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Pig 26: il super-maialino che non si ammala

Sembrano lontanissimi i giorni del 1996 in cui veniva annunciata al mondo la nascita di Dolly, la prima pecora clonata con successo da una cellula somatica. L’esperimento venne condotto dal Roslin Institute in Scozia, a pochi km da Edimburgo, e lo stesso istituto, 17 anni dopo il famoso clonaggio, ha annunciato al mondo di aver creato Pig 26, il primo maiale immune a una grave malattia tipica della sua specie. Si tratta di super-maialino (o di spider pork, come preferisce Homer Simpson) creato in laboratorio con il preciso scopo di dar vita ad un essere con un sistema immunitario talmente efficace da non aver bisogno di antibiotici.

Sebbene questa invenzione biotecnologica desti molti dubbi e sospetti soprattutto in Italia, dove la stragrande maggioranza della popolazione (75%) è contro l’uso e la creazione di OGM, la ricerca effettuata dall’istituto britannico ha del rivoluzionario. Bruce Whitelaw, esperto del centro di ricerca scozzese, spiega che Pig 26 (che oggi ha circa 6 mesi di vita) è stato ottenuto da un editing genico che genera una specifica delezione di alcune basi, ovvero i ‘mattoncini’ che costituiscono il nostro DNA. Questo permette ai maiali di non ammalarsi della peste suina africana, che può uccidere i maiali europei entro 24 ore dal contagio. I maiali così creati hanno quindi sviluppato immunità a questa patologia.

L’invenzione biotech applicata sul suino genera dei risvolti interessanti possibilmente estendibili anche agli altri animali: ottenere prodotti alimentari come carne, latte e uova senza incorrere nel rischio di trasmissione di pericolose patologie sia per gli animali che per noi umani.
La tecnica è estremamente precisa e non consiste in una clonazione. Come dice Whitelaw: “Pig 26 ha una specifica delezione, ne abbiamo rimossa una esattamente da dove volevamo rimuoverla”; questo processo viene eseguito sugli ovuli già fecondati piuttosto che su cellule ricavate dai tessuti (come nel caso della pecora Dolly), e ha un’efficacia del 10-15%.
Questa nuova tecnica fa sì che venga meno la necessità di dover clonare o di trasferire il nucleo di una cellula ad un’altra, motivo per cui questa nuova sperimentazione biotecnologica è annoverabile nella categoria di Ingegneria Genetica Pulita.

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Scritto da Loredana Sansone Pubblicato il 12 giugno 2013

 

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