Storia dell’inconscio, dalla filosofia alle moderne neuroscienze (parte 4: Inconscio & Vita)
C’è una cosa che ha sempre affascinato tutti gli scienziati: perché pensiamo? Com’è possibile che il nostro cervello, biologicamente, abbia la coscienza e la conoscenza di sé stesso? Già questo unico dilemma farebbe esplodere cervelli a ripetizione. Per questo abbiamo voluto ospitare un’analisi in quattro parti sulla “storia dell’inconscio”, realizzata da Davide Mangani. Potete dare una ripassata alla parte 1, alla parte 2 e alla parte 3, oppure passare subito a questa quarta e ultima puntata: in ogni caso buona lettura!
Giovanni Argento
“La mente ama l’ignoto. Ama le immagini il cui significato è sconosciuto, poiché il significato della mente stessa è sconosciuto. Io mi sforzo di non dipingere se non immagini che evochino il mistero del mondo. Perché ciò sia possibile, devo essere ben vigile, ossia devo cessare di identificarmi interamente con idee, sentimenti, sensazioni.”
[René Magritte]
Nei primi 3 articoli, con un approccio semplice ed allo stesso tempo il più onnicomprensivo possibile, ho delineato l’evoluzione storica dell’inconscio. In questo viaggio a ritroso mi è sembrato alquanto paradossale che l’interesse verso questo sconosciuto ambito della vita dell’uomo sia nato proprio durante il picco del positivismo scientifico, quando l’uomo, abbandonando ogni forma di dogmatismo, aveva affidato la globalità della sua esistenza al controllo della Ragione.
Studiosi di svariati ambiti culturali si sono interrogati sugli aspetti celati e oscuri della mente umana; il periodo a cavallo tra l’800 e il ‘900 ha visto la fusione di discipline quali Arte, Scienza, Filosofia e Architettura, destinata a cambiare la visione della mente. Essa è soggetta a processi inconsci e ciò che affiora alla coscienza, rappresenta solo il picco di un iceberg.
Nelle sue prime istanze la nuova teoria della Mente fu molto criticata. A tal proposito Freud asserì “Sono necessari uomini che abbiano il coraggio di pensare nuove cose prima di poterle provare”.
Oggi molti studiosi di psicologia cognitiva e di neuroscienze lavorano attivamente per confutare alcune delle teorie di Freud; certo è che queste discipline possiedono la falla intrinseca di voler analizzare attraverso il metodo scientifico processi che, anche con le attuali tecniche di Neuro-Imaging, presentano problemi nella loro lettura ed interpretazione. Mancano modelli animali per i processi più complessi e abbiamo accessibilità limitata ad alcune aree del cervello.
Non a caso il premio Nobel , e forse maggiore neuroscienziato al mondo, Eric Kandel ha detto: “La teoria della mente di Freud, nonostante l’ovvia debolezza di non essere sperimentale, rimane forse, un secolo dopo la sua elaborazione, la più convincente e coerente concezione dell’attività della mente di cui disponiamo”.
L’inconscio è la facoltà psichica più affascinante e complessa da analizzare ed è fondante non solo in noi essere umani, ma anche in tutte le specie viventi presenti sulla Terra. Infatti la “coscienza” è una facoltà nuova nell’evoluzione. Il sommo poeta, Dante, riferendosi ad essa scrive: “che vive e sente e sé in sé rigira”, sottolineando come la coscienza abbia la riflessiva e meravigliosa capacità di essere cosciente di se stessa!
Eppure tutti i processi biologici che ci danno modo di vivere, che regolano l’omeostasi dei nostri fluidi e tessuti biologici, che dettano le nostre inclinazioni, che dettano la nascita spontanea dei nostri pensieri e la formazione di collegamenti inaspettati, che sono alla base dell’avanzamento culturale della nostra specie, sono prettamente ed esclusivamente inconsci!
Le neuroscienze ci rimandano alla concezione di Nietzsche e addirittura il filosofo della Mente Daniel Dennett ha postulato che la nostra unità nervosa, il neurone, per la sua natura elettrica è un elemento altamente competente ma non comprendente, ossia adempie ad una funzione psichica senza comprendere ciò che fa e questo grazie alla pressione evolutiva che nei secoli ha selezionato solo quelle reti neuronali composte in modo da permettere il perseguimento ottimale della specie.
Ma le moderne neuroscienze sono perfino andate oltre. Si è visto che la coscienza è uno stato della mente che rispecchia più o meno fedelmente eventi interni inconsci, caratterizzati da una certa coloritura emotiva, e quindi non è assolutamente un centro di produzione di atti di volontà!
Le associazioni inconsce che nascono dentro di noi guidano la nostra personalità (il Sè) e le nostre funzioni biologiche.
Inaspettatamente la coscienza, come afferma Edoardo Boncinelli, con il suo processo di razionalizzazione degli eventi psichici si fa “testimone” o addirittura “portavoce” delle decisioni che prendiamo inconsciamente. È quindi il nostro sistema nervoso a decidere per noi? Siamo solo testimoni di queste decisioni? È una visione impopolare, ma molte linee di ricerca hanno teorizzato questa conclusione.
Le teorie ora enunciate hanno fatto tremare fortemente i “pilastri” della Ragione e della Libertà, concetto quest’ultimo spesso strettamente correlato. Personalmente ritengo che queste conclusioni siano sicuramente interessanti, ma il sistema nervoso che dirige rendendo “solo” testimone la coscienza, rimane pur sempre il “MIO SISTEMA NERVOSO”, e la cosa che conta realmente è che io devo sempre avere la forza di rivendicare la paternità delle mie azioni e delle mie emozioni.
