C’era una volta il 1998.
In quell’anno lontano lontano accadevano molte cose di rilievo: cominciò con la nascita, a Dubai, del primo Cama, ibrido prodotto dall’accoppiamento di un maschio di cammello e una femmina di lama, e si chiuse con la decisione in Italia di rendere obbligatorio l’uso del prefisso telefonico anche per le chiamate urbane.
Molti di voi però ricorderanno il 1998 non per questi fatti di rilievo epocale, ma per la sfida cinematografica fra due lungometraggi catastrofici, Deep Impact e Armageddon. Di catastrofico di sicuro non hanno avuto gli incassi (soprattutto il secondo), al massimo la verosimiglianza scientifica.
Non voglio qui ora entrare nel dibattito fra quale dei due sia meglio, anche perché Armageddon vede nel suo cast Bruce Willis, quindi non c’è storia. Vorrei invece spingervi a ricordare il quesito che le due pellicole cercavano di comunicarvi fra un’esplosione e l’altra: come si comporterebbe l’umanità nel caso si venisse a sapere che un asteroide sta per distruggere la Terra, e con lei l’umanità?
Ovviamente nei due film il gigantesco asteroide non viene notato che poco prima che collida con il nostro pianeta, in barba a tutti gli studi che da migliaia di anni si fanno sui corpi celesti. Ma può succedere.
A voi non è mai capitato, rialzandovi, di sbattere la testa su un’anta che avevate precedentemente aperto in cucina? L’anta era già lì, c’è pure l’aggravante che probabilmente ce l’avete messa voi, eppure ci sbattete lo stesso, per forza. Immagino sia bene o male lo stesso concetto.
Alla fine però la Nasa se ne accorge, e sprezzante del pericolo di essere derisa da tutti per non essersene accorta prima, organizza le contromosse. Della gente viene quindi mandata sopra l’asteroide per deviarne la traiettoria con le care vecchie esplosioni, che in un film son sempre ben accette.
A me sembra un’ottima idea irrealizzabile. Un po’ come la pancetta caramellata.
Ovviamente ad Hollywood si può fare, con esiti un po’ differenti nei due casi, ma non dico di più perché 14 di voi non hanno visto Deep Impact. A questo punto, o più probabilmente dalla quinta riga, vi starete chiedendo il perché di tutto questo po’ po’ di premessa e, bene, il motivo è che nel 2040, più precisamente il 5 febbraio, tutto ciò che abbiamo imparato nel 1998 potrebbe rivelarsi utile.
Infatti AG5 (questo il nome del corpo celeste) ha una probabilità su 625 di sterminarci tutti, o almeno quelli di noi che entro il 2040 non saranno riusciti ad emigrare su Marte. Per darvi un’idea di quanto questa probabilità sia alta, sappiate che fare 6 al superenalotto è un milione di volte più difficile (più precisamente la probabilità di fare 6 è di 1 su 622.614.630), e a me risulta che sia già stato pagato il 6. Più volte.
Ad ogni modo, il Corriere della Sera e gli altri organi che riportano la notizia ci informano del fatto che sia i russi che gli americani stanno preparando una missione per mandare qualcuno sull’asteroide per deviarne la traiettoria, proprio come nei succitati movies. Non ci è dato sapere se sono i film ad averci azzeccato o se, come al solito, è la vita che si è sforzata di assomigliare a un film (due, per la precisione).
Nonostante l’indubitabile vantaggio di aver previsto il possibile impatto con 30 anni circa di anticipo, il fatto che Bruce Willis nel 2040 avrà 85 anni non mi fa propendere per l’ottimismo. Ad ogni modo non disperate, tanto se han ragione i sapientoni dello Yucatan per quella data saremo già tutti morti da un pezzo. Tranne gli abitanti di Bugarach e Pradeltorno di Angrogna*.
Ma questa è un’altra storia…

Vitangelo Moscarda

* dalla Wikipedia: Secondo alcune profezie Pradeltorno sarà l’unico luogo, insieme a Bugarach, comune situato sui Pirenei francesi, che sarà risparmiato nell’apocalisse del 2012. Ciò sarebbe dovuto ai rituali che un tempo erano compiuti dai valdesi e alla presenza del Sacro Graal, che per un breve periodo sembra sia stato custodito in questi luoghi.

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