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Siamo già tutti morti, e non lo sapevamo

L’ipertensione arteriosa è una bruttissima malattia: spiegata in parole povere è la pressione alta, che mette a rischio il cuore e favorisce infarti e patologie cardiovascolari. Ed è mortale, se non curata bene.
L’unico problema è che non sapevo fosse COSI’ LETALE: secondo la rivista Internazionale, l’ipertensione uccide ogni anno NOVE MILIARDI DI PERSONE.
Io sapevo che sulle Terra c’erano 6-7 miliardi di persone in tutto, e sapevo anche che c’erano tante altre cause di morte che potevano ridurre il numero dei terrestri (il fumo, il cancro, gli incidenti stradali, tanto per dirne tre). A dar ragione al giornale, siamo già morti tutti e non lo sapevamo.
L’intera popolazione terrestre è svanita in un solo anno, e noi siamo miracolosamente qui a raccontarlo.
Stampa cattiva!

p.s. Quella pagina di giornale è stata pubblicata il 21 dicembre 2012, nota anche come “la fine del mondo”. Forse è per quello che hanno parlato di 9 miliardi di morti? :P

 

(qui lo screenshot della pagina completa)

 

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Scritto da Giovanni Argento Pubblicato il 21 marzo 2013

 

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4 Commenti »

  • Simona dice:

    Interessante. Mi sento piuttosto bene per essere morta.

  • Anna dice:

    Di solito sono la prima a schierarmi contro la “cattiva” informazione scientifica, ma è anche vero che i refusi capitano anche ai migliori. Sinceramente in questo caso, visto l’articolo ed essendo una lettrice della rivista, penserei prima di tutto a un possibile errore di stampa e chiederei direttamente alla redazione chiarimenti.
    Di solito la redazione di Internazionale, per mia esperienza, accetta e apprezza questi appunti da parte dei lettori e pubblica le correzioni.
    Penso sia ottimo avere un atteggiamento attento e critico a ciò che dice la stampa, cercando di non farsi abbindolare da complottismi e bufale, ma mi sembra sia importante anche non vedere “anti-scienza” ovunque a appioppare l’etichetta “stampa cattiva” senza aver prima verificato come sono andate le cose.
    grazie,
    Anna

    PS. nel caso invece aveste già accertato presso la redazione della rivista che quello di cui si parla nell’articolo non è un banale errore di stampa, ritiro ciò che ho detto, ma vorrei conoscere la risposta della redazione.

  • Giovanni Argento dice:

    Ciao Anna,
    hai perfettamente ragione: i refusi capitano anche ai migliori, e capitano anche qui su OMg!Science! nonostante la cura che mettiamo nei testi. L’Internazionale, tra l’altro (parlo a titolo personale) è uno dei pochissimi a fare un’ottima informazione: quindi ci tengo a precisare che qui non si parla di una loro presunta “cattiva informazione scientifica”.
    Però secondo me è vera anche un’altra cosa: un refuso è un errore di battitura. Può capitare di confondere chilometri con chilogrammi, visto che km e kg si scrivono simili (almeno per metà lettere). Può capitare, ci mancherebbe.

    Ma se uno scrive “nove miliardi di morti all’anno”, lo rilegge più volte e non si accorge dell’enorme discrepanza, ecco: quello non è più un refuso, è fretta, è distrazione, è aver riletto male. Do per scontato che l’articolo sia stato pubblicato dopo essere stato riletto, ma ci sono siti e quotidiani in cui questa cosa non succede.
    Dunque: assumendo che quelli dell’Internazionale rileggono prima di pubblicare (sono sicuro che è così), e che l’errore è comunque evidente e concettuale, quindi non solo un refuso (non hanno sbagliato a digitare, ma proprio a concepire il numero), direi che finisce a buon titolo nella sezione “stampa cattiva” :)

    Il tuo consiglio di segnalare alla redazione è comunque valido. Per un sito internet funziona però meglio, rispetto a quando l’errore è su un giornale ormai stampato in migliaia di copie. Senza contare che, se gli autori di questo sito dovesso segnalare tutti gli errori che trovano sulla stampa ogni giorno, non avremmo tempo di scrivere certi nostri pedanti e pignoli post ;)

    che ne pensi?

  • Anna dice:

    Caro Giovanni, scusa il ritardo della risposta,
    concordo sul fatto che non si tratti propriamente di un errore di battitura, ma continuo a pensare a qualcosa di simile, a volte durente l’editing e la correttura di bozze si rilegge la stessa cosa talmente tante volte che alla fine paradossalmente è più difficile trovare l’errore. In ogni caso non voglio certo giustificarli, ecco perché penso che scrivere direttamente alla redazione sarebbe stata la cosa più utile. Anche se si tratta di carta stampata di solito pubblicano gli errata corrige, lo scorso anno al Festival di Internazionale avevano tenuto una conferenza proprio su questo e si può scrivere direttamente a Giulia Zoli: correzioni@internazionale.it proprio perché sono i primi a dire che errori come quello sopra citato possono capitare.
    Ci tengo comunque a precisare che apprezzo in generale la vostra attenzione e le vostre denuncie quando si tratta di vera “stampa cattiva”,
    grazie
    Anna