La Ragione ci aiuta a vivere, ad evolverci, a migliorare, ma non ci motiva a farlo!
La motivazione parte da altro e questo altro è spesso sconosciuto, o comunque è un atto simbolico, inconscio. A sostegno di ciò, c’è da dire che mentre i ricercatori hanno scoperto varie zone cerebrali deputate alla gestione delle emozioni e dell’affettività, finora non sono state trovate aree coinvolte nella razionalità; dunque l’elemento estraneo nel nostro cervello sembra essere la ragione, non le EMOZIONI!
A questo punto mi sento di distaccarmi dalla – seppur suggestiva – visione di Dennett. Sicuramente siamo composti da elementi altamente competenti, ma che non siano comprendenti non sono d’accordo. Ritengo piuttosto che la Natura sia incredibilmente organizzata e che il nostro sistema Nervoso rispecchi semplicemente le sue leggi che contemplano ad esempio le proprietà emergenti. Esse sono delle proprietà non visibili allo stato molecolare, ma che si manifestano solo quando le molecole sono unite in composti. Ad esempio la molecola della vita, l’acqua (H2O) al suo stato molecolare di H e O, due gas, non detiene assolutamente le caratteristiche e le proprietà riscontrabili quando le varie molecole si uniscono in un composto. Al livello superiore l’acqua diviene liquida, trasparente, incolore e possiede tutte le altre proprietà che sono poi quelle necessarie a far sviluppare la vita sulla Terra. Così è il nostro sistema Nervoso. Così siamo Noi!
E’ facile a questo punto domandarsi su come queste leggi siano state formulate, quando sono state formulate, e soprattutto CHI o COSA le ha formulate. A questo snodo la catena causale degli eventi si ferma, e la Scienza fa un passo indietro, aggrappandosi alla legge del ricercare solo ciò che è dimostrabile. Ma la vita non è forse già la dimostrazione di questo ordine superiore? Gli esseri viventi sono un paradosso nell’universo, ed è forse questa l’ipotesi che più mi fa pensare che ci sia qualcosa dentro Noi, un soffio vitale, una mente universale che ci pervade.
Sappiamo che l’Universo, per sua conformazione, tende al disordine. A causa dell’Entropia la materia tende spontaneamente all’appiattimento di ogni differenza. Per il secondo principio della termodinamica, in un sistema chiuso l’ordine diminuisce sempre e il disordine aumenta, in altre parole l’informazione contenuta nel sistema va disperdendosi nel tempo. Invece la Vita crea continuamente ordine e, non solo conserva l’informazione, ma attraverso l’evoluzione, la migliora costantemente. Per adempire a questo compito la Vita crea continuamente energia e la distribuisce alle sue strutture, ed è incredibile vedere come riesca a farlo nell’universo che invece tende continuamente al suo opposto! Solo nel nostro corpo ogni secondo nascono 25 MILIONI di cellule, ogni giorno muoiono e vengono rimpiazzate mezzo miliardo di cellule della nostra pelle, ogni 3 mesi sostituiamo completamente il nostro scheletro e produciamo circa 10mila cellule nervose al giorno. La vita non ha “se”, non ha “ma”. È un inarrestabile continuum di energia, una continua lotta che incredibilmente riesce ad essere nascosta alla nostra coscienza dandoci quasi l’impressione che la vita sia qualcosa di facile e necessario. Non è così! Dietro ogni cosa c’è uno sforzo immane ad andare contro le leggi di Natura, e quindi solo per questo mi sento di affermare che la Vita è unica, come unica è l’esistenza di ognuno di noi che lotta, sente, si emoziona, ama e odia, senza sosta!
E’ questo il più grande potere dell’inconscio. Quello di lottare per Noi ogni giorno, senza sosta o tregua per darci modo di esperire tutte quelle emozioni che ci regolano e per far sì che la nostra “illusoria coscienza” si manifesti in noi e ci dia modo di poter lavorare ogni giorno per migliorare la nostra INDIVISIBILE INDIVIDUALITA’ DI ESSERE UMANO.
Senza sforare in discorsi Religiosi o Teleologici, senza scomodare nessun Dio antropomorfo o dottrina, mi sento di dire che dietro tutta la nostra biologia, dietro tutta la continua lotta che opera dentro di noi, c’è una forza: tale forza sottende e regola le leggi Universali.
Credo, come molti fisici quantistici del nostro tempo, che vi sia una Mente Universale che pervade il Cosmo, che in ragione di essa la vita si auto-organizza creando tutte le sue magnifiche manifestazioni. La cosa più bella di queste regole organizzanti il cosmo è che la vita è un’eccezione, ed in questa veste coincide con il concetto di inconscio che ci sostanzia e sfugge nel medesimo tempo.
“Al suo grado inferiore, psiche è semplicemente mondo”
[Carl Gustav Jung]
Tra Inconscio&Vita
Questo articolo è pubblicato in collaborazione con TheMangoBlack
Riferimenti:
Edoardo Boncinelli – La vita della nostra mente
Daniel Dennett – Competence without comprension
Daniel Dennett – Intervista per “Repubblica”
Dante Alighieri- Purgatorio
Eric Kandel – L’età dell’inconscio
Paul Davies – La Mente di Dio
Tag:Carl Gustav Jung, Daniel Dennett, Edoardo Boncinelli, Eric Kandel, inconscio, Nietzsche, Sigmund Freud
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