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Esplosioni nucleari e terremoti: in Texas c’è stato solo un “brividino”

Ieri c’è stata una terribile esplosione di un impianto industriale in Texas, che purtroppo ha provocato diverse morti e ha ferito centinaia di persone.
Al di là della tragedia, molti giornali stranieri stanno scrivendo che “è stata come un’esplosione atomica“, a cui è seguito un terremoto di 2.1 gradi (o magnitudo?).

Ovviamente su queste notizie si sono buttati a capofitto anche i giornali italiani, scrivendo ad esempio Forte esplosione in Texas, “così potente da creare un sisma”, oppure Esplosione in Texas: “Come un’atomica in giardino”.

Cerchiamo su Wikipedia cosa significa:
Secondo la scala Richter, la più utilizzata, un terremoto di magnitudo 2.1 lo avvertono “solo coloro che si trovano in posizione supina; un pendolo si muove”.
Secondo la scala Mercalli, meno utilizzata, si è trattato di scossa molto leggera, “avvertita solo da qualche persona in opportune condizioni”.

Ora, invertiamo il ragionamento: che tipo di terremoti provoca un’esplosione nucleare?
Trascurando tutti gli altri effetti (radiazioni, calore a migliaia di gradi, distruzione totale), Wikipedia dice che  “una detonazione nucleare potrebbe scatenare una rottura tra le faglie e dunque un terremoto di grande intensità a distanze entro alcune decine di km dall’epicentro”. Insomma, una vera bomba nucleare provoca terremoti devastanti: niente di paragonabile a qualcosa che, come nel caso dell’impianto industriale in Texas, provoca una scossa rilevabile dalle persone in modo quasi impercettibile.

Insomma, al di là – lo ripeto – della tragedia, dei feriti, e della gravità della situazione, dal punto di vista scientifico i giornali hanno toppato un’altra volta. Si sono lasciati emozionare dalle frasi forti e ad effetto (“un’atomica in giardino!” nel paese del NIMBY…), e si sono dimenticati di considerare le conseguenze delle loro parole  :(

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Scritto da Giovanni Argento Pubblicato il 19 aprile 2013

 

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