Part(or)ire è un po’ come morire. Sui giornali, almeno…
Oggi l’Italia è dilaniata dallo sciopero dei ginecologi: pur essendo garantiti tutti gli interventi in emergenza, i medici non effettueranno alcun parto programmato*.
L’informazione agli italiani, invece, non è dilaniata solo oggi, ma da tempo. Chi avesse letto distrattamente Repubblica, infatti, potrebbe anche pensare che questo sciopero provocherà “1.100 fiocchi rosa o azzurri in meno” (vedi immagine sotto). A nessuno, in quel giornale, è venuto in mente che i bambini nasceranno semplicemente il giorno dopo. Non è che scioperare impedirà ai bambini di venire al mondo: semplicemente, ne anticiperà o ne ritarderà la nascita, e quindi nasceranno lo stesso.
Sotto l’immagine, una curiosità sui parti programmati.
*Perché la gente vuole programmare il giorno in cui far nascere un bambino, che poi è la cosa meno programmabile che c’è? (la nascita, non il parto; per programmare un parto basta pagare, a meno che non ci siano validi motivi medici)
Senza la pretesa di essere esaustivi, i principali motivi per cui i genitori programmano il parto sono:
- fare un cesareo per non rovinare quei tessuti delicati che rappresentano il canale naturale della nascita (esatto, la vagina);
- far nascere il bambino in un giorno speciale, o evitare un giorno nefasto: è curioso nascere il 25 dicembre, un po’ meno bello nascere il 6 giugno 2006 (avere un 6-6-6 sulla carta d’identità piace a pochi);
- causa impegni di lavoro, o viaggi imminenti, o programmazione della permanenza dei parenti. Sembrerà strano, ma alcune famiglie programmano il parto perché così sanno quando far venire mammà.
L’unico (o quasi) motivo medico valido per programmare un parto è invece una patologia cronica della madre o del bimbo che deve nascere, ad esempio la talassemia, o il diabete, o un tumore. Programmare il parto significa per la donna avere tutto predisposto per trattare al meglio la sua malattia, nel migliore centro attrezzato, e con la maggior sicurezza possibile per il bambino.
Sia chiaro, il parto si può programmare solo nei dintorni della data presunta di nascita; non è che si può davvero scegliere, anzi serve una certa dose di fortuna se si vuole evitare “il giorno sbagliato”.
Una cosa invece perfettamente programmabile è il rifiuto di acquistare giornalacci. ;)
Tag:fiocco azzurro, fiocco rosa, parto, parto programmato, Repubblica, sciopero ginecologi
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Spiegatemi perché bisogna nascere col cesareo per forza? da quando la gravidanza e il parto sono una malattia curata con un’operazione chirurgica?
Purtroppo, Alvy,
di questi tempi ogni pratica sanitaria ha una medicalizzazione un po’ estrema.
Il cesareo, se fatto nel modo giusto, può salvare delle vite ed è una risorsa importantissima.
A volte viene usato semplicemente per non sentire dolore (l’epidurale rallenta le contrazioni; e se non sono sufficienti, bisogna ricorrere al cesareo per non mettere in pericolo il bambino).
Infine, in Italia (soprattutto da noi!) c’è una cosa che si chiama medicina difensiva: siccome va di moda tra i pazienti denunciare i medici ad ogni singolo e minimo problema, i medici si tutelano con il cesareo. Ad esempio, alla minima infezione della madre, i medici per non avere problemi con il bambino durante la nascita fanno un bel taglio; ma questo succede anche quando il piccolo ha una posizione dubbia (e se si strozza col cordone? e se la manina si prende una storta? vai col cesareo).
Insomma, il cesareo rimane una pratica medica fondamentale. A volte, purtroppo, è solo una scorciatoia per evitare problemi.
Alvy, Giovanni mi trovo d’accordo con entrambi: gravidanza e parto sono eccessivamente medicalizzati.
Anche il mio medico ginecologo, bravissimo e aggiornatissimo, ammetteva che episiotomia (taglio del pavimento pelvico al momento dell’espulsione)e cesareo vengono intrapresi anche quando non strettamente necessari (vedi http://www.saperidoc.it per sapere le percentuali, i criteri che si dovrebbero seguire e la situazione negli altri paesi) e questo perchè…cito:
“Non c’è alla base la scienza in queste scelte, si fa tutto quello che si può fare, così se dovesse andare male nessuno verrà a dirmi che NON ho fatto qualcosa”.
A me, che gli portavo percentuali e dati dalla letteratura scientifica aggiornata, questa risposta non andò giù, ma purtroppo è proprio così.
Sulle motivazioni idiote per cui i genitori decidono di fare il cesareo (decisione che dovrebbe spettare al ginecologo in ogni caso) la peggiore è quella sul “preservare i tessuti delicati”.
Il canale del parto (vagina) è fatto APPOSTA per far passare il bambino. Se non ci sono fattori di rischio evidenti è sempre meglio passare di lì. Piuttosto si ricorre all’episiotomia o a manovre in cui le ostetriche sono esperte per agevolare l’uscita.
Un cesareo significa tagliare tutti gli strati fino all’utero, quindi pelle, adipe, muscoli addominali, tessuti connettivi, UTERO. Ora ditemi voi dove si fa più danno (e male nei giorni successivi).
Per fortuna ci sono ospedali dove ci si attiene ai criteri delle Linee Guida, frutto degli studi scientifici più recenti.
In questo caso le percentuali, sia di episiotomia che di cesareo sono allineate a quelle dei paesi del nord Europa, un tantino più “civili” del nostro in molti aspetti.
Eviterei la regione Campania :).