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Piantala di svegliarti tardi! Cappuccino e brioche per la mia piantina

l'Arabidopsis, in alcuni laboratori, imita il Flying Spaghetti Monster (http://it.wikipedia.org/wiki/Flying_Spaghetti_Monsterism)

Alzi la mano chi non ha problemi a svegliarsi, la mattina. Ci sono giorni in cui, magari, siete pronti e reattivi già all’alba; e altri in cui, anche se avete dormito nove ore abbondanti, la sola idea di sgusciare dal piumone sembra uno degli incubi più orribili.

Da dove arriva questa differenza? Per l’uomo non lo so, anche perché raramente è ‘colpa’ di un solo fattore. Per le piante, invece, la risposta è molto più facile (e scontata): è colpa del gene Toc1, come spiegano dall’Università di Edinburgo.

Analizzando l’Arabidopsis, piantina molto usata nella scienza e nota anche come arabetta comune, i ricercatori hanno visto che la proteina prodotta dal gene Toc1 non solo aiuta le piante a ‘risvegliarsi’ al mattino; ma alla sera (probabilmente dopo il film in seconda serata) spegne ben 12 geni responsabili del loro ‘orologico biologico’. Il corrispettivo vegetale del mettersi il pigiama.

Gli animali, le piante e persino i batteri vivono in una routine di 24 ore, conosciuta come ‘ritmo circadiano‘, che permette loro di adattarsi continuamente alla disponibilità della luce durante il giorno, ma anche al cambiare delle stagioni (supposto che ci siano ancora).
”Proprio come per gli umani – ha spiegato Millar in un’intervista alla BBC – anche le piante hanno il proprio ritmo. Avere un orologio biologico è particolarmente importante proprio per le piante, perché le prepara ad assorbire la luce durante il giorno, mentre durante la notte permette loro di immagazzinare l’energia accumulata per crescere. Con la nostra ricerca abbiamo capito come funziona questa dozzina di geni, e come si comportano in determinati momenti della giornata”.

i ricercatori al lavoro sull'Arabidopsis

Qualcuno dirà: e allora? A che serve tutto questo?
A fare una cosa mostruosa se fosse sugli animali, ma incredibile visto che le piante non soffrono (almeno, fino a prova contraria). Si potranno ‘torturare’ le piantine di grano, di riso, le verdure, i frutti; si punterà loro una torcia in faccia, e gli si farà sputare fino all’ultimo chicco, l’ultima bacca, l’ultima fogliolina. Coltura intensiva, intensivissima, giorno e notte, notte e giorno; senza usare pesticidi in più, terreno in più, semi in più. Non dico che arriveremo alle zucchine coltivate nel deserto; ma magari un giorno non troppo lontano, qualcuno dovrà svegliarsi a mezzanotte per innaffiare l’orticello – perché la sua insalata, purtroppo, non dorme più come una volta.
Siete pronti al futuro? :)

 

maggiori info su geni e piantine qui: http://millar.bio.ed.ac.uk/

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Scritto da Giovanni Argento Pubblicato il 14 marzo 2012

 

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