sono i casi che possono essere citati… per esempio, sapevate che la scoperta della struttura a doppia elica del DNA non è da attribuire (principalmente) ai celebri James D. Watson and Francis Crick? In effetti questi due grandi scienziati, premiati successivamente con il Nobel per la Medicina nel 1962, hanno pubblicato nel 1953 un articolo in cui hanno messo assieme i dati raccolti da vari ricercatori, tra i quali i cristallografi Rosalind Franklin (il cui lavoro fu determinante per la scoperta della doppia elica), Raymond Gosling, Alexander Stokes, il biologo molecolare Maurice Wilkins (beh, anche lui insignito con il premio Nobel assieme a Watson e Crick, ma il cui nome è sconosciuto ai non addetti ai lavori), il fisico Herbert Wilson, ed il biochimico Erwin Chargaff.

Oppure che la persona che ha scoperto l’insulina è il medico rumeno Nicolae Paulescu? Infatti il dottor Paulescu ha pubblicato i suoi risultati sull’enzima estratto dal pancreas bovino 8 mesi prima degli scienziati a cui è stata ufficialmente accreditata la scoperta, cioè il medico Frederick Grant Banting ed il biochimico John James Rickard Macleod dell’università di Toronto, vincitori del Premio Nobel per la Medicina nel 1923. E questo apparentemente  solo perché il medico rumeno aveva pubblicato i suoi risultati in francese e i due ricercatori canadesi avevano tradotto male le sue conclusioni (da “l’estratto pancreatico riporta alla normalità i livelli di glicemia” a “l’estratto pancreatico NON riporta alla normalità…”)!

Altro famoso esempio: chi ha inventato il telefono nella seconda metà dell’Ottocento? Lo scozzese Alexander Graham Bell (nel 1876) o l’italiano Antonio Meucci (nel 1854)? Beh, ovviamente il nostro Meucci, ma ci sono voluti diversi anni prima che il mondo accettasse l’italiano come reale inventore (solo nel 2002 il parlamento statunitense approvò una risoluzione che attribuiva a Meucci i meriti per l’invenzione del telefono). E questo solo perché Meucci ebbe difficoltà finanziarie che non gli permisero di brevettarne l’invenzione (il costo del brevetto era di 287 dollari, che corrispondono a circa 5000 euro di oggi), mentre invece Bell non ebbe questo problema!

Infine, un altro caso eclatante… sembra che persino il fisico più illustre del secolo scorso, colui che ha sviluppato e descritto la teoria della relatività, il geniale Albert Einstein, abbia “copiato”, e ancora una volta a discapito di un nostro (sconosciutissimo) connazionale, il vicentino Olinto De Pretto. Come già riportato nel 1999 dal The Guardian, la famosissima equazione E=mc2, cioè la relazione matematica che collega massa ed energia venne pubblicata dall’italiano nel 1903 sulla rivista Atte. Secondo  uno storico della scienza, il professor Bartocci dell’Università di Perugia, il modo in cui Albert Einstein sarebbe venuto a conoscenza di tale relazione ricalcherebbe le più classiche storie di spionaggio… Infatti Einstein sarebbe stato informato dallo svizzero Michele Besso del lavoro di De Pretto e avrebbe usato l’intuizione di De Pretto nel 1905, senza mai darne credito al fisico nostrano. Ovviamente, De Pretto non scoprì la relatività, ma non c’è dubbio che fu lui il primo ad usare l’equazione speculando sull’etere nella vita dell’universo.

Anche se in maniera tardiva, è giusto ricordare il contributo che questi grandi personaggi hanno dato alla scienza ed alla tecnica grazie alle loro idee, che sono riuscite ad “ispirare” altri grandi e quindi ci hanno permesso di progredire nella conoscenza del mondo. Per non dimenticarli, ecco una loro foto:

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Scritto da Matteo Beretta Pubblicato il 16 novembre 2011

 

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6 Commenti »

  • Pino striccoli dice:

    Forse nel caso del DNA come nei grandi lavori, esiste molto di lavoro cooperativo, di gruppo, più che di copiatura

    • sambea dice:

      non é stato così ! Alla fine degli anni 40 ci fu una vera a propria gara nel cercare di definire la struttura del DNA, ed ognuno cercava di proporre le strutture più disparate ma che comunque erano tutte più o meno simili alla struttura vera e propria proposta successivamente da watson e crick. Il vero genio era Crick e Watson, giovane molto in gamba, si é trovato semplicemente al posto giusto al momento giusto. Avevano elaborato il loro modello ma avevano bisogno di una prova fotografica, che allora consisteva solatnto in una buona immagine con la diffrattometria a raggi X, l’unica persona che allora era riuscita a produrre una ottima immagine della molecola di DNA con questo metodo era la Franklin che in quel momento lavorava per Wilkins. Il vero bastardo fu proprio Wilkins che passò a Watson e Crick la famosa fotografia realizzata dalla Franklin. Questa fotografia compare sull’articolo originale del 53 senza nemmeno un ringraziamento nei confronti di questa giovane dottoranda. La Franklin purtroppo fu proprio sfortunata perché quando venne conferito il nobel anche al bastardo Wilkins la Franklin era morta di cancro pochi mesi prima

  • Olinto depretto | Iworkathomegol dice:

    [...] Il Dna l'ha scoperto una donna, l'insulina un rumeno tradotto male … [...]

  • Federico dice:

    Beh, mi pare che in questo articolo manchi il più grande assente della storia, che pertanto continua ad esserlo. Nikola Tesla: uno dei più geniali inventori e scienziati che hanno mai calpestato il suolo di questo affascinante pianeta. Sua è l’invenzione della corrente elettrica propriamente detta, quella alternata. Eppure viene ricordato al suo posto il blasonato Thomas Alva Edison e i suoi 1093 brevetti, inventore della corrente continua. Sempre di Tesla è l’invenzione del primo trasmettitore ad onde radio (la radio), accreditata per mezzo secolo al nostro caro Guglielmo Marconi. Ma più in generale Tesla può essere considerato a buon diritto l’inventore del concetto di wireless (e anche di alcune sue applicazioni pratiche). E ancora sua è la scoperta dei raggi X, nonostante sia stata attribuita a Wilhelm Röntgen.

    Penso che un paio di righe su questo personaggio quasi mitologico bisognerebbe inserirle, non trovate?

    Grazie del lavoro che fate: il vostro blog è molto interessante.

    Saluti,
    Federico.

    • Giovanni Argento dice:

      Caro Federico,
      hai perfettamente ragione, Tesla è il grande assente per eccellenza. Era in effetti in progetto di scrivere su di lui, prima o poi… ma non sarebbe stata una cosa rapida. Ti vedo però molto ferrato sull’argomento: ti andrebbe di scrivere qualcosa tu, per noi? Questo blog è a disposizione di tutti: le idee, gli articoli, le proposte sono sempre bene accette :)
      se ti va, puoi contattarmi via email (gli indirizzi li trovi alla pagina del “chi siamo”).
      Grazie per il tuo interesse nei nostri articoli!

      • Federico dice:

        Caro Giovanni,
        grazie dell’offerta: ne sono lusingato. Accetto volentieri, ma ci vorrà un po’ di tempo: l’argomento è denso ed io sono oberato di lavoro, quindi posso dedicarmici solo nei ritagli di tempo.

        Prossimamente ti contatterò per email.

        A presto!