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L’orso in fibra ottica e il suo pelo alla velocità della luce

un orsetto polare cerca la posizione migliore per la sua antenna wi-fi

Lo sapevate che i peli degli orsi polari si comportano come le fibre ottiche? Dato che sono cavi (nel senso di ‘bucati’, vuoti all’interno), permettono di incanalare i raggi del Sole verso la pelle dell’animale, e quindi anche il calore. In questo modo, ogni orsetto – che vive costantemente immerso in una temperatura media di -40 gradi centigradi – riesce a scaldarsi un pochino. Però milioni e milioni di peli che incanalano tutta quell’energia solare… come come mai non prendono fuoco, questi orsetti? Perchè non si prendono almeno un melanoma? Semplice: perché quella del pelo a fibra ottica è una leggenda metropolitana.

Questa leggenda l’ho scoperta leggendo il libro “Tutta colpa dell’angelo” di Christopher Moore. In realtà l’autore non la tratta come leggenda, ma come verità assodata. Durante il racconto, infatti, due protagonisti stanno analizzando al microscopio dei peli; questi sono stranissimi, e uno dei due li accomuna “ai peli degli orsi polari, che hanno alcune proprietà delle fibre ottiche. Incanalano l’energia attraverso la pelle scura per mantenere il calore”.

la lingua blu dell'orso dimostra che al Polo Sud fa DAVVERO freddo

Fantastico, dico io. Voglio saperne di più! Sarà vero di certo, anche perché é risaputo che gli autori si documentano, quando scrivono un romanzo. No? (1)
No. Spulciando per bene su Internet, ho trovato solo metà link che sostenevano questa tesi; l’altra metà, ben più autorevole, dimostrava che non è affatto vero. Come riporta ad esempio il sito del Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale (Cicap), “questa credenza circola ormai da una ventina di anni (2) e le sue origini sono state rintracciate in ipotesi scientifiche non verificate. Da allora, il mito dell’orso in fibra ottica è stato riportato in decine di riviste, libri (incluso un testo di fisica) e trasmissioni radiotelevisive“.

Questo ci porta all’aspetto interessante della questione: se si trattava di ipotesi scientifiche (che il Cicap fa risalire agli anni Settanta), perchè nessuno ha provato a verificarle?
Pare ci abbiano pensato, solo nel 1998, Daniel W. Koon e Reid Hutchins, rispettivamente un professore e uno studente di fisica a New York. Hanno preso dei peli di orso (non voglio sapere come!), li hanno illuminati e hanno misurato le loro proprietà di trasmissione della luce. Risultato: ciascun pelo trasmette ”meno di un millesimo della luce incidente rossa, e meno di un trimiliardesimo di quella incidente viola”. Ovvero, non trasmette praticamente niente. Anzi, è talmente refrattario alla luce che ‘‘se fosse possibile convertire tutta la luce che il Sole emette in luce rossa e concentrarla in un pelo di orso, dopo dieci centimetri questa diventerebbe troppo debole per essere percepita dall’occhio umano”.

un orso monta l'attrezzatura per il suo prossimo esperimento

Secondo me, comunque, gli scienziati hanno sbagliato tutto. Sono convinto che i peli di orso siano davvero delle fibre ottiche; solo che non le usano per scaldarsi, ma per navigare su Internet, e diffondere meravigliose leggende su loro stessi.
E ci sono riusciti benissimo, non credete?

 

 

 

 

 

 

(1) Ci tengo a sottolineare che Christopher Moore è un autore che mi piace tantissimo. Ci sono due suoi libri che consiglio a tutti di leggere: “Suck! Una storia d’amore“, e “Il vangelo secondo Biff – amico d’infanzia di Gesù“.

(2) Il Cicap ha pubblicato l’articolo nel 2001. Quindi quella “ventina d’anni” ora è diventata trentina. Il libro di Moore è invece del 2004, con una revisione che ha aggiunto nuove 35 pagine nel 2005 (wiki). Come si leggerà dopo in questo stesso post, la smentita della leggenda sulla fibre ottiche è arrivata nel 1998, ben prima quindi che il libro di Moore fosse stato anche solo pensato.

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Scritto da Giovanni Argento Pubblicato il 19 dicembre 2011

 

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