Rockall, il fenomeno (vulcanico) più conteso al mondo
Sono decenni che ci si scanna sulla nostro pianeta per il controllo del petrolio. Guerre sporche quanto l’oleoso prodotto fossile martoriano non solo luoghi altrimenti anonimi, ma anche la Mesopotamia, antica culla di civiltà e moderno teatro di assoluta inciviltà. Eppure le fonti di energia sono tante su questa Terra, basti pensare al caso dell’Islanda, isola ricchissima di fonti rinnovabili di origine vulcanica. E confrontando Iraq con Islanda, una domanda sorge spontanea: perché mai nessuno pensa di andare a conquistare la terra dei moderni Vichinghi, piena com’è di potenzialità per la produzione di energia geotermica? La risposta è semplice e se ci pensate ovvia: il petrolio può essere facilmente trasportato verso i luoghi dove i papponi albergano, mentre spostare un vulcano o trasportare il suo carico di energia è impresa ben più difficile.
Non vi è quindi grossa contesa sullo sfruttamento dei geyser islandesi, ma ciò non vuol dire che altri fenomeni vulcanici non possano creare motivi di conflitto tra gli umani, islandesi compresi. Il vulcanismo infatti è capace di creare terra dove prima c’era mare, ed un caso più unico che raro in tal senso è rappresentato da Rockall, un remoto spuntone di roccia collocato in alto mare tra Irlanda, Gran Bretagna ed Islanda. E’ un posto cosi’ tremendamente isolato che e’ probabile abbia avuto meno visitatori della Luna; ve lo dico giusto per darvi un ottimo suggerimento per le vostre vacanze estive… se vi interessa davvero come meta, provate a fare un giro su Google (qualche tempo fa si poteva leggere questo link, ma ora è diventato un blog protetto da password). Dal punto di vista geologico, si tratta della cima di un vulcano in gran parte sottomarino, ed ormai inattivo. Terrore dei naviganti notturni e di quelli avvolti nella nebbia (almeno fino all’invenzione del GPS), tale remoto scoglio guardiano del nulla è oggetto di rivendicazioni territoriali da parte delle suddette Islanda, Irlanda e Gran Bretagna, con la compagnia pure della Danimarca (quest’ultima già esperta in materia, visto che da tempo gioca alla guerra col Canada per il possesso di un’isoletta insignificante collocata tra Groenlandia ed i territori settentrionali del Paese americano). Tutto ciò fa di Rockall la formazione vulcanica più inutile al mondo, ed insieme la più contesa, caso esemplare dell’umana stupidità. Ovviamente, alla base delle varie rivendicazioni vi sono motivi ben precisi, relativi al diritto di sfruttamento delle aree di pesca e di giacimenti petroliferi nella zona, se mai questi ultimi verranno trovati (il petrolio crea problemi anche nel mondo dell’ipotetico). Nonostante questa parvenza di razionalità, lasciatemi ricordare come la Natura sia talvolta in grado di mostrare agli umani quanto stupide siano le loro piccinerie. E sarebbe bello se la Terra, risvegliandosi proprio sotto Rockall, facesse eruttare di nuovo il vulcano e ne facesse crollare la cima sott’acqua.
Tag:Canada, Danimarca, energia geotermica, fonti rinnovabili, fossile, geyser, Gran Bretagna, Groenlandia, inciviltà, Iraq, Irlanda, Islanda, Mesopotamia, petrolio, Rockall, vichinghi, vulcano
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